Nuovo «corso» per la Fusione fredda

881
Rossi1
Tempo di lettura: 3 minuti

Nel mentre viene confermata la lunga fase sperimentale di Focardi e Piantelli appare chiaro anche da dati provenienti da altri gruppi europei, di stanza anche in Italia, che la comunicazione di Focardi è realtà consolidata che attende lo sviluppo preindustriale e industriale su cui i Politecnici e il Cirps con tutti gli altri Gruppi potranno cimentarsi per lo sviluppo di applicazioni

A pochi passi da Via Panisperna dove i ragazzi degli anni Trenta diedero il via alla rivoluzione nucleare. Stessa passione, stessi sogni, stessa temerarietà negli occhi, nello spirito e nell’impegno dei vari scienziati che dopo l’apertura dei lavori di Massimo Scalia, organizzatore del seminario e del Direttore del Cirps il prof. Vincenzo Naso, si sono succeduti dalle 11 fino alle 15 in un 15 luglio riscaldato dalla Fusione Fredda che va diventando una realtà.
Dopo la storia della Fusione Fredda/Lenr ripercorsa da Massimo Scalia che ha ricordato come il tutto viene da lontano (anni Trenta) e viene rilanciato da professional del rango del presidente della Società internazionale di elettrochimica Martin Fleischmann appoggiato da Giuliano Preparata quando la tempesta si abbatte su di lui, è stata la volta del fisico teorico di Perugia Yogendra Srivastava che ha mostrato conti alla mano come la Ff/Lenr siano realtà oramai consolidate nell’esperimento di laboratorio e nel Modello Standard come gli stessi esperimenti del Politecnico di Torino che ha mostrato dati di laboratorio alla mano e visibili con pubblicazioni di Widom e colleghi e altre in arrivo.

Una rassegna dura e critica ai modelli alle teorie e agli esperimenti quella di Sergio Bartalucci dell’Infn di Frascati un «esterno» al mondo della fusione Fredda che senza peli sulla lingua ha messo a nudo i punti deboli di questi 20 anni di «Gioventù Fredda» che con l’età va sempre più scaldandosi come messo in luce a seguire da Francesco Celani che ha riferito degli ultimi lavori di replica del suo esperimento con la Costantana che sono stati riprodotti da vari gruppi tra cui ultimo quello della Toyota.
Piccoli surplus di energia (dell’ordine di qualche watt) in set sperimentali ben controllati che assieme all’evidenza di trasmutazioni misurate anche nelle celle milanesi di Stm sotto la direzione di Ubaldo Mastromatteo che confermano in modo definitivo che ci si trova davanti a reazioni nucleari.

Reazioni nucleari «fredde» che si vanno scaldando come veniva ricordato nella lettera del prof. Stremmenos già chimico dell’Università di Bologna e già Ambasciatore Greco a Roma che ricordava nelle sue memorie su Sergio Focardi di quando Sergio gli comunicò a voce: «Caro Stremmenos … ci siamo…». «Era chiaro che si usciva dalla consueta fase sperimentale dei 4-5 watt che con insistenza senza risorse e incentivi morali abbiamo ottenuto lavorando per lunghi periodi … era una vittoria per noi tutti…! ma come pensavo e penso tutt’ora, una vittoria per il genere umano».

Nel mentre viene confermata la lunga fase sperimentale di Focardi e Piantelli appare chiaro anche da dati provenienti da altri gruppi europei, di stanza anche in Italia, che la comunicazione di Focardi è realtà consolidata che attende lo sviluppo preindustriale e industriale su cui i Politecnici e il Cirps con tutti gli altri Gruppi potranno cimentarsi per lo sviluppo di applicazioni.
Alle 14 circa è iniziato l’ultimo intervento in agenda che in una sala attenta, assetata (non solo di scienza) ha dato uno scenario degli sviluppi della ricerca sempre più prossima alla chiarezza teorica (richiesta a torto e a ragione da più parti) che ha consolidato nella teoria, non solo le Lenr, ma anche i nitidi esperimenti del Politecnico di Torino di Carpinteri e colleghi che il 27 maggio ci diedero una prova sul campo della serietà e della fondatezza metodologica che va trovando facili spiegazioni negli sviluppi teorici di Widom Srivastava e Swain.
C’è di che riflettere da parte di tutti e vorremmo auspicare che si ritorni alla normale dialettica teorica e sperimentale anche in questo settore che ha visto troppo tempo e troppe energie spese in chiacchiere e manifesti che con la scienza hanno poco a che fare.

Dopo alcune considerazioni a margine di Valenzi, ha chiuso i lavori il direttore del Cirps che seguirà per gli opportuni sviluppi applicativi, la nuova area di ricerca oramai matura per contribuire a realizzare lo sviluppo sostenibile di cui c’è unanimemente urgenza non potendo ritornare alle grotte e neanche vedere il sistema industriale fallire rovinosamente come i casi tristi e controversi dell’Ilva e dell’Alcoa ci segnalano come la punta di un pericoloso Iceberg che rischia di farci naufragare tutti a Occidente e nel Belpaese in particolare.

 

Vincenzo Valenzi, www.cifafondation.org