Scempio nel Cilento

750
foto di Achille Cristian
Tempo di lettura: 2 minuti

Apposti i sigilli al cantiere dal Corpo forestale dello Stato nel cuore del Parco nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni, dopo l’abbattimento di oltre 1.500 faggi di alto fusto per un totale di oltre 1.000 quintali

Dopo oltre un mese di continui sfregi nel cuore del Parco nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni, oltre 1.500 faggi (Fagus sylvatica) di alto fusto per un totale di oltre 1.000 quintali sono stati abbattuti. Lo scempio è finito con i sigilli apposti al cantiere dal Corpo forestale dello Stato, intervenuto grazie anche alle continue informazioni e sollecitazioni da parte del Copat (Comitato parchi e territorio), Get (Gruppo escursionistico trekking) Vallo di Diano di Giancarlo Priante, più volte minacciato e querelato per il suo attivismo, e Lupi dell’Appennino di Salerno.
Il taglio operato tra ottobre e novembre 2013 nel territorio comunale di Piaggine, è la prosecuzione dei tagli avviati e anch’essi bloccati dai ricorsi delle Associazioni ambientaliste realmente presenti sul territorio nel 2010.
Restano le cicatrici prodotte in più di trenta giorni di attività, con l’apertura di nuove piste di esbosco create dai cingolati e dalle pale meccaniche utilizzate per il taglio, tracciate sulla superficie carsica di questo delicato ecosistema, che solo tra alcuni secoli sarà rimarginato dall’opera della Natura.

I Lupi dell’Appennino il 12 ottobre 2013 in collaborazione con il Comitato parchi Italia e del suo coordinatore professor Franco Tassi, lanciavano l’allarme in brevissimo tempo, per questo ennesimo attentato al cuore del Parco Nazionale.
A distanza di un mese le nostre più fosche previsioni purtroppo sono state confermate, in questa area che dovrebbe essere tutelata al massimo livello, ricordiamo che questo territorio è riconosciuto anche a livello europeo nel quadro della Rete Natura2000 con l’istituzione di Sito di Interesse Comunitario (Sic) e Zona di Protezione Speciale (Zps), i risultati sono sotto gli occhi di tutti.
Spazzati via gli habitat del Picchio nero (Dryocopus martius), del Picchio rosso mezzano (Dendrocopos medius), dell’Astore (Accipiter gentilis), dello Sparviere (Accipiter nisus), della Rosalia alpina e della farfalla azzurra, Maculinea arion, per non parlare del re del bosco, il Lupo (Canis lupus).