Il Mud «rifiuta» le Agenzie ambientali

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foto di Vito Stano
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Il ministero dell’Ambiente, adottando il Dpcm 20/12/2012, ha modificato il tracciato del Modello Unico di dichiarazione ambientale. Il provvedimento governativo rende, di fatto, inutilizzabili queste banche dati e comporta un notevole dispendio di risorse ed energie per adeguarle

Il Dpcm 20/12/2012 stabilisce che il Modello Unico di dichiarazione ambientale (Mud), che comprende le comunicazioni relative ai Rifiuti, ai Veicoli fuori uso e ai Rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche, deve essere trasmesso alla Camera di commercio via telematica.
Il sito www.mudtelematico.it serve per trasmettere telematicamente alle Camere di commercio il file contenente la dichiarazione Mud.
In pratica, il dichiarante, già dal 2013, ha dovuto spedire un file, denominato mud2012.000, generato dal software Unioncamere per la compilazione del Mud o da altri software che rispettino i tracciati record stabiliti dalla legge.
Ogni file spedito ha potuto contenere più dichiarazioni anche di diversi dichiaranti, riferite ad Unità locali della stessa provincia.

Per la spedizione telematica è stato necessario:
• essere registrati al sito www.mudtelematico.it;
• disporre di una firma digitale dell’associazione di categoria, del consulente, del professionista o di altri soggetti che, nell’anno a cui si riferisce la dichiarazione, hanno curato, per conto del dichiarante, la compilazione.

Ricordiamo che il Mud va presentato entro il 30 aprile di ogni anno e che lo stesso è articolato in Comunicazioni che devono essere presentate dai soggetti tenuti all’adempimento, che sono così individuati:

1. Comunicazione Rifiuti speciali
• Chiunque effettua a titolo professionale attività di raccolta e trasporto di rifiuti;
• Commercianti ed intermediari di rifiuti senza detenzione;
• Imprese ed enti che effettuano operazioni di recupero e smaltimento dei rifiuti;
• Imprese ed enti produttori iniziali di rifiuti pericolosi;
• Imprese agricole che producono rifiuti pericolosi con un volume di affari annuo superiore a Euro 8.000,00;
• Imprese ed enti produttori che hanno più di dieci dipendenti e sono produttori iniziali di rifiuti non pericolosi derivanti da lavorazioni industriali, da lavorazioni artigianali e da attività di recupero e smaltimento di rifiuti, fanghi prodotti dalla potabilizzazione e da altri trattamenti delle acque e dalla depurazione delle acque reflue e da abbattimento dei fumi (così come previsto dall’articolo 184 comma 3 lettere c), d) e g)).

Imprese ed enti che producono fino a 7 rifiuti possono presentare la comunicazione rifiuti semplificata su supporto cartaceo.
2. Comunicazione Veicoli Fuori Uso
• Soggetti che effettuano le attività di trattamento dei veicoli fuori uso e dei relativi componenti e materiali.
3. Comunicazione Imballaggi
• Conai o altri soggetti di cui all’articolo 221, comma 3, lettere a) e c).
4. Comunicazione Rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche
• soggetti coinvolti nel ciclo di gestione dei Raee rientranti nel campo di applicazione del D.Lgs. 151/2005.
5. Comunicazione Rifiuti Urbani, Assimilati e raccolti in convenzione
• soggetti istituzionali responsabili del servizio di gestione integrata dei rifiuti urbani e assimilati.
6. Comunicazione Produttori di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche
• produttori di apparecchiature elettriche ed elettroniche iscritti al Registro nazionale e Sistemi collettivi di finanziamento.

Bene, la finalità di trasmissione non è certo cambiata con l’adozione del Dpcm 20.12.12, il Mud ha sempre lo stesso scopo di informare, le Autorità competenti, della qualità e quantità di movimentazione del rifiuto, su territorio nazionale, movimentazione avvenuta nell’anno precedente alla presentazione.
Una variante, in questo processo, però c’è stata.
Il ministero dell’Ambiente, infatti, ha modificato il tracciato del Mud. Le Agenzia ambientali da anni avevano predisposto appositi software per importare i dati contenuti nei Mud in specifiche banche dati, verificarli ed elaborarli. Tutto ciò per alimentare la banca dati nazionale presente presso Ispra e per renderli disponibili, a livello regionale, per la consultazione da parte dei soggetti, pubblici e privati, interessati.
Il provvedimento governativo rende, di fatto, inutilizzabili queste banche dati e comporta un notevole dispendio di risorse ed energie per adeguarle.
Questo quanto dichiarato in un comunicato stampa emesso dall’Agenzia regionale per la protezione ambientale della Toscana (Arpat).

Nel comunicato si sottolinea anche la richiesta, nei confronti del ministero dell’Ambiente, di tenere conto che in campo ambientale Ispra ed il sistema delle Agenzie regionali svolgono compiti importanti e sui quali sono state maturate importanti esperienze e ci si auspica quindi che il Ministero, prima di assumere decisioni, che hanno ricadute sull’attività svolta da parte delle Agenzie per la protezione dell’ambiente, le consulti.
In definitiva, le Agenzie per l’ambiente sono realtà strettamente legate al territorio e svolgono funzioni di monitoraggio e supporto tecnico. Depotenziarle o impedir loro di catalogare dati sensibili utili al buon funzionamento della cosa pubblica in argomento ambientale non è solo una scelta priva di logica ma anche una circostanza che ha conseguenze negative sull’organizzazione di tutta la filiera di settore.