Questo originale saggio, evidenziando tutta la cancerogenesi delle combustioni del petrolio e altri fossili nelle città, serve da introduzione alla visione fantascientifica di una civiltà agrobiotecnologica contro una iperindustriale presentata fantascientificamente nella «Nostalgia del Futuro», racconto scritto dal padre di Piero Quercia e successivamente da lui corretto. Tutti gli ingredienti per diventare un «caso» italiano. L’ebook è on line
La storia scientifica italiana è affollata da incompiute e scippi.
Brillanti scienziati che hanno anticipato i tempi, onorando la ricerca e il genio italico con scoperte giudicate fantascientifiche e puntualmente finite nei tiretti italiani e poi ricomparse e realizzate in terra straniera…
Questa che vi proponiamo è una storia italiana sotto forma di racconto di fantascienza… E sì, perché non resta che rifugiarsi nella fiction come in tempi passati ci si rifugiava nel fantastico, nell’allegoria, negli aneddoti, nel teatro ironico… ma qui si tratta di una anticipazione storica di ciò che puntualmente registriamo oggi: la crisi petrolifera, l’inquinamento che pompa gas climalteranti, il clima impazzito…
L’Inganno del Petrolio evidenziando tutta la cancerogenesi delle combustioni del petrolio e altri fossili nelle città, serve da introduzione alla visione fantascientifica di una civiltà agrobiotecnologica contro una iperindustriale presentata fantascientificamente nella «Nostalgia del Futuro», racconto scritto dal padre di Piero Quercia e successivamente da lui corretto. Il padre, Italo Federico Quercia, è stato uno dei più grandi fisici del secolo scorso, alla scuola di Fermi, Amaldi ecc.
La prefigurazione della città di Monceria (centro di monitoraggio risorse dell’ambiente) è solo un progetto depositato al Cnr come «Ceria» e fatto approvare tanti anni fa pure negli Usa. Ma in Italia, nonostante fosse uscito nel luglio 1979 un articolo anticipatore, su «Le Scienze» (dallo Scientific American Usa) che trattava dell’«utilizzo biologico dell’energia solare» a firma Piero e Italo Federico Quercia come il Monceria, non è nato niente… non si è andati più in là di uno studio di fattibilità, come al solito…
Praticamente doveva essere una cittadina, centro studi, autosufficiente dal punto di vista energetico, dove non entrassero né uscissero inquinanti. Doveva funzionare a fonti integrative d’energia, senza emissioni.
«Io e mio padre – racconta Piero Quercia – ci pensavamo quarantanni fa durante la prima crisi del petrolio, e ancora l’atmosfera non era stata destabilizzata e inquinata come adesso e non si pensava certamente al problema della CO2 con conseguente sparizione dei ghiacci, variazioni delle temperature e correnti oceaniche, distruzione delle barriere coralline, innalzamento dei mari, riduzione dello schermo dell’atmosfera che ci protegge dai mortali (anche gamma) raggi cosmici, né all’aumento dei tornado, tsunami e della cancerogenesi per inquinanti combustioni e malattie dell’apparato cardiorespiratorio, ed altro ancora».
«Hanno tentato di realizzarla nei tecnological park o nelle smart cities o biosphera uno, due o tre – continua Quercia – ma sono progetti estremamente limitati… un po’ falliti mi sembra… Insomma Monceria è un sogno ancora da realizzare… come la civiltà agrobiotecnologica… ma è l’unica soluzione, e se ne vedono già i primi tentativi embrionali di città solari o isolate in montagne o isole ecologiche in alcune parti del mondo… ma sono progetti elementari o parziali e poco clonabili… non sono certo frutto di Centri di ricerca energetica anche avanzata integrata».
Dei lavori dei Quercia c’è ancora traccia sul sito dell’Infn ed anche nella Rete dove basta mettere alcune parole chiave (piero quercia cancerogenesi villaggio globale, piero quercia fusione fredda, hydrogen, Ralstonia detusculanense, piero quercia e francesco celani fusione fredda, piero quercia cold fusion coherence) per trovare molto su questo lavoro.