Ci sono segnali promettenti circa i processi della Fusione fredda. Da più parti si segnalano azioni concrete che dimostrano come dalla teoria si stia passando all’ingegnerizzazione. Su FF e piezoelettrico due incontri significativi si avranno al seminario del 27 che si svolgerà a Torino («Neutron Production from Fractured Piezoelectric Rocks») e al meeting che si svolgerà al Cirps (Centro interuniversitario per lo sviluppo sostenibile), a Roma
Ci sono segnali promettenti circa i processi della Fusione fredda. Da più parti si segnalano azioni concrete che dimostrano come dalla teoria si stia passando all’ingegnerizzazione. Su FF e piezoelettrico due incontri significativi si avranno al seminario del 27 che si svolgerà a Torino («Neutron Production from Fractured Piezoelectric Rocks») e al meeting che si svolgerà il 5 giugno al Cirps (Centro interuniversitario per lo sviluppo sostenibile), a Roma.
È necessario, in definitiva, passare dal chiacchiericcio scientifico, che purtroppo resta in rete presso siti che si limitano come vacue cassette della posta ad ospitare acriticamente di tutto, amplificando così un fastidioso rumore di fondo che certamente non facilita la diffusione delle idee. Specialmente per quei giovani che navigano in rete con lo scopo di conoscere.
Mentre altre nazioni, anche quelle partite in ritardo, ci superano, lasciandoci alle nostre disquisizioni, noi perdiamo il capitale più importante, che è quello del futuro.
Appare essenziale, quindi, avanzare sul piano teorico per definire la modellistica chimico fisica e matematica del processo che si osserva anche in diverse condizioni con modalità sempre più riproducibili, anche in ambito di Piezonucleare dove Carpinteri e colleghi stanno avanzando sul terreno sperimentale come si evince dall’ultimo articolo apparso su «Experimental Mechanics».
Il contributo teorico di Widom e Srivastava in questa direzione appare fondamentale e sarà al centro della due giorni torinese/romana.
Con l’Occidente avvolto in una delle più gravi crisi dell’epoca moderna, la ricerca avanzata comincia a mostrare risultati prossimi all’ingegnerizzazione e al mercato, sempre più affamato di energia, strangolato dai rifiuti e dalle emissioni inquinanti. È tempo, quindi, che le forze della scienza ricordino la lezione di Bacone: I libri debbono seguire la scienza non al contrario. Dove oggi, al posto di libri si potrebbe mettere «rete». Il chiacchiericcio, spesso anonimo, lasciamolo ad alcuni Socialnet in cui sciamano anonimi, troll e perditempo.
Al contrario, il confronto schietto e motivato è sempre il benvenuto perché costruttivo. Tutto il resto è depistante.
Fusione Fedda, Lenr, Piezonucleare, memoria dell’acqua e sue tecnologie, e molto altro sono in corso di sviluppo, con tecnologie mature che arrivano da mondi meno libreschi e più pragmatici che sono pronte per realizzare larga parte del programma si sviluppo sostenibile che urge (a dir poco) dalle nostre parti dove le aziende vengono chiuse o perché non riescono a pagare la bolletta energetica (elettrica e non solo of course… con le benzine a 2 euro circa…), o perché inquinerebbero oltre i limiti come l’Ilva di Taranto che è solo la punta dell’iceberg.
Uno sforzo culturale e scientifico straordinario si impone per sciogliere questo nodo scorsoio che rischia di strangolare in modo definitivo l’economia italiana in particolare stretta tra oscillanti liberismi selvaggi più o meno sommersi, e lacci e lacciuoli di cui siamo pericolosamente maestri essendo deboluccio il senso dello Stato e dell’interesse pubblico e generale a troppi livelli, con un livello di entropia (detto anche casino) che annichila le pur gigantesche forze che il Belpaese ha in sé.
I prossimi passaggi meritano attenzione anche da parte del Governo di Unità Nazionale di Enrico Letta.
È possibile uscire dalla recessione e rilanciare l’Italia e tutte le forze interessate a questo primario obiettivo è bene che si diano da fare coerentemente… non c’è molto tempo.