Il Sistri, ha detto il ministro dello Sviluppo economico, «è un caso emblematico di ingiustificato aggravio per gli operatori […]. Il nostro sistema di tracciabilità va semplificato per far sì che non rappresenti un ostacolo ingiustificato all’attività imprenditoriale»
La gestione dei rifiuti è uno dei temi più dinamici e stratificati con cui gli operatori del settore si trovano a confrontarsi ogni giorno, un tema più volte affrontato, soggetto a continue modifiche normative.
Facciamo un breve excursus su quelle che rappresentano le ultime questioni in sospeso.
È stato pubblicato, in Gazzetta Ufficiale, il D.P.R. n. 59 del 13 marzo 2013 «Regolamento recante la disciplina dell’autorizzazione unica ambientale e la semplificazione di adempimenti amministrativi in materia ambientale gravanti sulle piccole e medie imprese e sugli impianti non soggetti ad autorizzazione integrata ambientale, a norma dell’articolo 23 del decreto legge 9 febbraio 2012, n. 5, convertito, con modificazioni, dalla legge 4 aprile 2012, n. 35». Il provvedimento, in vigore a partire dal 13 giugno 2013, si applica alle microimprese, alle piccole e medie imprese, nonché agli impianti non soggetti alle disposizioni in materia di autorizzazione integrata ambientale e prevede la sostituzione di sette autorizzazioni ambientali.
È stato, inoltre, pubblicato il D.M. n. 96 del 20 marzo 2013 che ripristina l’entrata in vigore del Sistema di controllo della tracciabilità dei rifiuti (Sistri) fissata al 1° ottobre 2013 per i grandi produttori e per i gestori di rifiuti e al 3 marzo 2014 per tutte le altre imprese. Ora, anche se il D.M. prevede queste operatività, è bene ricordare che il ministro dello Sviluppo economico, in occasione dell’assemblea di Confindustria, ha affermato che il Sistri «è un caso emblematico di ingiustificato aggravio per gli operatori […]. Il nostro sistema di tracciabilità va semplificato, a partire proprio dal perimetro di applicazione, per far sì che non rappresenti un ostacolo ingiustificato all’attività imprenditoriale ed è per questo che – ha concluso il ministro – insieme al ministro dell’Ambiente, Orlando, abbiamo concordato la necessità di rivedere l’attuale sistema e la possibilità di introdurre un regime più agile allineato alle prassi europee».
In definitiva, si continua a parlare di Aua e Sistri, due acronimi ambientali che possono sconvolgere la vita delle imprese, auspichiamo nel bene. Perché si coniughi il rispetto per la salvaguardia dell’ambiente e per la salute dei cittadini con la necessità di dar slancio all’economia che, come si respira in giro, è da troppo tempo in stallo.