La vivisezione: uno dei capitoli più bui della storia

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    La dott.ssa Linda Guerra
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    I vivisettori cercano di manipolare l’opinione pubblica facendo leva sull’emotività mascherandosi da benefattori, ma il loro unico e preciso intento è quello di salvaguardare i loro interessi economici e la loro carriera, perché sperimentare sugli animali è il modo più facile per ottenere borse di studio e pubblicazioni

    Questo è l’intervento della dott.ssa Linda Guerra, naturalista ed etologa al convegno «La ricerca scientifica senza animali per il nostro diritto alla salute» organizzato dalla Federazione italiana associazioni diritti animali e ambiente e moderato dall’on. Michela Vittoria Brambilla.

    La dott.ssa Linda GuerraBuongiorno,
    mi chiamo Linda, sono una naturalista ed etologa, vegetariana per scelta etica da 25 anni, e dalla nascita sto in sedia a rotelle per una lesione al midollo spinale irreversibile. Ringrazio di cuore l’onorevole Brambilla per avermi dato l’opportunità di venire a questo convegno a dare la mia testimonianza contro la sperimentazione animale, in qualità sia di laureata con una preparazione scientifica, sia di persona con una disabilità fisica.
    Per mia impostazione mentale, non ho mai strumentalizzato la mia disabilità per secondi fini, ma mi sono sempre posta come essere umano nella sua totalità, andando oltre questo limite, ma in questo contesto penso che la mia situazione mi dia una oggettiva credibilità, perché è ovvio che non parlo per retorica.
    Il mese scorso ho partecipato a un corso sulle tecniche di sperimentazione che fanno uso delle colture cellulari al posto degli animali, e ne ho potuto verificare dal vivo le potenzialità.
    Le motivazioni scientifiche per opporsi alla sperimentazione animale sono evidenti: ogni organismo ha delle sue specifiche peculiarità metaboliche, enzimatiche e fisiologiche nel reagire a sostanze esterne all’organismo; ogni specie ha delle sue malattie definite specie-specifiche che non colpiscono altre specie o almeno non con le stesse caratteristiche, inoltre le malattie provocate sperimentalmente hanno modalità di genesi e di evoluzione differenti da quelle che insorgono per cause naturali (come alimentazione errata, inquinamento, stress), e le alienanti condizioni di vita in laboratorio alterano le risposte immunitarie. Ogni specie può essere modello solo di se stessa, considerando che comunque esistono delle differenze anche fra organismi della stessa specie. Chi ancora sostiene che la sperimentazione animale è utile per la ricerca scientifica, è profondamente ignorante o in malafede. I vivisettori cercano di manipolare l’opinione pubblica facendo leva sull’emotività mascherandosi da benefattori, ma il loro unico e preciso intento è quello di salvaguardare i loro interessi economici e la loro carriera, perché sperimentare sugli animali è il modo più facile per ottenere borse di studio e pubblicazioni.
    Comunque, se anche per assurdo la vivisezione fosse in qualche modo utile per ottenere dei risultati trasferibili all’uomo, mi opporrei in tutti i casi per un principio di coscienza, dato che la Vita ha un valore intrinseco insindacabile e inalienabile in ogni sua forma, e gli animali impiegati negli esperimenti hanno la stessa capacità, rispetto alla media degli esseri umani, di provare sofferenza, dolore ed emozioni, e questo motivo dovrebbe bastare per rispettarli. L’arroganza dell’uomo lo ha portato a ritenere che gli altri esseri senzienti esistano in sua funzione e per servire alle sue presunte necessità, ma noi siamo semplicemente una delle miriadi di manifestazioni della Vita su questo pianeta, con cui siamo connessi a vari livelli e interdipendenti. Ogni forma di Vita ha una sua funzione, un senso e un valore. Poter camminare sarebbe il mio più grande sogno, ma non vorrei mai che questo accadesse al prezzo della tortura e della morte di creature innocenti.
    La strada giusta e sensata per andare nella direzione del cambiamento che tutti auspichiamo per poter creare, prima che sia troppo tardi, un mondo migliore e davvero più umano per tutti, è quella di investire da subito risorse finanziarie e materiali nell’implementazione delle tecnologie alternative che sono già disponibili, sottoporle a validazione come non è mai stato fatto per la sperimentazione animale (che è regolamentata da una legge obsoleta del 1932 che nella sostanza non è mai cambiata), creare corsi di formazione per i ricercatori in ambito farmacologico e chimico, e trovare una collocazione per tutti gli animali ancora rinchiusi negli stabulari dei laboratori di ricerca, incentivandone le adozioni o affidandoli a centri di recupero.
    Inoltre penso che si dovrebbe rivedere l’accanimento terapeutico e l’ostinazione con cui si cerca a tutti i costi di curare malattie che in larga parte sono causate dalle abitudini di vita distruttive che l’uomo stesso ha creato, puntando su una qualità di vita più sana, etica, ricca di contenuti e di valori, e focalizzandosi sul senso che ognuno può trovare nella propria esistenza, al di là dei limiti fisici personali che può avere.
    Ringrazio ancora l’onorevole Brambilla per avermi dato l’onore di essere qui, e tutte le persone presenti che a vario titolo hanno portato il loro contributo affinché si possa mettere al più presto la parola «fine» al crimine della vivisezione, nella speranza che rimanga solo uno dei capitoli più bui da inserire nei libri di storia.