E sono 14 le tartarughe marine morte

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foto GeaPress
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Fenomeno insolito. Gli animali sembrano essere morti nello stesso periodo. Si dovrebbe anche presupporre la contemporanea presenza degli animali, un fatto questo che non si riscontra nelle caratteristiche della specie

Sono ormai 14 le tartarughe di mare Caretta caretta, ritrovate morte nel litorale di Grado (GO). L’ultima è stata rinvenuta stamani. Si tratta della più piccola tra quelle finora recuperate. La sua lunghezza è di appena 27 centimetri, ma tra le altre ve ne sono alcune prossime o superiori ai settanta centimetri.
Di certo, è difficile trovare un precedente così significativo.
A sottolinearlo a GeaPress è lo stesso Comandante dell’Ufficio circondariale marittimo di Grado, Tenente di Vascello Ottavio Cilio. «È sicuramente un’anomalia – ha riferito il Comandante Cilio – sia per il numero delle tartarughe che per il lasso di tempo molto ristretto nel quale sono state trovate». Sono stati gli stessi Uffici della Capitaneria ad attivarsi con l’Università di Padova, Dipartimento di Biologia Marina, che allo stato ha otto delle quattordici tartarughe.
La Capitaneria ha provveduto a sentire anche i pescatori della zona che non ricordano casi antecedenti a questo.
All’insolito numero di animali morti, si aggiunge un altro significativo dato. Lo riferisce a GeaPress il dott. Franco Zuppa, biologo del Gruppo di Pronto intervento tartarughe marine e cetacei della Riserva Marina di Miramare gestita dal Wwf. «Tutte le tartarughe – ha riferito il dott. Zuppa – sembrano presentare eguale stadio di decomposizione. Questo fa presupporre – ha aggiunto il dott. Zuppa – che siano morte con una certa contemporaneità».
Gli animali presentano inoltre l’assenza degli occhi, un fatto che potrebbe essere spiegato con il galleggiamento post mortem e la predazione da parte dei Gabbiani. Questi uccelli, infatti, attaccano le carcasse per prima nelle parti molli. Stamani sono iniziati presso l’Università di Padova, gli esami autoptici di una prima tartaruga. Sembra, a tal proposito, che non siano stati rilevati traumi interni né evidenti parassitosi. La morte non ha ancora intaccato l’integrità degli organi interni, almeno per quanto utile agli esami tossicologici e microbiologici ai quali verranno sottoposti i resti degli animali.
I primi risultati di laboratorio saranno disponibili tra non meno di 15-20 giorni. Sembra non convincere il possibile effetto dannoso di «onde sonore» conseguenti ai sondaggi per la ricerca di petrolio o gas. Per il dott. Zuppa, infatti, si dovrebbe presupporre la contemporanea presenza degli animali, un fatto questo che non si riscontra nelle caratteristiche della specie. Un animale solitario che può presentare delle aggregazioni solo in fondali utili per un’abbondante pasturazione.
Di certo, quanto sta avvenendo a Grado fa presupporre un evento che contemporaneamente ha interessato tartarughe di diversa età. Nessuna ferita da imbarcazione o altro trauma dagli effetti visibili. Onda sonora o intossicazione, sarà possibile ipotizzarla solo a conclusione degli esami autoptici. «Ogni ipotesi – tiene a precisare il dott. Zuppa – allo stato attuale è difficile da supportare».