L’Atlantic meridional overturning circulation (Amoc), più nota come la Corrente del Golfo, è in fase di rallentamento. L’osservazione è stata fatta dal 2004 al 2012. Ormai la Terra è un malato grave, e i guai si chiamano a vicenda. Sbagliano pertanto profondamente i governanti a pensare all’economia e non alle cause di un disseto globale che comprende anche l’economia. Infatti un cambiamento improvviso del clima manderà a gambe all’aria qualsiasi piano di risanamento economico. Bene il Parlamento Ue che spinge sul pacchetto clima-energia
Si parla ormai da tempo della probabilità dell’arrivo di una piccola glaciazione ed ora arrivano anche le conferme scientifiche.
Un gruppo di ricercatori ha divulgato uno studio dal quale si ricava che l’Atlantic meridional overturning circulation (Amoc), più nota come la Corrente del Golfo, è in fase di rallentamento. L’osservazione è stata fatta dal 2004 al 2012.
Questo significa che aumenta concretamente il rischio di un nuovo stadiale come lo «Youger Dries» cioè di un cambiamento improvviso del clima verso una glaciazione millenaria del nord Europa e di parte dell’emisfero nord.
Questo non è in contraddizione con il riscaldamento globale che, al contrario, ne è la causa scatenante. Come dire, sostiene Vincenzo Ferrara, glaciazione per eccessiva velocità di riscaldamento.
Ormai la Terra è un malato grave, e i guai si chiamano a vicenda. Sbagliano pertanto profondamente i governanti a pensare all’economia e non alle cause di un disseto globale che comprende anche l’economia. Infatti un cambiamento improvviso del clima manderà a gambe all’aria qualsiasi piano di risanamento economico.
E bene ha fatto il Parlamento europeo che ha rigettato il pacchetto clima-energia della Commissione Ue e bacchetta la stessa Commissione per una proposta debole e che non punti a obiettivi più ambiziosi al 2030.
Con un votazione che tradisce pesantemente la presenza di lobby (341 favorevoli 263 contrari) sono stati approvati per il pacchetto clima-energia i seguenti tre obiettivi vincolanti per il 2030: 1) un taglio del 40% delle emissioni di gas ad effetto serra, rispetto ai livelli del 1990; 2) l’uso di almeno il 30% di energia proveniente da fonti rinnovabili; 3) un miglioramento dell’efficienza negli usi dell’energia di almeno il 40%.