A Capannori il 72,33% dei materiali raccolti viene riciclato

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È il primo fra i grandi comuni dell’Italia centrale. Dal 2004 al 2012 la quantità dei rifiuti è stata ridotta di oltre il 30%. Raccolta differenziata all’85%. Nel 2007 l’ente, primo in Italia, ha aderito alla strategia «Rifiuti Zero», già adottata con successo in realtà internazionali quali San Francisco negli Usa

Tra i Comuni dell’Italia centrale con popolazione sopra i 10mila abitanti, Capannori (Lucca) è il primo per la percentuale di rifiuti avviati al riciclo. Nel 2012 il 72,33% dei materiali raccolti con il «porta a porta» o consegnati alle isole ecologiche è stato recuperato; ciò significa che il rifiuto non è finito in discarica ma è stato riutilizzato e trasformato, ad esempio, in oggetti di uso quotidiano quali carta per fotocopiatrici, contenitori, abbigliamento ma anche panchine e altro arredo urbano.
Un risultato, questo, che va ben oltre la media nazionale, che è pari al 38,65%. È quanto emerge dal «III Rapporto raccolta differenziata e riciclo» realizzato da Ancitel ambiente e energia, società del Gruppo Anci che realizza progetti e servizi per i Comuni nel settore dell’ambiente, che è stato presentato a Roma.

Più alta, invece, è la quota di raccolta differenziata che, secondo le stime dei dati Ascit comprensivi dei bonus regionali, nel 2013 potrebbe raggiungere l’85%. Il comportamento virtuoso dei cittadini capannoresi, sempre secondo il documento di Ancitel, ha evitato l’emissione in atmosfera di 4.888 tonnellate di anidride carbonica, per una media ad abitante di 108 chilogrammi per abitante.

«Siamo molto orgogliosi del risultato, che premia innanzitutto l’impegno quotidiano della popolazione, che dal 2005 ad oggi si è resa protagonista di una vera e propria “rivoluzione culturale” – afferma il sindaco, Giorgio Del Ghingaro -. Il primato in questa speciale classifica è più che mai importante, perché si riferisce ai rifiuti che effettivamente vengono re-inseriti nei cicli produttivi. Rappresentano quindi una preziosa risorsa per la collettività, visto che il loro impiego riduce il ricorso alle materie prime. Un ringraziamento speciale va quindi all’azienda Ascit, la cui opera di gestione dei rifiuti è esemplare. Ci sono comunque margini di miglioramento; stiamo già lavorando in tal senso assieme al Centro ricerca Rifiuti Zero di Capannori, coordinato da Rossano Ercolini, che ha compiuto indagini merceologiche sui rifiuti che finiscono in discarica».

La percentuale di avvio al riciclo è un parametro che negli ultimi anni ha assunto un significato sempre più importante, perché non prende in considerazione la raccolta differenziata nella sua interezza, che include anche scarti che non possono essere recuperati come i medicinali e le vernici, bensì i rifiuti che effettivamente vengono inviati ad apposite aziende per essere riutilizzati.

L’eccellenza di Capannori è frutto delle buone pratiche promosse dall’amministrazione Del Ghingaro. Nel 2007 l’ente, primo in Italia, ha aderito alla strategia «Rifiuti Zero», già adottata con successo in realtà internazionali quali San Francisco negli Usa. La «cultura del riutilizzo» e del «non-spreco», unita anche ad altre iniziative come il Centro del Riuso di Lammari, dove i cittadini portano elettrodomestici, mobili e vestiario usati per essere distribuiti ai cittadini più in difficoltà, unita alla raccolta «porta a porta» ha fatto calare di oltre il 30% la quantità di rifiuti prodotta. Si pensi che nel 2004 si mandavano in discarica o a riciclare 30mila 932 tonnellate di rifiuti, mentre nel 2012 la quantità è scesa a 21mila 514 tonnellate, con una differenza di 9mila 418 tonnellate.