Solo così si può spiegare la moria di pesci che si è verificata nuovamente a distanza di due anni
«A distanza di due anni, si è verificato di nuovo un consistente calo d’acqua nel tratto bolognese del Navile che ha causato la moria di centinaia di pesci. È evidente che il tavolo di lavoro istituito dal Comune e la cabina di regia regionale sulla gestione dei canali non ha prodotto ad oggi nessun risultato, a dispetto degli annunci mediatici diffusi quando sono stati costituiti». A dichiararlo è il consigliere regionale indipendente Giovanni Favia della Regione Emilia-Romagna, che sul fenomeno ha presentato un’interrogazione per sollecitare un piano d’azione straordinario e interventi sanitari e ambientali a salvaguardia dei cittadini e dell’immagine del territorio, ma anche per sollevare un evidente problema di politiche ambientali, sanitarie e di monitoraggio, nonché di gestione dei canali.
«Morie così estese – spiega Favia – posso essere legate a fenomeni di elevata tossicità acuta che esauriscono l’effetto in tempi brevi, ma anche alla scarsa o nulla portata del Canale Navile che, unita alle alte temperature, da luogo ad una diminuzione dell’ossigeno disciolto nell’acqua superficiale in grado di creare condizioni predisponenti a nuovi episodi, come tra l’altro confermano documenti Arpa del 2011. È evidente quindi che sussiste un problema di cattiva gestione delle acque da parte degli enti interessati ovvero il Servizio Tecnico Bacino Reno, il Consorzio della Chiusa di Casalecchio e del Canale del Reno ed il Bacino di Suviana, considerando tra l’altro che l’annata in corso risulta essere tutt’altro che siccitosa. Anzi, la Regione è dovuta intervenire per emergenze causate da eccessiva piovosità».