Il Garante per la pubblicità ha multato due ditte produttrici perché i messaggi pubblicitari erano fuorvianti e, ponendo sullo stesso piano la pratica della pulizia dei denti e della bocca tramite spazzolino o altri sistemi meccanici con l’uso frequente e regolare dopo i pasti delle gomme da masticare, ingenerava nel consumatore il possibile convincimento di una inutilità di una pulizia effettuata con i metodi tradizionali
Di pubblicità, di pubblicità ambigue o addirittura di pubblicità ingannevoli ci siamo occupati già in altre occasioni qui, su «Villaggio Globale», con particolare riferimento ai temi della salute. L’enorme mole di messaggi con finalità commerciali e l’impatto di quei messaggi sull’educazione e sui comportamenti dei cittadini sono sempre più un problema di non secondaria importanza. Vegliare affinché non passino elementi comunicativi che finiscano col distorcere convinzioni e principi che altrove si cerca di introdurre nelle buone pratiche quotidiane è interesse di tutti fuorché, evidentemente, di coloro i quali sono interessati principalmente a collocare i propri prodotti, rivestendoli ed arricchendoli di virtù che sono del tutto immaginarie.
Difendere la correttezza dei messaggi pubblicitari che abbiano come tema la salute significa in ultima analisi difendere la salute stessa e combattere la cattiva informazione non può che portare ad evitare l’instaurarsi di pratiche portatrici di cattiva salute.
Il messaggio che è possibile mantenere una corretta igiene con l’uso di una gomma da masticare subito dopo i pasti ha inondato, negli ultimi mesi, i programmi televisivi e le pagine dei giornali. In assenza di spazzolino, diceva lo spot, si può ricorrere al chewing gum per mantenere inalterata la salute dei denti e della bocca oltre che ottenere un alito fresco e gradevole; la masticazione del prodotto avrebbe in qualche modo sostituito l’attività di pulizia dello spazzolino mentre le sostanze contenute nella gomma (innanzitutto calcio e xilitolo) avrebbero determinato nel tempo e con l’uso costante un sicuro rafforzamento dei denti.
Un messaggio a suo modo chiaro e preciso che poteva determinare il convincimento nei consumatori che una gomma era sufficiente (quando non addirittura meglio) di uno spazzolino e che masticare quel particolare tipo di chewing gum dopo i pasti non solo avrebbe pulito la bocca ma avrebbe irrobustito denti e gengive in modo quasi miracoloso. Un messaggio che, specie nei bambini, avrebbe potuto instaurare la convinzione che piuttosto che perder cinque minuti di tempo in bagno al termine dei pasti per dedicarsi correttamente alla propria igiene orale sarebbe stato sufficiente mettersi in bocca una gomma per ottenere un risultato altrettanto efficace.
Il Garante per la pubblicità non è stato dello stesso avviso degli spot ed ha condannato la Perfetti Van Melle Italia e la Perfetti Van Melle spa per i messaggi ingannevoli relativi alle campagne pubblicitarie 2011-2012 ed incentrati sull’igiene orale e relativi a prodotti come chewing gum in confetti o lastrine dai nomi ben conosciuti quali Happydent white complete, Vivident Xylit (nelle versioni Green mint e White), Daygum Protex (nelle versioni Herbs white con aloe vera e Strawberry Juice), Daygum XP e Mentus Pure white, comminando una multa di 150.000 euro alla Perfetti Van Melle Italia ed una di 30.000 euro alla Perfetti Van Melle spa.
A parere dell’Antitrust, in sostanza, i messaggi pubblicitari relativi alla tipologia di prodotti sopraelencati erano fuorvianti e, ponendo sullo stesso piano la pratica della pulizia dei denti e della bocca tramite spazzolino o altri sistemi meccanici con l’uso frequente e regolare dopo i pasti delle gomme da masticare, ingenerava nel consumatore il possibile convincimento di una inutilità di una pulizia effettuata con i metodi tradizionali.
In particolare l’autorità ha osservato che tale campagna promozionale «incentrata sui benefici salutistici derivanti dal consumo dei prodotti, specificamente per l’igiene orale e dentale, attraverso l’accostamento allo spazzolino, agli strumenti medici, ai vanti relativi agli effetti antitartaro, anticarie e antiplacca, ancora agli effetti di rinforzo e protettivi dei denti risulta ingannevole verso i consumatori», in quanto agli alimenti reclamizzati «non possono essere attribuite le caratteristiche salutistiche via via vantate pregiudicando una consapevole e avveduta scelta commerciale dei consumatori».
La possibilità che passasse un messaggio che, specie nei più giovani, ingenerasse la convinzione che lo spazzolino è inutile era molto elevata, anche se l’azienda in questione si è difesa dicendo che il proprio spot proponeva (e propone) la gomma da masticare «in assenza di spazzolino». Sarebbe stato meglio, ci permettiamo di controbattere noi, che l’intero spot si fosse concentrato sull’invito (questo sì davvero educativo) di portare sempre insieme a sé un mini spazzolino da denti (ce ne sono di minuscoli, addirittura elettrici!) per lasciare all’eventuale uso della gomma da masticare il compito successivo di rendere più fresca la bocca.
È un po’ un vizio della pubblicità, un vizio che sta sempre più percorrendo strade ambigue e pericolose: mandare messaggi parziali quando addirittura sbagliati, a rischio di ingenerare convincimenti errati e sdoganare pratiche francamente lesive. In questo caso ripetiamolo una volta ancora: dopo mangiato ci si lava i denti, con spazzolino e magari anche con un buon idropulsore. Le gomme da masticare vengono dopo, se proprio si vuole. Ma non chiediamo a quei confettini o a quelle lastrine di pulirci i denti: sarebbe un pessimo servizio alla nostra bocca.