Una mattanza di 1.200 cervi?

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L’Enpa dice no a questa iniziativa medievale ed ha invitato tutti i cittadini a inviare il proprio dissenso alla Regione Veneto e ai responsabili di questa assurda e ingiustificata uccisione di animali, di cui sarebbero vittime anche i cerbiatti e le loro madri

L’Ente nazionale protezione animali, che torna a ribadire la propria contrarietà all’abbattimento di 1.200 cervi insediati sull’altopiano del Cansiglio (Veneto), ha invitato tutti i cittadini a inviare il proprio dissenso alla Regione Veneto e ai responsabili di questa assurda e ingiustificata mattanza di animali, di cui sarebbero vittime anche i cerbiatti e le loro madri.

«Alle autorità che intendono dare il via libera a questa inaccettabile misura, applicando metodologie a dir poco arcaiche e assolutamente criticabili, anche da un punto di vista etico, chiediamo quali prove abbiano raccolto sui presunti danni causati dai cervi. Gli esemplari che vivono sul territorio sono forse stati censiti ad opera di eminenti istituti scientifici? Sono stati forse emanate ed applicate metodologie ecologiche per il controllo degli esemplari? Ci sono strategie in merito alla gestione di tali animali o, semplicemente, si è deciso che sono troppi e vanno abbattuti seguendo logiche ormai superate e tra l’altro non tenendo conto della perenne distruzione degli habitat a cui concorre la cementificazione selvaggia che vede il Veneto la peggiore regione italiana proprio in merito a quest’ultimo punto?», dichiara la Protezione animali.

Secondo l’Enpa, invece, le fucilate sarebbero state decise nell’esclusivo interesse di alcune categorie – allevatori, ristoratori e cacciatori – e contro l’orientamento prevalente dell’opinione pubblica italiana, il 90% della quale è nettamente contrario non solo alla caccia, anche «mascherata» da altri provvedimenti come in questo caso, ma a questa cieca gestione che colpevolizza gli animali invece di cercare la cura nelle cause scatenanti di un qualsiasi squilibrio, tra l’altro tutto da verificare. «E così – commenta l’Enpa – per guadagnare il consenso si torna a sparare in un luogo rimasto inaccessibile alle “doppiette” fin dai tempi della Serenissima: uno scempio che non riguarda solo gli animali, ma anche lo Stato poiché, bisogna ricordarlo, la tutela della biodiversità e degli ecosistemi è anzitutto un dovere nazionale in quanto bene di tutti i cittadini».
«Naturalmente – conclude l’Enpa – faremo il possibile per bloccare questa misura crudele e ingiustificata, e chiediamo fin da subito l’intervento del ministero dell’Ambiente, nato proprio per tutelare la natura nel nostro Paese, per lo stop al provvedimento che autorizza gli spari in un’area così delicata ed importante per la biodiversità e per i cittadini. Intanto, chiediamo a tutti i cittadini che hanno a cuore gli animali e che sono contrari alla caccia di aderire alla nostra iniziativa di protesta manifestando apertamente il proprio dissenso alla Regione».