I costi delle calamità naturali arrivano fino al 2,9% del Pil annuo. Singoli eventi recenti hanno procurato danni per decine di miliardi di dollari. Per questo l’Ocse incentiva la copertura assicurativa contro i rischi da calamità. Un volume sul tema, con contributo dell’Irat-Cnr, viene presentato a Napoli
Tra il 1963 ed il 2012 ben 782 Comuni italiani hanno subito inondazioni e frane, che hanno causato rispettivamente 1.563 e 5.192 vittime tra morti, feriti e dispersi e un totale di 421.227 tra sfollati e senzatetto (dati dell’Istituto di ricerca per la protezione idrogeologica del Consiglio nazionale delle ricerche), con un costo medio dello 0,2% del Pil annuo (Ocse 2012). Nel solo 2011 il numero dei disastri naturali nel mondo è stato impressionante: 332, con oltre 30.000 vittime, 245 milioni di persone colpite e oltre 366 miliardi di dollari statunitensi di danni economici (Université Catholique de Louvain 2012).
«A livello globale i danni causati dalle catastrofi naturali sono aumentati negli ultimi 30 anni, principalmente a causa del crescente valore economico e il settore assicurativo appare il candidato principale per la distribuzione e gestione dei rischi cui sono esposte le famiglie e le imprese, e per la liquidazione dei danni», spiega il volume «Calamità naturali e coperture assicurative», curato da Antonio Coviello, ricercatore dell’Istituto di ricerche sulle attività terziarie (Irat) del Cnr e docente di Economia e gestione delle imprese di assicurazione alla Seconda Università di Napoli.
Il libro (che raccoglie i contributi di diversi esperti, con prefazione di Gian Vito Graziano, presidente del Consiglio nazionale dei geologi, e presentazione di Paolo Garonna, segretario generale Federazione banche, assicurazioni e finanza) sarà presentato in una tavola rotonda organizzata dall’Ordine dei geologi campani lunedì 25 novembre alla Camera di commercio di Napoli (Piazza Bovio, ingresso Via S. Aspreno 2, ore 15). Interverranno, tra gli altri, Stefano Caldoro, presidente della Regione Campania, Edoardo Cosenza, assessore regionale ai Lavori pubblici.
Una recente indagine del Dipartimento di ricerca economica di Munich Re e uno studio dell’Università di Wuerzburg «rilevano che i danni diretti causati dalle catastrofi naturali nei paesi emergenti in media totalizzano il 2,9% del Prodotto interno lordo ogni anno. Nei paesi industrializzati maggiormente esposti, quali il Giappone per i terremoti, l’Europa centrale per le alluvioni, gli Usa per i tornado, la percentuale scende allo 0,8, mentre è dell’1,3% nei Paesi in via di sviluppo – prosegue il ricercatore -. I maggiori danni diretti da eventi recenti si sono avuti con l’alluvione in Thailandia del 2011 (43 miliardi di dollari statunitensi, il 12% del Pil) e il terremoto in Cile del 2012 (30 miliardi di dollari, 14% del Pil)».
La copertura assicurativa, afferma il volume, è lo strumento più adeguato per gestire economicamente i danni da catastrofe naturale: adottata in molti paesi europei, è caldeggiata dall’Ocse, che suggerisce di introdurre opportuni quadri normativi in materia, per permettere agli attori economici di pianificare eventuali interventi di prevenzione e di preparazione.
«L’assicurazione – Conclude Coviello – ha sicuramente un primo effetto indiretto di riduzione dei danni, in quanto i premi rappresentano un incentivo per l’assunzione di misure preventive e conferiscono al rischio rispettivo un prezzo, e supporta direttamente la ricostruzione nell’eventualità di una catastrofe».