Nonostante il bando alla caccia commerciale dell’Iwc (International Whaling Commission). I balenieri islandesi hanno in programma di cacciare fino a 180 balenottere comuni quest’estate, un piano sostenuto dal governo islandese. Forte protesta dell’industria turistica islandese secondo cui l’osservazione delle balene porta maggiori benefici economici di quanti la caccia potrà mai portarne
L’Islanda ha ripreso a cacciare le balene nonostante il bando alla caccia commerciale dell’Iwc (International Whaling Commission, la Commisisone baleniera internazionale). La prima vittima è un maschio di balenottera comune lungo più di 20 metri, macellato nel porto di Hvalfjörður, vicino Reykjavik, la notte scorsa.
I balenieri islandesi hanno in programma di cacciare fino a 180 balenottere comuni quest’estate, un piano sostenuto dal governo islandese. La balenottera comune (che a dispetto del nome non è affatto comune) è una specie inserita nella Lista Rossa delle specie minacciate d’estinzione elaborata dall’Iucn (International Union for Conservation of Nature).
La ripresa della caccia coincide con l’alta stagione per il whale watching e questo ha portato a una forte protesta dell’industria turistica islandese secondo cui l’osservazione delle balene porta maggiori benefici economici di quanti la caccia potrà mai portarne.
Nel 2008 circa 115.000 persone sono andate in Islanda per praticare il whale watching e più del 20 per cento di loro pensa che questa sia una ragione importante per fare un viaggio in Islanda, spendendo così anche milioni di dollari. Altre 115.000 persone hanno sottoscritto la promessa di visitare l’Islanda se smetterà di cacciare le balene. (fonte Greenpeace 2011).
L’immagine dell’Islanda rischia di essere fortemente danneggiata dalla caccia alle balene.
Nei Paesi Bassi il gruppo Avaaz ha recentemente raccolto 1,1 milioni di firme con una petizione che chiede al governo olandese di non permettere più il trasferimento di carne di balena islandese nei porti del Paese.
Tanto più che la caccia non ha alcun senso da un punto di vista economico: le balene catturate in Islanda sono tutte per il mercato giapponese, che è completamente collassato. La carne di quelle catturate nel 2010 è finita nel cibo per cani in Giappone.