Attenzione alla «medicina di bufala»

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La scienza ha i suoi limiti: tornare però alla lettura dei cieli, alla interpretazione delle viscere animali, alla vibrazione dei cristalli ed all’aroma dei fiori se può essere un elemento di sollievo (quando non è folklore o truffa) rischia di farci fare un passo indietro di alcuni millenni

Le ultime sono state che il cancro non colpisce gli squali, che le case farmaceutiche tengono ben custoditi e nascosti i dati sulle migliori terapie antitumore, che asportando una massa tumorale si favorisce sempre la disseminazione nella neoplasia. Vere e proprie bufale sui tumori che, correndo e rincorrendosi su giornali o nel web o nel passa parola, rischiava (e rischia) di determinare conseguenze incalcolabili. Intanto per la salute di tutti e poi (come ecologisti la cosa ci interessa) per quella di tanti animali come nel caso degli squali, appunto, che «penalizzati» dalla bufala secondo cui sarebbero immuni dal cancro sono stati catturati ed uccisi in decine di migliaia per ricavare dai loro tessuti presunti principi chimici antitumore. Ovviamente inesistenti.
Le bufale sono sempre esistite, nelle società, ma in questo periodo la facilità di interconnessione e le straordinarie opportunità comunicative rappresentate dal web stanno ridando nuova vita e maggior vigore alla pratica di buttare in rete (o nei mass media) una notizia o una non-notizia per poi vedere, di nascosto, l’effetto che fa.
Il florilegio di sciocchezze si ripropone quasi quotidianamente, quindi, e la fantasia di chi si inventa o propone bufale sempre più grosse non ha limiti, con il risultato di una sorta di nebbia informativa che crea confusione, disorientamento, dubbi ed impedisce molto spesso la migliore o più razionale soluzione dei problemi.
Qualche perla: l’iridologia che attraverso lo studio dell’iride dell’occhio riesce prima e meglio di qualsiasi Tac, Pet, Risonanza Magnetica, esame del sangue o analisi strumentale a scoprire neoplasie o anche malattie non neoplastiche, in barba ad ogni criterio di ragionevolezza e logicità. Purtroppo la stragrande maggioranza delle malattie (quasi tutte, diremmo) non ha alcun impatto sulla morfologia dell’iride umana, per cui se dovessimo stare a fare diagnosi guardando negli occhi la gente i morti si conterebbero a milioni.
La «teoria del conflitto» di Hamer, per la cura dei tumori, in base alla quale molti pazienti hanno pensato bene di rifiutare terapie tradizionali e fornite di documentata attività ed efficacia (il che non significa guarigione assoluta bensì miglior approccio possibile, al momento, per quella data patologia!) per veder peggiorare in breve tempo il proprio stato di salute: sono numerosi, al momento, i processi per danno procurato ed omicidio colposo.
L’urinoterapia, secondo cui bere quotidianamente la propria urina fornisce (fornirebbe) le armi di difesa contro qualsivoglia malattia, dall’influenza alle bronchiti, passando per l’immancabile cancro, partendo dalla convinzione che l’urina, propagandata come «estratto di sangue», non può che far bene.
La cristalloterapia, secondo cui i vari tipi di cristalli, minerali e pietre preziose, posti sul corpo in varie sedi ed a seconda delle loro «specifiche qualità» (sic sic!) rimuoverebbero i famosi «blocchi energetici» (cosa siano nessun lo sa!) che sarebbero causa delle malattie. Compreso il cancro, ovviamente.
I vari approcci psicologici e psicoterapeutici dai nomi più suggestivamente emozionali come biodinamica, biopsicologia, psicoenergetica, psicosintesi, equilibrio di vibrazioni fra i due emisferi cerebrali, training neuroevolutivo emozionale ed altre psicocose che al di là di affascinanti definizioni tradiscono molto spesso solo una gran voglia di parcella settimanale e niente più.
Qualche tempo fa andò in onda (supportata da una vera e propria campagna mediatica condotta dalla trasmissione «Le Jene») la bufala del veleno dello scorpione cubano capace di guarire ogni malattia dalla calvizie ai tumori (se devi spararla, sparala grossa!). L’Escozul veniva distribuito a Cuba in condizioni irraccontabili (nessuna visita al paziente che doveva assumerla, veloce lettura di una relazioncina di una pagina portata a Cuba da un parente o da un amico del malato, distribuzione di flaconcini più o meno anonimi con indicazioni date oralmente e sommariamente con la raccomandazione di «farsi sentire» da lì a qualche mese) ma, purtroppo (e ovviamente, diciamo noi) nessuno dei beneficiari del veleno in realtà si è sottratto al proprio destino di malato terminale di cancro.
Potremmo parlare a lungo e probabilmente ci ritorneremo perché la medicina delle bufale è sempre attiva e viva. Noi pensiamo che sia più giusto ed opportuno affidarsi alla Medicina Basata sull’Evidenza, secondo cui si propongono e si assumono terapie che abbiano compiuto un percorso sicuro di cui si conoscano le tappe. La scienza ha i suoi limiti: tornare però alla lettura dei cieli, alla interpretazione delle viscere animali, alla vibrazione dei cristalli ed all’aroma dei fiori se può essere un elemento di sollievo (quando non è folklore o truffa) rischia di farci fare un passo indietro di alcuni millenni.