L’articolo era blindato fin dai lavori del Senato. Il Governo dovrà ora decidere su una serie di principi dettati dal Parlamento e tra questi la norma che, se approvata, dovrebbe vietare nel nostro paese gli allevamenti di cani, gatti e primati da destinare alla sperimentazione animale
È stato approvato alla Camera l’art. 13 della proposta di «Delega al Governo per il recepimento delle direttive europee e l’attuazione di altri atti dell’Unione europea – Legge di delegazione europea 2013». Un articolo blindato, fin dai lavori del Senato, che non ha tenuto conto delle molte decine di emendamenti anti vivisezione ritirati dagli stessi parlamentari presentatari su richiesta dei Presidenti delle Commissioni parlamentari competenti. Su tutto, infatti, incombeva la procedura di infrazione dell’Europa.
Il Governo dovrà ora decidere su una serie di principi dettati dal Parlamento e tra questi la norma che, se approvata, dovrebbe vietare nel nostro paese gli allevamenti di cani, gatti e primati da destinare alla sperimentazione animale. Si tratta, in sostanza, del cosiddetto articolo «anti Green Hill» che però poco o nulla modificherà l’attuale assetto della sperimentazione animale in Italia. Come infatti riferito dal Presidente della XIV Commissione del Senato, nel corso del primo passaggio nell’altro ramo del Parlamento, gli animali continueranno ad arrivare dall’estero non incorrendo così nella procedura di infrazione dell’Unione europea.
Tutto l’iter dell’art. 13 è infatti stato condizionato dai rischi della procedura di infrazione. La Direttiva di settore del settembre 2010 (cosiddetta Direttiva Vivisezione) non solo non ha allora ricevuto nessuna opposizione da parte del Governo italiano, ma nessuno fece caso che entro il novembre dello stesso anno il nostro Governo avrebbe potuto presentare un testo di recepimento più restrittivo. Da qui l’osservazione del Presidente della XIV Commissione così come rimarcata, nella stessa sede, dallo stesso ministro Moavero Milanesi.
L’indicazione di vietare test per droghe, alcool, armi e didattica, previsto dall’articolo 13, non sarà valida nel caso della formazione universitaria in medicina veterinaria e dell’alta formazione dei medici e dei veterinari. Un riferimento troppo generico e senza sostanziali limitazioni d’uso. L’altra indicazione per il Governo, ovvero il divieto di anestesia e analgesia qualora esse comportino dolore all’animale, non sarà inoltre valido nei casi di sperimentazione di anestetici o di analgesici. Il Governo, sarà comunque tenuto a rispettare gli obblighi che deriveranno dalle legislazioni o farmacopee nazionali, europee o internazionali. Le sanzioni, poi, dovranno fare riferimento alla legge contro i maltrattamenti che di certo ai grossi gruppi interessati alla sperimentazione, molta paura non farà. In sostanza si tratta dello stringente recepimento della Direttiva europea del settembre 2010.
Non a caso, nel passaggio al Senato, lo stesso contenuto dell’articolo 13, era stato votato dal Senatore Giovanardi noto sostenitore delle tesi di chi è favorevole alla sperimentazione animale.