Comprende cinque progetti territoriali per il paesaggio della regione, per promuovere politiche attive di tutela e riqualificazione in cinque campi di primaria importanza anche per le interconnessioni che li legano ad altre politiche regionali sui temi dell’ambiente, dell’agricoltura, del turismo, del commercio e dell’artigianato. Sono: la Rete Ecologica Regionale, il Sistema infrastrutturale per la mobilità dolce, il Patto città-campagna, la Valorizzazione e riqualificazione integrata dei paesaggi costieri, i Sistemi territoriali per la fruizione dei beni culturali e paesaggistici
Il 2 agosto 2013 la giunta regionale ha adottato il nuovo piano paesaggistico territoriale della Puglia. Si tratta di un traguardo importante perché la Puglia è la prima Regione che adotta un Piano adeguato al Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio in attuazione dell’atto di intesa interistituzionale fra ministero per i Beni e le Attività culturali e la Regione Puglia per l’elaborazione congiunta del Piano. Questo lavoro di copianificazione fra Ministero e Regione è stato essenziale per perimetrare tutti i Vincoli sulla carta tecnica regionale, nell’ambito del Sistema Informativo Territoriale Regionale, e dotarli di obiettivi di qualità e disposizioni normative, restituendo certezza del diritto e trasparenza al sistema regionale delle tutele.
Il percorso che ha portato all’adozione del piano è stato scandito non solo da atti amministrativi ma anche da momenti di confronto e apprendimento che hanno coinvolto una molteplicità di attori pubblici e privati, socio-economici e culturali, individuali e collettivi. «A tutti costoro – dichiara l’Assessore alla Qualità del Territorio Angela Barbanente – va la nostra gratitudine per aver contribuito nel corso di questi anni di intenso lavoro, alla costruzione di uno strumento essenziale per elevare la qualità e fruibilità dei paesaggi di Puglia».
Il piano paesaggistico è stato costruito non solo come adempimento di legge, ma soprattutto per diventare uno degli strumenti alla base delle politiche di sviluppo regionale.
Per queste ragioni, è stata dedicata tanta attenzione al coinvolgimento e all’attivazione delle comunità locali per la «costruzione sociale del piano», propedeutica ad una «costruzione sociale del paesaggio» più consapevole, attenta, rispettosa dei valori della storia e dell’ambiente. Ed è sempre questa la ragione per la quale il Piano contiene, accanto alla disciplina di tutela dei beni paesaggistici ai sensi del Codice, una parte progettuale imperniata sullo Scenario strategico. Questa assume i valori patrimoniali del paesaggio pugliese, come definiti e interpretati nel quadro conoscitivo e nell’Atlante del Patrimonio, e li traduce in obiettivi di trasformazione per contrastare le tendenze di degrado paesaggistico in atto e costruire le precondizioni di un diverso sviluppo socioeconomico fondato sulla produzione di valore aggiunto territoriale e paesaggistico.
Lo Scenario è costituito dall’insieme delle strategie che il Piano paesaggistico attiva per elevare la qualità paesaggistica e ambientale del territorio regionale, contrastare gli elementi di degrado, favorire la fruizione socioeconomica degli elementi identitari.
Esso comprende cinque progetti territoriali per il paesaggio della regione, la cui finalità essenziale è promuovere politiche attive di tutela e riqualificazione in cinque campi che rivestono primaria importanza anche per le interconnessioni che li legano ad altre politiche regionali sui temi dell’ambiente, dell’agricoltura, del turismo, del commercio e dell’artigianato. Essi sono: la Rete Ecologica Regionale, il Sistema infrastrutturale per la mobilità dolce, il Patto città-campagna, la Valorizzazione e riqualificazione integrata dei paesaggi costieri, i Sistemi territoriali per la fruizione dei beni culturali e paesaggistici.
Infine, il piano detta una serie di Linee guida, ossia raccomandazioni sviluppate in modo sistematico per orientare la redazione di strumenti di pianificazione e programmazione e di interventi in settori che richiedono un quadro di riferimento unitario di indirizzi e criteri metodologici: dalla qualificazione paesaggistica e ambientale delle infrastrutture viarie alla progettazione e localizzazione di impianti di energie rinnovabili, alla progettazione e gestione di aree produttive paesisticamente e ecologicamente attrezzate (Appea), alla riqualificazione delle periferie e delle aree agricole perturbane, al recupero e riuso dei manufatti in pietra a secco, dell’edilizia e dei beni rurali.
La Puglia ha bisogno di questo Piano paesaggistico perché ha necessità, come l’Italia, di innovare e ampliare la base produttiva e di creazione di nuova e migliore occupazione. Il Piano, infatti, fornisce supporto ad una visione di sviluppo diverso del territorio regionale, più durevole, sostenibile, ancorata al patrimonio ambientale e culturale, materiale e immateriale. In questa visione, tale patrimonio, che nel suo insieme costituisce il paesaggio, assume un valore di esistenza che incide sulla possibilità di fruizione dei beni da parte delle generazioni future, e un valore d’uso in quanto sistema di risorse essenziali che consentono la produzione di ricchezza durevole e sostenibile, a condizione di garantire nel tempo il valore di esistenza del patrimonio stesso.
La coscienza sociale diffusa di tali valori è premessa essenziale per uno sviluppo fondato sulla tutela e fruizione di tali risorse, assieme alla dotazione di strumenti di incentivazione atti ad indirizzare i comportamenti dei «produttori di paesaggio» nei diversi settori, agricolo, artigianale, commerciale, turistico, edilizio, infrastrutturale, finalizzandoli ad elevare la qualità ambientale e paesistica nelle rispettive attività. Per questo vi è molto da lavorare, con la consapevolezza che i processi culturali sono lunghi e complessi, e quindi richiedono impegno costante e intenso da parte delle istituzioni di governo e della più vasta società.