Condannati alla fine gli ultimi cacciatori boscimani

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È stato loro vietato l’accesso alla terra ancestrale. Il governo ha aggirato la decisione della Corte Suprema del Botswana. Survival International ha condannato le manovre messe in atto dal governo per impedire ai Boscimani di cacciare ed entrare liberamente nella terra ancestrale, distruggendo il loro stile di vita. Per questo Survival riprenderà e intensificherà la sua campagna per difendere il diritto dei Boscimani di vivere in pace nella loro casa

La Corte Suprema del Botswana ha respinto l’ultima richiesta dei Boscimani del Kalahari di avere libero accesso alla terra ancestrale. Ora si teme che questa decisione possa segnare la fine degli ultimi cacciatori Boscimani.
I Boscimani della Central Kalahari Game Reserve (Ckgr) erano ricorsi al tribunale per contestare una pratica del governo che gli impone di richiedere un permesso per entrare nella riserva nonostante una storica sentenza della Corte Suprema del 2006, che garantiva a tutti loro il libero accesso.
Il permesso d’ingresso dura un mese e viene rilasciato solo ai Boscimani che hanno parenti all’interno della riserva: una decisione che ha il chiaro obiettivo di ridurre gradualmente il numero di coloro che possono restare nella propria terra. I Boscimani vivono nella paura costante della scadenza del permesso, tra le violenze perpetrate dalla polizia paramilitare e dai guardaparchi.
Il governo è riuscito a far chiudere il caso appellandosi a un vizio di forma e affermando che nessuno dei richiedenti risiedeva nella Ckgr durante gli sfratti del 2002. Il giudice ha stabilito che i Boscimani richiedenti dovranno quindi tornare in tribunale per provare il fatto.
Quest’ultimo caso giudiziario è stato costellato di problemi. Poco prima dell’udienza, infatti, le autorità hanno arbitrariamente tolto all’avvocato dei Boscimani Gordon Bennet il permesso di entrare nel paese per rappresentarli in tribunale.

«La decisione della Corte Suprema non tiene conto di quanto i Boscimani amano la loro terra. Al contrario, fornisce un quadro ben chiaro del governo del Botswana e dell’oppressione che usa – ha dichiarato il boscimane Jumanda Gakelebone a Survival International -. Non ci sorprende, e non è la prima volta. Lotteremo per i nostri diritti fino a quando non otterremo quello che vogliamo».
Di recente, diversi Boscimani sono anche stati arrestati e torturati per aver cacciato. La caccia è un’attività fondamentale per la loro sopravvivenza nella Ckgr.
Survival International ha condannato le manovre messe in atto dal governo del Botswana per impedire ai Boscimani di cacciare ed entrare liberamente nella terra ancestrale, distruggendo il loro stile di vita. Per questo Survival riprenderà e intensificherà la sua campagna per difendere il diritto dei Boscimani di vivere in pace nella loro casa.
«La Corte Suprema ha assestato un duro colpo ai Boscimani, ma la lotta per la terra non si fermerà qui – ha dichiarato oggi il Direttore generale di Survival International, Stephen Corry -. Survival continuerà fino a quando i diritti della tribù non saranno stati ristabiliti: stiamo lavorando per rimettere in moto un’altra grande campagna internazionale».

Chi sono i Boscimani

I Boscimani del Botswana sono gli ultimi Boscimani cacciatori sopravvissuti nell’Africa meridionale. Tra il 1997 e il 2002 il governo li ha sfrattati con la forza dalla Central Kalahari Game Reserve (Ckgr), loro terra ancestrale. Nel 2006, con una sentenza storica, la Corte Suprema del Botswana confermò il diritto dei Boscimani a ritornare a casa, definendo gli sfratti «illegittimi e incostituzionali». Ma oggi il governo sostiene che il libero accesso alla Ckgr è riconosciuto solo alle 189 persone registrate formalmente nel processo, e ai loro figli fino all’età di 16 anni. All’inizio del processo, tuttavia, il governo riconobbe che la sentenza sarebbe stata applicata a tutti i 700 Boscimani sfrattati.