Clini lascia un’Agenda verde con 8 punti

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L'ex ministro Corrado Clini
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Il Ministro ha sottolineato i passi avanti fatti «nonostante un mandato vissuto pericolosamente tra le emergenze inevitabili che venivano dal passato (i rifiuti di Roma, Ilva, le bonifiche dei siti industriali dismessi) e quelle inattese come la Concordia». I punti incompiuti per la «crescita» verde

Il nuovo ministro dell’Ambiente è Andrea Orlando del Pd che sostituisce il tecnico Corrado Clini.
Clini, nel salutare tutti coloro che gli sono stati vicini e hanno collaborato, ha ricordato brevemente come ha cercato di orientare le politiche e i provvedimenti del Ministero verso lo sviluppo sostenibile dell’Italia «nonostante un mandato vissuto pericolosamente tra le emergenze inevitabili che venivano dal passato (i rifiuti di Roma, Ilva, le bonifiche dei siti industriali dismessi) e quelle inattese come la Concordia».
«Molto siamo riusciti ad avviare – ha detto – anche se gran parte dei lavori è rimasto “a metà”».
Per questo ha diffuso come promemoria l’«Agenda Verde per la Crescita dell’Italia», sperando che «possa rappresentare un utile viatico per il nostro lavoro futuro». Ecco di seguito l’«Agenda».

L’Agenda Verde per la Crescita

Sulla base dei dati disponibili, delle previsioni di Ocse in merito ai punti di forza per la ripresa economica e la crescita (maggio 2012), e tenendo conto delle conclusioni del Consiglio europeo del 29 giugno 2012 sul «Patto per la crescita e l’occupazione», l’Agenda Verde può rappresentare una infrastruttura decisiva per la crescita dell’economia italiana.

L’Agenda Verde per la crescita dell’Italia è in gran parte definita sia dalle molte misure già adottate dal Governo Monti, sia da quelle presentate al Parlamento e non finalizzate per la fine della legislatura: misure che tuttavia devono essere «riallineate» in un’unica strategia, sostenuta da incentivi fiscali e dal credito alle imprese coerentemente con le indicazioni della Ue e di Ocse.

Richiamo di seguito, in sintesi, i «termini di riferimento» per l’Agenda Verde.

1. LE CONCLUSIONI DEGLI STATI GENERALI DELLA GREEN ECONOMY, PROMOSSI DAL MINISTRO DELL’AMBIENTE, con la Fondazione Sviluppo Sostenibile, adottate da tutte le più importanti associazioni imprenditoriali e di settore, indicano la direzione per consolidare i risultati raggiunti in competitività, crescita e occupazione aggiuntiva dalle 360mila imprese italiane che hanno scelto una chiave «verde» per lo sviluppo.

2. SEMPLIFICAZIONE E TRASPARENZA PER LE AUTORIZZAZIONI AMBIENTALI.
Dovrà essere completato il «pacchetto» delle misure, già presentate al Parlamento nel ddl semplificazione, per assicurare standard europei di riferimento e tempi non discrezionali per le autorizzazioni ambientali. Si tratta di una «misura infrastrutturale» necessaria per liberare risorse e favorire investimenti sostenibili per la crescita: le bonifiche dei siti contaminati, la riqualificazione degli impianti (non solo Ilva), i progetti per le infrastrutture e quelli per le nuove imprese industriali.

3. LA FISCALITÀ AMBIENTALE, PREVISTA DAL DISEGNO DI LEGGE «DELEGA FISCALE».
La norma, coerente con le indicazioni europee, per spostare la tassazione dal lavoro all’impiego delle risorse naturali (acqua e suolo) e di quelle energetiche (carbon tax) è un volano efficace per trasformare l’economia in una direzione più efficiente e competitiva, come ripetutamente sottolineato da Ue e Ocse.
La fiscalità ambientale deve essere associata ad una gestione «intelligente» del credito di imposta nell’ambito degli impegni per la riduzione del debito.
Avendo presente che l’applicazione del credito di imposta a favore degli investimenti per la crescita verde genera effetti positivi in termini di produzione di valore aggiunto, competitività, e alla fine entrate aggiuntive.
In altri termini, la fiscalità finalizzata all’uso efficiente delle risorse ed il credito di imposta sono una misura chiave per la crescita sostenibile dell’Italia.

4. IL PIANO PER LA DECARBONIZZAZIONE DELL’ECONOMIA E LA RIDUZIONE DELLE EMISSIONI DI CO2, approvato dal CIPE l’8 marzo 2013.
Il piano è il riferimento per le politiche necessarie a rispettare entro il 2020 gli impegni del pacchetto europeo «clima-energia», coerenti con le linee di azione di medio-lungo periodo per allineare l’Italia alla strategia europea su decarbonizzazione e competitività.
Il piano è anche la «piattaforma» di riferimento per le misure incentivanti finalizzate alla promozione delle fonti rinnovabili e dell’efficienza energetica, della mobilità a basse emissioni, della chimica verde e dei biocarburanti di seconda generazione. Il Piano è inoltre coerente con gli scenari della Strategia Energetica Nazionale, approvata con decreto Clini-Passera il 14 marzo 2013,

5. MECCANISMI INCENTIVANTI PER LA CRESCITA SOSTENIBILE E «GREEN PROCUREMENT»: LA LISTA DELLE TECNOLOGIE «VERDI»
La lista, prevista dal piano per la decarbonizzazione, individua le tecnologie e i sistemi «verdi» in tutti i settori (energia, chimica, trasporti, rifiuti, agricoltura), inclusi il carbon management e il carbon foot printing di processi e prodotti.
La lista dovrà costituire il framework per regolare l’accesso prioritario delle imprese

– ai fondi strutturali 2014-2020,
– ai benefici previsti dal Fondo rotativo per lo sviluppo dell’occupazione giovanile nel settore della green economy, istituito presso la Cassa depositi e prestiti da rifinanziare nel 2014-2020,
– alla riduzione del 55% dell’Iva o al credito di imposta sull’acquisto o per l’impiego delle tecnologie e dei sistemi della lista nel periodo 2014-2020.

La lista inoltre deve costituire anche il quadro di riferimento per gli acquisti della pubblica amministrazione.

6. IL PIANO NAZIONALE PER L’ADATTAMENTO AI CAMBIAMENTI CLIMATICI E LA SICUREZZA DEL TERRITORIO, presentato al Cipe il 21 dicembre 2013, lo strumento per prevenire i rischi e i danni ai quali è sempre più esposto il Paese per la crescente vulnerabilità agli eventi estremi, e risponde all’impegno assunto dall’Italia in Europa.
Il Piano attua la direttiva europea sulle alluvioni, anche con l’istituzione delle Autorità degli otto bacini idrografici previste da una norma del 2006 sempre rinviata.
Il Piano prevede 2,5 miliardi l’anno di investimenti, di cui 1 miliardo di risorse pubbliche e 1,5 miliardi risorse private agevolate con credito di imposta.
Gli investimenti pubblici dovrebbero essere liberati dal vincolo del patto di stabilità, come ho già richiesto alla Commissione Europea nel novembre scorso.

7. LA PENETRAZIONE DEI SISTEMI DI GENERAZIONE DISTRIBUITA CON FONTI RINNOVABILI E AD ALTA EFFICIENZA DI ELETTRICITÀ-CALORE-FREDDO NELLE CITTÀ, IN COMBINAZIONE CON LO SVILUPPO DELLE «RETI INTELLIGENTI»: SMART CITIES
Il pacchetto degli incentivi per le fonti rinnovabili e l’efficienza energetica sta provocando un duplice effetto positivo sulla riduzione dei consumi e dei costi dell’energia, e sulla promozione di una filiera nazionale competitiva nei mercati internazionali.
Questo processo va sostenuto come fattore chiave per la crescita e per il superamento dei vincoli e dei costi del sistema elettrico tradizionale, anche nella prospettiva di rafforzare il ruolo dell’Italia nella competizione europea.
A questo fine il programma europeo per le Smart Cities va pienamente utilizzato, sia in termini di partenariato tecnologico con gli altri paesi europei, sia per accedere agli importanti finanziamenti disponibili.

8. LA COOPERAZIONE AMBIENTALE INTERNAZIONALE, NELL’AMBITO DEGLI IMPEGNI E DEI PROGRAMMI APPROVATI DALLA CONFERENZA RIO+20 DELLE NAZIONI UNITE. I programmi per la protezione dell’ambiente globale realizzati negli ultimi 14 anni dall’Italia hanno costituito un volano importante per promuovere le nostre tecnologie verdi nei mercati emergenti, con ritorni significativi per la credibilità del nostro paese nell’ambito delle Nazioni Unite (EXPO Milano è anche un risultato del nostro lavoro), e con importanti vantaggi competitivi per le nostre imprese.
Gli impegni di Rio+20 danno un ruolo ancora maggiore alla cooperazione internazionale.
È strategico restare protagonisti, valorizzando i programmi già realizzati e promuovendo le iniziative delle imprese italiane che esportano le tecnologie e i sistemi della Lista Verde, con incentivi e credito di imposta.