Ministero dell’ambiente, avviato il confronto per il riordino

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La diga di Occhito
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La struttura del regolamento faciliterà la concentrazione dell’esercizio delle funzioni istituzionali, attraverso il riordino delle competenze degli uffici, eliminando eventuali duplicazioni e riorganizzando gli uffici con funzioni ispettive e di controllo. È stato introdotto per la prima volta dal 1986, anno in cui è stato istituito il Ministero, la rete periferica su base regionale o interregionale

Con una nota del 4 ottobre il direttore generale, della Direzione generale degli affari generali e del personale del ministero dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare, Francesco La Camera, ha inviato alle 73 associazioni di protezione ambientale riconosciute dallo stesso Ministero la proposta di Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri recante il regolamento di organizzazione del ministero dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare.
Lo schema del Decreto è stato predisposto ai sensi di diverse leggi, il termine ultimo per l’approvazione è fissato al 31 dicembre 2013.
Il riordino si basa sia su principi di carattere generale come quelli in tema di bilancio, organizzazione del lavoro, spending review sia su principi specifici volti a rendere efficaci ed efficienti le politiche ambientali come gli adeguamenti degli uffici al codice dell’ambiente, le innovazioni in tema d’informazione territoriale e ambientale, le innovazioni in tema di gestione delle risorse idriche e il recepimento di direttive comunitarie.
La struttura del regolamento faciliterà la concentrazione dell’esercizio delle funzioni istituzionali, attraverso il riordino delle competenze degli uffici, eliminando eventuali duplicazioni e riorganizzando gli uffici con funzioni ispettive e di controllo. È stato introdotto per la prima volta dal 1986, anno in cui è stato istituito il Ministero, la rete periferica su base regionale o interregionale.
Sempre nell’ottica di razionalizzare eventuali ridondanze e conseguire le necessarie economie di scala, la struttura organizzativa prevede un Segretario Generale con un ruolo di coordinamento e alta gestione amministrativa, sei strutture tecniche con a capo un dirigente e una struttura per gli affari generali e del personale. Ogni struttura sarà organizzata in Centri di Responsabilità (CdR), di cui al vigente regolamento di organizzazione (dPR n. 140/2009), con uffici dirigenziali di livello non generale. In definitiva s’individuano 33 dirigenti di seconda fascia (erano 50 nel succitato dPR n. 140/2009) e una dotazione organica del personale non dirigenziale di 559 unità.

Vediamo sinteticamente i temi assegni dalla proposta di regolamento alle sei strutture tecniche.
Le competenze della Direzione generale per la salvaguardia del territorio e delle acque, articolata in 5 uffici di livello dirigenziale non generale, svolgerà funzione e compiti nei settori in materia di bonifica dei siti inquinati; di gestione del ciclo integrato dei rifiuti; di tutela della qualità delle acque. Inoltre, si occuperà del delicato ruolo concernente la prevenzione, riparazione e quantificazione del danno ambientale e relative azioni di risarcimento.
Le competenze dell’Ispettorato generale si avvalgono di un apposito CdR articolato in 3 uffici di livello dirigenziale non generale. L’ispettorato generale realizza le politiche di prevenzione e di mitigazione del rischio idrogeologico attraverso la programmazione e il controllo degli interventi in materia di difesa del suolo e della valutazione degli effetti conseguenti all’esecuzione dei piani e progetti.
Le competenze della Direzione generale per la protezione della natura e del mare, articolata in 5 uffici di livello dirigenziale non generale, svolgerà le funzioni e i compiti in materia di tutela degli habitat naturali terrestri e marini, sia con approccio sistemico e internazionale sia con azioni locali attuate attraverso gli strumenti di salvaguardia delle aree protette. Tale struttura si occuperà del monitoraggio dello stato della biodiversità e del coordinamento di tutte le attività in materia di biosicurezza. Particolare attenzione sarà rivolta al monitoraggio delle immissioni nell’ambiente degli organismi geneticamente modificati, e alle iniziative volte alla salvaguardia delle specie di flora e fauna nazionali in coerenza con le convenzioni internazionali.
Le competenze della Direzione per la qualità dell’aria, il clima e l’energia che si articola in 5 uffici di livello dirigenziale non generale. I temi identificano la stretta interconnessione esistente tra la qualità aria e dei cambiamenti climatici, con gli interventi per la promozione delle energie rinnovabili e della mobilità sostenibile.
La Direzione ha, quindi, in un’ottica di ecosostenibilità e d’innovazione tecnologica. Si occuperà di promuovere le tecnologie pulite e quelle attività che promuovono l’occupazione in campo ambientale (green jobs).
Le competenze della Direzione generale per le valutazioni e le autorizzazioni ambientali, la quale consta di 4 uffici di livello dirigenziale non generale, con un’attenzione anche alle attività di studio correlate al presidio dei processi di valutazione ambientale e autorizzazione integrata ambientale. Essa si occuperà, anche, della valutazione del rischio ambientale da attività a rischio d’incidente rilevante, per quanto di competenza del Ministero, nonché al presidio delle funzioni ministeriali in materia di prodotti chimici.
Le competenze della Direzione generale per l’informazione della gestione, ambientale e territoriale, organizzata in 4 uffici di livello dirigenziale non generale. Tale Struttura è uno degli elementi strategici e caratterizzanti il progetto di riorganizzazione ponendo soluzione all’esigenza di un forte presidio delle funzioni derivanti dal diritto comunitario e recepite nell’ordinamento nazionale in materia d’informazione ambientale (d.lgs. n. 195/2005) e d’informazione territoriale (d.lgs. n. 32/2010). La Direzione curerà anche gli adempimenti in materia di comunicazione e informazione ai cittadini, anche a proposito degli adempimenti di legge in materia di anti corruzione e trasparenza.
Con questa nuova riorganizzazione, non semplice per un Ministero così ampio come quello dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, si dovrebbe colmare l’adeguamento della sua struttura al nuovo quadro normativo nazionale e comunitario in tema di difesa del suolo e dell’ambiente. Il nuovo Ministero dovrebbe garantire la continuità e uniformità territoriale sulle politiche ambientali sovra territoriali e dovrebbe garantire la massima partecipazione nei processi decisionali degli enti locali e delle associazioni di protezione ambientale. Di grandi attese, per la tutela dei territori, è l’introduzione della rete periferica su base regionale o interregionale.