Api e Ogm, l’Ue sembra confusa

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Da una parte la Corte di Giustizia dell’Ue emette un’ordinanza secondo cui la messa in coltura di varietà Ogm autorizzate dall’Ue non può essere sottoposta a procedure nazionali. Dall’altra la Commissione Ue sospende tre sostanze chimiche, dannose alle api che appartengono al gruppo dei neonicotinoidi usati anche per gli Ogm. Ma il Senato ha approvato all’unanimità un odg per la difesa dell’agricoltura dagli Ogm che ribadisce la necessità di adottare la clausola di salvaguardia

Nell’Ue è guerra aperta sugli Ogm. Il risultato è un comportamento schifrenico secondo la migliore tradizione dei Paesi che sono lontani da una reale democrazia e galleggiano in balia dei poteri economici e delle multinazionali.

Da una parte la Corte di Giustizia dell’Ue emette un’ordinanza secondo cui la messa in coltura di varietà Ogm autorizzate dall’Ue non può essere sottoposta a procedure nazionali. È accaduto ieri quando la Corte ha dato ragione all’imprenditore Giorgio Fidenato, che aveva messo a coltura a Vivaro sementi geneticamente modificate del tipo Mon 810 senza il via libera dello Stato.
Dall’altra la Commissione Ue ha adottato il bando temporaneo di tre sostanze chimiche, dannose alle api: Imidacloprid e Clothianidin prodotti dalla Bayer e Thiamethoxam di Syngenta.
Non sono gli unici pesticidi killer, fa notare Greenpeace che ha avviato da tempo la campagna «Api in declino». L’Associazione ne ha individuati sette che andrebbero subito vietati.
Imidacloprid, Clothianidin e Thiamethoxam appartengono al gruppo dei neonicotinoidi. A questa categoria di pesticidi appartengono anche prodotti utilizzati per gli Ogm…

Ma c’è anche da dire che l’altro giorno il Senato ha approvato all’unanimità un ordine del giorno per la difesa dell’agricoltura italiana dagli Ogm che ribadisce la necessità di adottare la cosiddetta clausola di salvaguardia. È una norma, prevista dalla direttiva europea del 2001 e già applicata da vari paesi, che dà la possibilità a uno Stato di vietare sul proprio territorio la coltivazione di colture transgeniche nel caso si profilino rischi per la salute o per l’ambiente.
Ora la palla passa ai tre ministeri interessati (Agricoltura, Ambiente, Salute) che, per mettere in atto l’indicazione di Palazzo Madama, dovranno emanare un decreto interministeriale.
Insomma un pastrocchio tutto europeo ed un braccio di ferro evidente. Nel mezzo la nostra salute.

La Cia, a proposito della sentenza sugli Ogm, esprime forte dissenso nei confronti della decisione europea e invita il governo a procedere in tempi rapidi, come indicato anche dall’ordine del giorno del Senato, per bloccare nel nostro Paese l’utilizzo del biotech.
«Una sentenza grave – si legge in una nota – che rischia di aprire un pericoloso fronte per le coltivazioni Ogm in paesi come l’Italia che, attraverso un’apposita norma, impedisce la contaminazione da biotech e dove diversi pronunciamenti del Parlamento e la stessa opinione della stragrande maggioranza dei cittadini si sono espressi apertamente contro l’utilizzo degli organismi geneticamente modificati».
«D’altra parte, l’agricoltura italiana – afferma la Cia – non ha bisogno degli Ogm. Una contrarietà che non scaturisce da una scelta ideologica, ma dalla consapevolezza che l’utilizzazione del biotech può annullare la nostra idea di agricoltura. Annullare l’unico vantaggio competitivo dei suoi prodotti sui mercati: quello della biodiversità. Non si tratta di una posizione oscurantista. Tutt’altro. Chiediamo alla scienza di continuare a contribuire alla crescita di questo tipo di agricoltura. E questo lo si può fare senza ricorrere agli organismi geneticamente modificati, come, del resto, è avvenuto fino ad oggi con risultati eccezionali».