Attenti al troppo sole

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foto di Angelo Perrini
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Conoscere la propria pelle e ricordarsi dell’esistenza di raggi UV-A e UV-B può aiutare a vivere la propria vacanza senza vedere comparire sulla propria cute eritemi fastidiosi o dolorosi che in genere poi evolvono in vescicole o vere e proprie scottature, antiestetiche e pericolose. Tentare di abbronzarsi troppo rapidamente è l’errore più frequente di quanti sono presi dalla frenesia di «mostrare col proprio corpo» il fatto che si stia facendo vacanza o che la si sia fatta

Questa rubrica è dedicata alla salute ed a tutto il mondo che gira attorno ad essa. Poche parole, pensieri al volo, qualche provocazione, insomma «pillole» non sempre convenzionali. L’autore è Carlo Casamassima, medico e gastroenterologo, ecologista nonché collaboratore di «Villaggio Globale». Chi è interessato può interagire ponendo domande.

 

Siamo in agosto e la nostra consueta Pillola non può evitare qualche veloce riflessione sul sole d’estate, sulla tintarella di prammatica, sui benefici dell’esposizione ai raggi solari ma anche sulla vera e propria ossessione per il corpo abbronzato che colpisce un po’ tutti, in omaggio a mode non sempre sane e salutari.
I raggi del sole (in agosto, manco a dirlo, particolarmente forti ed aggressivi) sono certamente utili all’organismo: producono benefici effetti sull’umore, combattono molte malattie migliorandone la storia clinica come nel caso della psoriasi e dell’acne, stimolano la produzione di vitamina D con un aiuto importante alla solidità delle ossa, giovano all’aspetto estetico regalando un tocco di benessere alla nostra pelle. A patto però di seguire alcune regole chiare e precise che non di rado vengono dimenticate o ignorate dai fanatici dell’abbronzatura selvaggia o ai superficiali dell’esposizione senza metodo.
E allora proviamo a ricapitolare molto schematicamente alcune buone norme di esposizione all’aria aperta cercando di evitare comportamenti poco opportuni e non di rado forieri di poco piacevoli conseguenze.
Innanzitutto ricordiamoci di non avere fretta. Un corpo che è rimasto coperto per tutto il resto dell’anno, confinato in ambienti chiusi e privo di contatto con la luce solare non può e non deve essere violentemente esposto all’insidia di raggi solari agostani e magari per tempi molto prolungati nelle ore più calde della giornata.
Conoscere la propria pelle e ricordarsi dell’esistenza di raggi UV-A e UV-B può aiutare a vivere la propria vacanza senza vedere comparire sulla propria cute eritemi fastidiosi o dolorosi che in genere poi evolvono in vescicole o vere e proprie scottature, antiestetiche e pericolose. Tentare di abbronzarsi troppo rapidamente è l’errore più frequente di quanti sono presi dalla frenesia non solo di divertirsi al mare (o in montagna, dove il rischio è ancora maggiore) ma di «mostrare col proprio corpo» il fatto che si stia facendo vacanza o che la si sia fatta, come se senza qualche stimmata di sole non documentassimo a sufficienza la nostra capacità di staccare la spina dal lavoro o dalla vita quotidiana.
Diamoci il giusto tempo: scegliamo di stare scoperti, almeno all’inizio, per un giusto (e scarso) numero di ore, scegliendo e privilegiando quelle del mattino e del tramonto ed evitando per i primi giorni di vacanza l’effetto lucertola di mezzogiorno, con masochistiche dormite al sole proprio mentre i raggi sono più diretti e violenti. Per una pelle impreparata e delicata ciò equivale ad un traumatismo di grandi proporzioni e gli arrossamenti, gli eritemi e le vescicole non sono altro che un grido di dolore a cui prestare il massimo ascolto.
Le creme protettive non sono un optional o un vezzo ma un presidio fondamentale per evitare che la nostra cute subisca un vero e proprio shock i cui segni (come ben sanno coloro i quali hanno fatto tale esperienza) rimarranno a lungo e qualche volta per l’intera vita.
Una protezione solare alta ed adatta al proprio fototipo di pelle (ma io personalmente consiglio sempre di cominciare i bagni di sole con creme di massima protezione perché la nostra vita ormai si svolge quasi completamente al chiuso e quindi non siamo più abituati alla violenza dei raggi d’agosto) dovrebbe essere l’inseparabile compagna di spiaggia per quasi tutti, in modo particolare per coloro i quali hanno una pelle chiara, per gli anziani e per i bambini.
Secondo la classificazione del dermatologo americano Thomas Fitzpatrick esistono ben sei fototipi di pelle: dalla numero 6 alla numero 1 la pelle è via via più chiara e necessita di creme a protezione maggiore per far sì che non compaiano in breve tempo quelle lesioni che invece sono evitabilissime e che purtroppo da molti sono ancora considerate una tassa obbligata da pagare alle proprie ferie. Il rischio non sta solo nelle bruciature, ricordiamolo, ma anche nella possibilità nemmeno tanto remota di determinarsi melanomi cutanei, neoplasie maligne che traggono spunto anche dall’effetto radiante del sole. Le creme solari più diffuse hanno valori medi di protezione e la stessa Commissione europea ritiene validi, per la maggior parte degli europei, un fattore protettivo variabile da 15 a 25. Una crema efficace deve anche avere in etichetta il marchio anti UV-A poiché questi sono i raggi che producono invecchiamento della pelle e potenziali danni al DNA delle cellule esposte (mentre i raggi UV-B sono causa di scottature ed eritemi).
La crema va applicata nella giusta quantità, sulla pelle non bagnata e prima di esporsi, con l’avvertenza ulteriore di riapplicarla dopo aver sudato o dopo aver fatto un bagno in mare (o nella piscina) perché ovviamente lo strato protettivo viene eliminato dall’acqua: spalmarsi una buona crema più volte al giorno specie all’inizio della vacanza non deve essere visto come un gesto di moda ma come una pratica utile e preventiva. Per i bambini più piccoli e specialmente per i neonati creme a protezione totale (50+), cappellini freschi, magliette leggere e ombra d’ombrellone nelle ore di maggiore calura. E poi acqua da bere: tanta, senza stancarsene. Ricordando che tanta acqua c’è anche nella frutta e nelle verdure che quindi, insieme alle buone creme protettive, possono aiutarci a godere meglio anche dell’estate più calda.

 

Carlo Casamassima, Medico, Gastroenterologo