Essenzialmente tre filoni: Piano straordinario per la tutela e la gestione della risorsa idrica per potenziare la capacità di depurazione dei reflui urbani. Piano straordinario di bonifica delle discariche abusive. La tutela del territorio. L’importanza di questi settori è sotto gli occhi di tutti, lo scetticismo deriva dal fatto che le competenze sono frammentate fra vari dicasteri, che in molte aree del Paese mancano i piani territoriali, i piani regolatori, che ad ogni votazione, a tutti i livelli si interviene modificando per favorire questo e quello…
Presentata la legge di stabilità inizia il lavorio per migliorarla, si dice l’autonomia del Parlamento. Vedremo come andrà a finire, intanto vediamo che cosa prevede per quanto riguarda l’ambiente.
Si parla di Piano straordinario per la tutela e la gestione della risorsa idrica per potenziare la capacità di depurazione dei reflui urbani. A questo settore è destinato un fondo di complessivi 90 milioni di euro.
Nel dettaglio sono previsti «10 milioni di euro per l’esercizio 2014, 30 milioni per l’esercizio 2015 e 50 milioni per l’esercizio 2016, al fine di finanziare un piano straordinario di tutela e gestione della risorsa idrica, finalizzato prioritariamente a potenziare la capacità di depurazione dei reflui urbani».
A prima vista una cosa buona, ed è senz’altro una cosa buona, ma è bene che i cittadini sappiano che spesso non si tratta di adeguamenti dovuti all’aumento della popolazione o all’usura degli impianti ma a veri e propri errori di progettazione perché questi impianti sono spesso realizzati a risparmio (si fa per dire…), sono cioè sottodimensionati. Nel senso che sono realizzati sulla base della popolazione esistente, cosa che non funziona quando si tratta di aree turistiche, In estate, aumentando la popolazione, questi impianti non riescono a gestire il numero di residenti con conseguente inquinamento marino.
Ecco perché, periodicamente, si devono «ritoccare» queste strutture.
In arrivo anche un Piano straordinario di bonifica delle discariche abusive per il quale è istituito un apposito fondo da 60 milioni per gli anni 2014-2015 e da 50 milioni di euro per il 2016.
La legge dice «fatta salva la responsabilità dell’autore della contaminazione e del proprietario delle aree in conformità alle leggi vigenti, e fatto salvo il dovere della autorità competente di procedere alla ripetizione delle spese sostenute per gli interventi di caratterizzazione e messa in sicurezza, nonché per gli ulteriori interventi di bonifica e riparazione del danno ambientale nelle forme e nei modi previsti dalla legge».
Anche questa è una cosa buona, ma il cittadino può domandarsi: ma con questo chiudiamo il capitolo discariche? Il territorio è più controllato? Le leggi della filiera dei rifiuti funziona?
Si vedrà, intanto passiamo ad un altro intervento previsto, necessario, salutare ma che rappresenta una goccia tanto vasto è il settore con falle che si aprono in continuazione: la tutela del territorio.
Nella bozza della legge di stabilità si legge: «Entro il 1° marzo 2014, il ministero dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare verifica la compatibilità degli Accordi di programma e dei connessi cronoprogrammi con l’esigenza di massimizzare la celerità degli interventi in relazione alle situazioni di massimo rischio per l’incolumità delle persone, e, se del caso, propone alle regioni le necessarie integrazioni e aggiornamenti».
«Entro il 30 aprile 2014 – si legge ancora nella bozza – i soggetti titolari delle contabilità speciali concernenti gli interventi contro il dissesto idrogeologico finalizzano le risorse disponibili agli interventi immediatamente cantierabili contenuti nell’Accordo e presentano specifica informativa al Cipe indicando il relativo cronoprogramma e lo stato di attuazione degli interventi già avviati. La mancata pubblicazione del bando di gara ovvero il mancato affidamento dei lavori entro il 31 dicembre 2014, comporta la revoca del finanziamento statale e la rifinalizzazione delle risorse ad altri interventi contro il dissesto idrogeologico con decreto del ministro dell’Ambiente e tutela del territorio di concerto con il Ministro dell’economia». Per questo settore è prevista la spesa di 30 milioni per l’anno 2014, euro 50 milioni per l’anno 2015 e euro 100 milioni per l’anno 2016.
L’importanza di questi settori è sotto gli occhi di tutti, lo scetticismo deriva dal fatto che le competenze sono frammentate fra vari dicasteri, che in molte aree del Paese mancano i piani territoriali, i piani regolatori, che ad ogni votazione, a tutti i livelli (comunale, provinciale, regionale, statale) si interviene modificando per favorire questo e quello… Insomma è il male oscuro dell’Italia, una sorta di pozzo senza fondo o tela di Penelope dove a guadagnarci sono tutti tranne il territorio. Riusciremo a cambiare la cultura nella patria del bizantinismo?