Concorrenza e competitività non funzionano più

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I sistemi territoriali basati su la Green Economy, nella concettualità innovativa espressa dalla Culture Economy, non possono più crescere in concorrenza e competitività a scapito dei sistemi più deboli, generando effetti di polarizzazione, che non attraggono più soltanto capitali, imprese e persone, ma che conducono al degrado della creazione e della diffusione di conoscenza. Il progetto «quARte» per la valorizzazione culturale della economia

Viviamo in una società di transizione tra la struttura della vecchia ed obsolescente società industriale e la futura società della conoscenza condivisa. Il nodo fondante di tale cambiamento consiste «nell’andare oltre ai criteri di competitività» che hanno caratterizzato la società industriale di concezione classica e meccanica. La competitività oggi nell’epoca della condivisione transdisciplinare delle conoscenze e divenuta un inutile preconcetto proprio in quanto la qualità dell’essere migliori non dipende dalla competizione ma viceversa dalla collaborazione condivisa.

Il preconcetto della competitività

La competitività è ormai solo un preconcetto, infatti la competitività è conseguente al miglioramento della capacità di collaborazione multi-attoriale, generata dalla cross fertility trans-disciplinare e da sistemi di open innovation di networking cooperativi e collaborativi.
Pertanto nella moderna Culture Economy, si passa dalla valorizzazione economica della cultura al suo inverso, cioè alla valorizzazione culturale della economia, che ha il suo focus nella creatività transdisciplinare tra «scienza ed arte quantistica contemporanea», così come è progettato dal programma quARte.
Questo progetto promosso da Egocreanet (Onlus di R&D) sviluppa collaborazione in un insieme transdisciplinare di conoscenze al fine di proporre una testimonianza che conduca ad un sostanziale cambiamento cognitivo e manageriale della conoscenza e della diffusione e divulgazione di un sapere integrato e condiviso. La mia relazione introduttiva all’incontro di Pietrasanta (Lucca del 9 novembre 2013) verrà improntata per sviluppare un dialogo sulla valorizzazione culturale dell’economia e quindi sarà basata su nuove idee di «innovazione e cambiamento» finalizzate a stimolare ambienti creativi come la città di Piatrasanta (Città dell’Arte).
Infatti nel passaggio tra una società industriale, che è stata guidata da un sistema di «Economy Driven», deve oggi trasformarsi in un sistema socio economico innovativo «Culture Driven», dove la cultura diventa nuovamente, come nell’epoca del Rinascimento italiano, la guida dello sviluppo economico collaborativo. Pietrasanta diviene cosi il fulcro del rinnovamento delle città creative della conoscenza, dove il centro di produzione non è più la fabbrica dell’epoca industriale, ma la città «intelligente» capace di generare e governare processi creativi di innovazione produttive e sociale, in grado di combinare in un «entanglement» (Intrigo di nuova dimensione spazio-temporale) di conoscenze nuove con saperi antichi con il risultato di proporre e sviluppare idee e progetti radicalmente innovativi come è divenuto necessario per il progresso della futura società europea della conoscenza.

La moderna Culture Economy

Schematizzo pertanto la metodologia adeguata a favorire la transizione verso una moderna Culture Economy, quella che intendiamo proporre ed attuare con il programma Itinerante quARte, di arte e scienza quantistica e della realtà aumentata, per il superamento della crisi contemporanea.
Il programma di transizione tra la «Valorizzazione economica della cultura a la valorizzazione culturale della economia» inizia con una profonda revisione concettuale dedicata al «problem finding», termine che letteralmente significa «scoperta di un problema», la quale indica una parte del processo mentale che porta alla risoluzione di un problema. Il «problem finding» è quella fase che comprende l’individuazione e la definizione di una situazione problematica scevra da preconcetti a partire proprio dalla decisione di fermarsi a pensare ricercando originalità del proprio pensiero ed espressione innovativa con apertura intellettuale capace di favorire la intuizione e creatività. Questa fase si delinea come fondamentale in questa prima parte del programma «quARte» per la valorizzazione culturale della economia, proprio in quanto il «problem finding» è la premessa necessaria nel delineare un problema correttamente collocato «problerm setting & posing», per poi trovarne soluzioni creative ed alternative «Problem – Solving».
In sintesi la metodologia di indagine e sviluppo del progetto quARTe perseguita in sequenza:
A) Problem Finding = individuare il problema scevro da preconcetti
B) Problem Posing = Collocare il problema nella corretta dimensione Spazio-Temporale
C) Problem Solving = ricercare soluzioni alternative e verificarne la probabilità.

* Punti salienti di individuazione, discussione e risoluzione cognitiva della crisi contemporanea su cui esprimersi con modalità scientifiche ed artistiche nel programma quARte sono:

1) la transizione tra la valorizzazione del capitale economico allo sviluppo del capitale umano creativo.
2) la cultura come beni culturali a cultura come fonte di innovazione produttiva
3) il passaggio dalla produttività della fabbrica alla evoluzione delle città culturalmente creative e produttivamente innovative
4) la accelerazione dinamica del cambiamento delle professioni di struttura disciplinare guidata da iniziative culturali di cross-fertilization tra scienza ed arte quantistica
5) andare oltre la competività per valorizzare lo sviluppo della Culture-Economy.
* Quest’ultimo e uno dei punti salienti da ripensare e riflettere nell’ambito dello sviluppo del progetto Programma di Scienza ed Arte Quantistica e dello sviluppo della comunicazione in realtà aumentata.

Un cambiamento di ottica

La nozione di competitività necessita oggi di un cambiamento di ottica economica che sposti l’attenzione dalla centralità della impresa alla centralità di networking collaborativi di varia estensione sia localizzabili in un territorio. Ad esempio abbiamo realizzato networking territoriali operativi mediante le iniziative culturali che promuoviamo, pensando al rinnovamento della la Città dell’Arte (Pietrasanta) nel prossimo novembre 2013, ovvero discutendo ed esprimendo innovazione artistica e scientifica nella Città del Benessere (Casciana Terme, nella iniziativa del giugno 2013) ovvero forma di «community virtuali» (es: l’incubatore virtuale quARte ancora da costruire come già programmato).
Queste sono le iniziative del programma quARte in favore dalla Culture Economy, che riteniamo capaci nel loro complesso di dimostrare come sia necessario far precedere la collaborazione alla competitività. Ciò proprio in quanto la competitività oggigiorno non viene ad avere un valore in sé di tipo tradizionale aprioristico e generico, ma possiede solo una validazione successiva e conseguente alla capacita di aggregazione di forme di partenariato capace di condividere vision, finalità obiettivi e risultati attesi di una programmazione o progettazione, che come il progetto quARTe guarda al futuro dello sviluppo e del cambiamento della scienza e dell’arte nella società della conoscenza.

La critica costruttiva che facciamo su questa tematica dell’andare oltre ai criteri di competitività, consiste nel fatto che non ha più senso applicare concetti e indicatori di competitività aziendalistici, derivati e trasferiti dal vecchio sviluppo industriale delle aziende produttive, a quelli della rinnovata concettualità di cooperazione/competizione applicabile in varie e differenziate forme di networking ad un mondo duplicemente correlato a macro e micro economie di scala come è l’attuale mondo Glocale (Globale + Locale) basato sulla condivisione dei Saperi.
Il progetto Programma quARte si propone pertanto di caratterizzare una nuova dimensione concettuale capace di rendere testimonianza di come il binomio Collaborazione-competitività transdisciplinare debba essere gestito managerialmente come un tratto distintivo di innovativi criteri contemporanei di qualità relativi alla produttività sociale ed economica. Il fulcro del sistema è l’economia della conoscenza basato sulla Culture Economy è infatti quello di ridurre e disaggregare ogni meccanismo assurdamente competitivo della vecchia società industriale per ridefinire l’economia in termini di benessere socio-economico proprio al fine di non continuare all’infinito con l’elevare verticalmente lo sfruttamento sia del lavoro sia della natura. La Green Economy ad es. non prevede l’aumento della concorrenza aziendale, ma viceversa richiede la crescita della cooperazione orizzontale di livello territoriale e la condivisione paritetica e collaborativa tra industria ed impresa, nell’intento di diminuire ogni forma di sfruttamento così da poter attuare il necessario cambiamento dalla massimizzazione del profitto alla massimizzazione collettiva del benessere. I sistemi territoriali basati su la Green Economy, nella concettualità innovativa espressa dalla Culture Economy, non possono più crescere in concorrenza e competitività a scapito dei sistemi più deboli, generando effetti di polarizzazione, che non attraggono più soltanto capitali, imprese e persone, ma che conducono al degrado della creazione e della diffusione di conoscenza.
La produzione di conoscenza e della innovazione implicano oggigiorno una differente organizzazione dell’ambiente sociale ed economico e naturale nel quale la conoscenza viene condivisa per favorire una nuova tipologia di sviluppo della società della conoscenza. Al contrario dei criteri di competitività e concorrenza aziendale, concepiti per il funzionamento della vecchia ed obsoleta società industriale. È evidente come la stessa crisi strutturale contemporanea dimostri come siano divenuti inefficienti e inefficaci i vecchi criteri di concorrenza e competitività per chi voglia attivare e potenziare una nuova dimensione di economia di scala che divenga il nuovo orizzonte futuro del benessere fondato sulla conoscenza e la innovazione.