Biodiversità e periferie urbane

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Le piante erbacee spontanee non solo non sono erbacce ma rappresentano uno strumento indispensabile per camminare verso la sostenibilità del verde. Come valorizzare le aree incolte. Scarica il manuale dell’Ispra «Specie erbacee spontanee mediterranee per la riqualificazione di ambienti antropici»

Se c’è una cosa che nella vita non ci annoia e ci regala sempre sorprese è la natura. Se si vive in una grande città, dove per arrivare in campagna c’è bisogno di programmare un «viaggio», o anche se si vive in un piccolo centro, distratti e confusi perché inseguiamo il sogno di vivere in una metropoli, bisognerebbe fermarsi un po’, guardarsi intorno e scoprire che il bello e il sorprendente ci circonda.
È questa la molla che spinge, ormai da vari anni, a riqualificare le periferie, a riscoprire il verde che spesso ignoriamo perché consueto ma di cui non consociamo gli aspetti benefici.
È questo il senso di tante iniziative, come la tavola rotonda che si è svolta Roma: «Specie erbacee spontanee mediterranee per la riqualificazione di ambienti antropici: rendere sostenibile il verde urbano e aumentare la biodiversità».

L’iniziativa è stata organizzata dall’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale Ispra, con il patrocinio del ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare (Mattm), dell’Istituto nazionale di Economia Agraria (Inea), della Società di Ortoflorofrutticoltura italiana (Soi), di Roma Capitale di Eur Spa, con l’adesione dell’Associazione italiana Architettura del Paesaggio, Sezione Lazio Abruzzo Molise Sardegna (Aiapp).

Durante l’incontro si è discusso su come rendere sostenibile il verde urbano e peri-urbano, aumentare la biodiversità e risparmiare acqua e cure colturali.
Il verde urbano è spesso banale, omologato, si vedono ovunque le stesse piante che non sempre sono autoctone e vi si insediano malvolentieri in un contesto che non è il proprio. Si pensi al «prato all’inglese» che è climaticamente fuori luogo nelle città mediterranee. Se il prato sempreverde è un classico nelle umide pianure britanniche, negli ambienti mediterranei diventa un estraneo, un ecosistema in perenne crisi, sempre assetato, sempre bisognoso d’acqua e strepitosamente costoso. E dal punto di vista morale c’è da domandarsi se un Paese in difficoltà possa permettersi spese cospicue derivanti da irrigazioni e da cure eccessive del verde o se non debba, invece, trovare il modo di portare la semplicità, la biodiversità, il «verde di casa nostra» dentro le zone urbane non solo per ridurre i costi ma anche per rendere la scena urbana, come è logico che sia, una naturale continuità del paesaggio extra muros.
Il messaggio che si vuole diffondere è che le piante erbacee spontanee non solo non sono erbacce ma rappresentano uno strumento indispensabile per camminare verso la sostenibilità del verde.

Questa è stata anche l’occasione per presentare il Manuale dell’Ispra. Una pubblicazione ricca di spunti e, soprattutto educativa per conoscere meglio le nostre specie arboree.