Per la migliore tesi di laurea in ingegneria. Gli scenari di rischio idraulico a valle della diga di Occhito sul fiume Fortore. Autrice è Maria Montaruli, 26 anni, di Altamura
È ancora nitido il ricordo dell’imprevista alluvione che colpì l’Alto Tavoliere della Puglia nel marzo 2005 a valle di uno dei più grandi polmoni idrici artificiali d’Italia: la diga di Occhito, sulla linea di confine tra Puglia e Molise per 13 Km. La presenza dell’invaso, uno dei più grandi in Europa, che aveva trattenuto le acque in esso confluite dall’area appenninica per le incessanti precipitazioni, colmando un volume di quasi 300 milioni di metri cubi, pur contenendo i danni e riducendo le aree allagate, non aveva potuto impedire l’esondazione.
Lo straordinario e tragico evento (che costò anche una vita umana), richiamò l’attenzione di studiosi, ricercatori e tecnici. Il Politecnico di Bari, attraverso il Dipartimento di Ingegneria Civile, Ambientale, del Territorio, Edile e di Chimica (Dicatech), nell’ottica di servizio al territorio, favorì ricerche, studi e tesi di lauree per i propri studenti. Ed è stata proprio una tesi di laurea specialistica in Ingegneria Civile dal titolo, «Redazione degli scenari di rischio idraulico a valle della diga di Occhito sul fiume Fortore» a meritarsi dal Comitato Nazionale Italiano per le Grandi Dighe il premio nazionale 2013 per la migliore tesi di laurea indirizzata all’ingegneria delle dighe.
Autrice e vincitrice è Maria Montaruli, 26 anni, di Altamura, laureata al Politecnico di Bari in ingegneria civile, indirizzo idraulica, con 110/110 e lode. L’ing. Montaruli ritirerà il premio a Roma, presso la sede del Comitato nazionale, il prossimo 15 maggio 2013, in occasione di un’apposita cerimonia.
Il lavoro di tesi (relatori proff. Iacobellis, Piccinni, correlatore Ing. Apollonio), che si inserisce nell’ambito di una convenzione tra il citato Dipartimento del Politecnico di Bari e la Regione Puglia, Settore Protezione Civile, rientra nel quadro degli studi scientifici volti alla gestione del territorio e nella programmazione di interventi per la difesa del suolo.
Nel lavoro, la neo-laureata del Politecnico, ha individuato gli elementi presenti sul territorio dauno esposti ai rischi di possibili inondazioni: colture, infrastrutture, urbanistica rurale, serre, cave, ecc. A seguito di tale rilievo e con l’ausilio di apposite stazioni di misura poste a valle della diga, in grado di monitorare costantemente la portata del fiume, si potranno attuare procedure mirate di intervento per le azioni necessarie al preannuncio di piena nelle aree individuate dallo studio.
I risultati di questo lavoro di laurea forniranno alla Protezione Civile uno strumento prezioso e operativo.