Sottolineata l’esigenza di armonizzare le normative in Europa e la gestione degli animali d’affezione, anche in ragione del sentire comune. Ilaria Ferri: «I nuovi fenomeni che connotano l’allevamento e la movimentazione a scopo commerciale dei pet, spesso illegali, suggeriscono che è necessario provvedere ad una analisi degli stessi in una visione sistemica e non rigidamente separata»
Oltre 400 persone provenienti da tutti i Paesi europei e coinvolte sulle tematiche relative alla tutela degli animali d’affezione, in particolar modo di cani e gatti, hanno partecipato alla conferenza «Conference on the welfare of dogs and cats in the Eu», svoltasi presso la Commissione Ue a Bruxelles, alla quale era presente anche il direttore scientifico dell’Enpa, Ilaria Ferri.
Lo straordinario successo dell’iniziativa segnala con evidenza che si tratta di un argomento molto sentito e che, anche a causa delle emergenze (quali, per esempio, la strage dei randagi in Romania), vi sia l’esigenza di superare quelli che sembrerebbero i vincoli che la Commissione europea pone nel trattato in tema di animal welfare degli animali d’affezione, quali argomenti non pertinenti alle attività della stessa.
Gli interventi multidisciplinari hanno fornito il quadro della situazione nei molti Paesi europei sia dal punto di vista legale sia dal punto di vista etico e sociale. Nel corso della conferenza è emerso con forza come l’Europa abbia normative e condizioni diverse in materia di gestione degli animali domestici; una vera dicotomia.
Per questo l’Enpa, ma anche tutta la sala, ha molto apprezzato l’intervento del dottor Romano Marabelli, Capo del Dipartimento della sanità pubblica veterinaria, della sicurezza alimentare e degli organi collegiali per la tutela della salute, presso il ministero della Salute, che ha richiamato l’esigenza di armonizzare le normative in Europa e la gestione degli animali d’affezione, anche in ragione del sentire comune.
«Giova sottolineare – dichiara Ilaria Ferri, direttore scientifico dell’Enpa – che dove non c’è welfare non ci può essere alcuna salute e sicurezza in tal senso. Non si tratta quindi di argomenti antagonisti l’uno all’altro, al contrario, sono necessariamente interconnessi. I nuovi fenomeni che connotano l’allevamento e la movimentazione a scopo commerciale dei pet, spesso illegali, suggeriscono che è necessario provvedere ad una analisi degli stessi in una visione sistemica e non rigidamente separata».
«Per questo auspichiamo che, come ha anche sottolineato il dottor Marabelli, si ragioni in termini di proposte di armonizzazione di tutte le normative riguardanti gli animali d’affezione in Europa – aggiunge Ferri – guardando, non solo ai minimi criteri di welfare richiesti per garantire la tutela della salute e la prevenzione delle zoonosi, ma anche per riconoscere quello che è ormai il sentire comune dei cittadini nei confronti degli animali e i diritti di cui sono portatori».