Ogm non autorizzato ricompare dopo 10 anni

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Il caso dell’Oregon. «Questa contaminazione di frumento Ogm conferma quanto Greenpeace sostiene da tempo: gli Ogm non possono essere controllati una volta immessi in ambiente. Dopo un decennio, la contaminazione è sempre lì, e i consumatori rischiano di mangiare un prodotto mai autorizzato»

In Oregon, un agricoltore ha scoperto la presenza di frumento Ogm non autorizzato nei suoi campi. Dalle informazioni parziali diffuse mercoledì dal dipartimento dell’agricoltura statunitense (Usda), si tratterebbe di una varietà di frumento Ogm Roundup Ready della Monsanto, la cui sperimentazione in campo si è conclusa nel 2005.

Il frumento Ogm in questione è stato sperimentato, oltre che in Oregon, anche in Arizona, California, Colorado, Florida, Hawai, Idaho, Illinois, Kansas, Minnesota, Montana, Nebraska, North Dakota, South Dakota, Washington e Wyoming. La sperimentazione è stata condotta fra il 1998 e il 2005, ma non ha mai ottenuto l’autorizzazione alla coltivazione e al consumo. In Oregon, dove è stata rilevata la contaminazione, la sperimentazione è terminata da oltre 10 anni.

L’import di frumento Usa in Italia, nella campagna approvvigionamenti 2011/2012, ammontava a oltre 360mila tonnellate. Vista la grave situazione e il rischio di una contaminazione diffusa e incontrollata è necessario testare ogni nuovo import dagli Stati Uniti per scongiurare la possibilità che ai cittadini italiani si somministrino prodotti (farine e derivati) con Ogm non autorizzati.

«Questa contaminazione di frumento Ogm conferma quanto Greenpeace sostiene da tempo: gli Ogm non possono essere controllati una volta immessi in ambiente. Dopo un decennio, la contaminazione è sempre lì, e i consumatori rischiano di mangiare un prodotto mai autorizzato» dichiara Federica Ferrario, responsabile della campagna Ogm di Greenpeace.

Questa scoperta smentisce quanto è stato detto dai responsabili della sperimentazione rispetto alla possibilità di contaminazione del frumento normale e biologico, e cioè che è improbabile perché il polline non si diffonde molto lontano. Tuttavia, questa è solo l’ultimo di una lunga serie di incidenti [1] che coinvolgono la contaminazione dei nostri alimenti con Ogm non approvati per il consumo umano. I casi sono due: o i risultati dei controlli sono falsi o la contaminazione non è accidentale. In ogni caso rimane sconosciuta la vastità della contaminazione che probabilmente dura da anni visto che le sperimentazioni sono cessate da tempo.

«L’unico modo per proteggere il nostro cibo, l’agricoltura e l’ambiente è fermare il rilascio di Ogm in ambiente, comprese le sperimentazioni in campo. Per questo ribadiamo ancora una volta che è urgente adottare quelle misure di salvaguardia (richieste al governo oltre che tutte le regioni anche da una mozione unanime dal Senato adottata la scorsa settimana) per vietare su tutto il territorio italiano l’imminente coltivazione del mais Ogm Mon810 della Monsanto. Chi nell’attuale Governo non vuole tutelare le eccellenze alimentari del made in Italy?», conclude Ferrario.

[1] Il rapporto «Sperimentazioni di Ogm in ambiente: un affare rischioso (e costoso)»