Qualità dell’aria, salute e clima

2386
Tempo di lettura: 2 minuti

Una intera giornata dedicata agli studi delle matrici ambientali e sulla qualità dell’aria

Quali sono le conseguenze dell’impatto antropico sulla qualità dell’aria? A questa domanda ha cercato di dare risposte l’incontro scientifico che si è svolto oggi a Marsico Nuovo, presso la sede dell’Osservatorio Ambientale della Val d’Agri. Nel corso della giornata, introdotta dal Direttore generale del Dipartimento Ambiente della Regione Basilicata Donato Viggiano e coordinata dal funzionario del Dipartimento Ambiente Lucia Possidente, sono state illustrate le attività dell’Osservatorio ambientale della Val d’Agri e alcuni studi sulla qualità dell’aria.

Si è partiti da uno studio di caratterizzazione della componente carboniosa dell’aerosol nel corso del quale sono state svolte in Val d’Agri misure continue. Le attività sono state illustrate dalla ricercatrice Mariarosaria Calvello. «I risultati di tali misure – ha detto Calvello – hanno consentito di verificare l’influenza di diverse sorgenti e processi di produzione dell’aerosol carbonioso». A seguire l’intervento della ricercatrice Serena Trippetta che ha illustrato i risultati dall’analisi delle misure giornaliere di diverse frazioni di particolato atmosferico effettuate intorno al Centro Olio.
Il ricercatore Salvatore Margiotta ha illustrato invece uno studio al microscopio elettronico del particolato atmosferico rilevato in occasione di un evento anomalo occorso presso il Centro Olio Val d’Agri.

La seconda sessione, coordinata dal direttore dell’Istituto di Metodologie per l’Analisi Ambientale del Cnr Vincenzo Lapenna, ha spostato poi il focus su alcuni studi della qualità dell’aria svolti in Italia.
«Nel corso degli ultimi decenni – ha spiegato Nicola Pirrone, direttore dell’Istituto sull’Inquinamento Atmosferico del Cnr di Roma – si è registrato un rafforzamento della ricerca scientifica sulle emissioni di inquinanti, sul loro trasporto e impatto». Uno studio multidisciplinare della qualità dell’aria nella laguna di Venezia è poi presentato da Giancarlo Rampazzo, professore dell’Università Cà Foscari. «Nel 2009 – ha spiegato Rampazzo – è iniziato un progetto di ricerca che ha valutato l’origine del particolato attraverso misurazioni in campo e l’utilizzo di un modello fotochimico di trasporto».

Una buona pratica sulla modellistica della qualità dell’aria in aree industrializzate è stata illustrata da Cristina Mangia, ricercatrice dell’Istituto di Scienze dell’Atmosfera e del Clima del Cnr di Lecce. La ricercatrice ha anche passato in rassegna i principali fenomeni meteorologici che influenzano la dispersione in orografia complessa.
Una migliore gestione della qualità dell’aria è anche frutto dei progetti sul territorio. Maria Cristina Mammarella, dirigente di ricerca dell’Enea di Roma – ha illustrato diversi progetti effettuati in aree complesse, caratterizzate da pressione antropica e forte criticità della qualità dell’aria».

Si è poi passati all’esame di alcune campagne sperimentali per la messa a punto di strumenti e metodi per una migliore gestione della qualità dell’aria. Giovanni Grandoni, ricercatore dell’Enea di Roma ha illustrato l’importanza delle valutazioni di tipo scientifico soprattutto quando queste riescono a circoscrivere porzioni di territorio influenzate dai poli industriali.

La terza parte della giornata è stata dedicata alla qualità dell’aria nella realtà territoriale della Val d’Agri. Sull’Aia del Centro Olio Val d’Agri sono intervenuti Filomena Pesce e Emilio Dema dell’Ufficio Compatibilità Ambientale della Regione Basilicata.
«In riferimento all’aggiornamento dell’Autorizzazione Integrata Ambientale rilasciato al Centro Olio Val d’Agri – hanno detto – le norme tecniche e le azioni per la tutela della qualità dell’aria nei comuni di Viggiano e Grumento Nova sono uno strumento operativo importante per prevenire rischi per la salute umana». Ultimo intervento è stato dedicato alle attività di monitoraggio della qualità dell’aria in Val d’Agri svolte dall’Arpab. Lucia Mangiamele ha illustrato il funzionamento della nuova strumentazione collegata al centro di raccolta dati Arpab, spiegando come la stessa sia in grado di validare e divulgare i dati in tempo reale».