Rifiuti, si tenta la semplificazione

663
foto di Vito Stano
Tempo di lettura: 2 minuti

Il Sistri «è un caso emblematico di ingiustificato aggravio per gli operatori. Il nostro sistema di tracciabilità va semplificato per far sì che non rappresenti un ostacolo ingiustificato all’attività imprenditoriale». Un decreto si applica alle microimprese, alle piccole e medie imprese, nonché agli impianti non soggetti alle disposizioni in materia di autorizzazione integrata ambientale e prevede la sostituzione di sette autorizzazioni ambientali

La gestione dei rifiuti è uno dei temi più dinamici e stratificati con cui gli operatori del settore si trovano a confrontarsi ogni giorno, un tema più volte affrontato, soggetto a continue modifiche normative.
Facciamo un breve excursus su quelle che rappresentano le ultime questioni in sospeso.

È stato pubblicato, in Gazzetta Ufficiale, il Dpr n. 59 del 13 marzo 2013 «Regolamento recante la disciplina dell’autorizzazione unica ambientale e la semplificazione di adempimenti amministrativi in materia ambientale gravanti sulle piccole e medie imprese e sugli impianti non soggetti ad autorizzazione integrata ambientale, a norma dell’articolo 23 del decreto legge 9 febbraio 2012, n. 5, convertito, con modificazioni, dalla legge 4 aprile 2012, n. 35». Il provvedimento, in vigore a partire dal 13 giugno 2013, si applica alle microimprese, alle piccole e medie imprese, nonché agli impianti non soggetti alle disposizioni in materia di autorizzazione integrata ambientale e prevede la sostituzione di sette autorizzazioni ambientali.

È stato, inoltre, pubblicato il D.M. n. 96 del 20 marzo 2013 che ripristina l’entrata in vigore del Sistema di controllo della tracciabilità dei rifiuti (Sistri) fissata al 1° ottobre 2013 per i grandi produttori e per i gestori di rifiuti e al 3 marzo 2014 per tutte le altre imprese. Ora, anche se il D.M. prevede queste operatività, è bene ricordare che il ministro dello Sviluppo economico, in occasione dell’assemblea di Confindustria, ha affermato che il Sistri «è un caso emblematico di ingiustificato aggravio per gli operatori […]. Il nostro sistema di tracciabilità va semplificato, a partire proprio dal perimetro di applicazione, per far sì che non rappresenti un ostacolo ingiustificato all’attività imprenditoriale ed è per questo – ha concluso il ministro – insieme al ministro dell’Ambiente, Orlando, abbiamo concordato la necessità di rivedere l’attuale sistema e la possibilità di introdurre un regime più agile allineato alle prassi europee».
In definitiva, si continua a parlare di Aua e Sistri, due acronimi ambientali che possono sconvolgere la vita delle imprese, auspichiamo nel bene. Perché si coniughi il rispetto per la salvaguardia dell’ambiente e per la salute dei cittadini con la necessità di dar slancio all’economia che, come si respira in giro, è da troppo tempo in stallo.