Procede rapidamente l’acquisizione della cava Pontrelli, il sito paleontologico con le impronte di dinosauri che potrebbe diventare il fulcro di un progetto ben più ambizioso. Il Parco dell’Alta Murgia è pronto a valorizzare quest’area e a fare rete con i 30 siti presenti nella regione
Lo scorso dicembre si è tenuto un incontro programmatico promosso dall’assessore alla qualità del territorio della Regione Puglia, Angela Barbanente, per un aggiornamento sulle prossime attività che intesseranno il sito paleontologico di cava Pontrelli in agro di Altamura (BA) dove, nel 1999, è stata scoperta una paleo superficie con orme di dinosauro di rilevanza internazionale.
Alla riunione, molto partecipata, era presente la Regione Puglia, il Comune di Altamura, la Soprintendenza per i Beni Archeologici della Puglia, l’Università degli Studi di Bari Aldo Moro, la Direzione regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Puglia, il Parco Nazionale dell’Alta Murgia, le associazioni Sigea Sez. Puglia, ArcheoClub e Italia Nostra e il Movimento culturale Spiragli. L’assessore Angela Barbanente sottolineò la consapevolezza della Regione circa l’importanza della tutela, conoscenza e valorizzazione del sito paleontologico di Cava Pontrelli ed evidenziò che la condizione essenziale per la Regione Puglia di intervenire sul sito, con qualsiasi tipo di finanziamento, è l’acquisizione dello stesso al patrimonio pubblico.
Abbiamo intervistato il Presidente del Parco Nazionale dell’Alta Murgia, Cesare Veronico, per vedere a che punto è la programmazione e individuare il ruolo dell’ente da lui presieduto nella valorizzazione della paleo superficie.
Presidente il sindaco di Altamura, Mario Stacca, ha confermato la disponibilità dei fondi finalizzati all’acquisizione al patrimonio pubblico della Cava Pontrelli con uno stanziamento dal bilancio comunale di € 535.000,00. Dopo quattordici anni dalla scoperta crede veramente che siamo arrivati alla condizione necessaria e fondamentale per avviare una programmazione di conoscenza e tutela della paleo superficie?
Credo proprio di sì. Tutti i segnali da parte delle istituzioni vanno nella stessa direzione. La disponibilità del Comune di Altamura è propedeutica a tutte le attività successive che le parti coinvolte al tavolo hanno già pianificato. La Regione è intenzionata a investire sull’area dopo l’acquisizione e vi è un interesse del ministero dei Beni e attività culturali (Mibac) per la sua tutela, promozione e valorizzazione.
Cava Pontrelli è un punto di forza del Parco Nazionale dell’Alta Murgia ricco di geodiversità e patrimonio geologico. Quale ruolo può avere il Parco Nazionale nella valorizzazione della paleo superficie?
Il nostro Ente è protagonista della promozione e della valorizzazione del territorio in chiave di turismo-natura. La nostra candidatura alla Carta europea per il Turismo Sostenibile, che potrebbe essere assegnata al nostro parco, unico candidato nel centro sud in questo biennio, alla fine del 2014, potrà dare ulteriore risalto al sito e, non appena sarà reso agibile e fruibile, inserirlo da subito in un grande circuito di turismo internazionale sostenibile.
L’Assessore Angela Barbanente nel confermare l’importanza strategica del sito nella visione regionale ha ricordato come il recente Accordo di programma quadro «beni e attività culturali» prevede cospicui fondi destinati alla valorizzazione delle aree archeologiche e paleontologiche. Come il Parco si sta preparando a candidare interventi sui propri siti ai prossimi bandi regionali?
Abbiamo nel territorio del Parco una grande ricchezza sul fronte archeologico, geologico e paleontologico. Per citare un esempio, di recente ho avuto modo personalmente di visitare il sito di un insediamento umano risalente a un’epoca compresa tra l’età del bronzo e del ferro che al momento non credo abbia eguali nel sud dell’Italia. Non ci mancano i beni da valorizzare e le progettualità per raggiungere questi obiettivi. E il rapporto con la Regione Puglia e l’Assessore Barbanente, in particolare, ha già cominciato a dare frutti significativi col progetto «S.A.C. Alta Murgia».
Le associazioni che in questi anni hanno contribuito a risvegliare l’attenzione su cava Pontrelli potranno avere un ruolo nelle fasi di valorizzazione?
Chi conosce il mio modus operandi sa che non prescindo mai dalla partecipazione e dalla condivisione. Va reso atto e merito a chi ha portato avanti questa «battaglia» di aver contribuito a tener vivo il dibattito e promuovere il sito malgrado la sua inaccessibilità.
Come crede che si possano formare i futuri divulgatori del patrimonio ambientale dei territori del Parco?
Ho dato mandato ai miei tecnici di organizzare corsi di aggiornamento e formazione multilingue per le guide ambientali e turistiche. La domanda è crescente e dobbiamo attrezzarci.
L’Alta Murgia mostra grande potenzialità sotto l’aspetto della valorizzazione territoriale, ospita beni ambientali e culturali di rilevanza straordinaria, soprattutto per quanto riguarda il patrimonio geologico, la paleontologia e la preistoria. La Regione Puglia con il ministero per i Beni e attività culturali sta ipotizzando che dell’area dell’Alta Murgia possa essere avviato il primo sito dove sperimentare l’accordo previsto dal Codice dei beni culturali e dell’ambiente all’art. 112 «Valorizzazione dei beni culturali di appartenenza pubblica». Come in questi due anni di suo mandato è cambiata la consapevolezza degli amministratori e della popolazione locale del valore del loro territorio?
Il mio primo gesto da Presidente è stato quello di andare in visita dai rappresentanti istituzionali, coinvolgendoli fin dal primo momento in un percorso partecipato che ha coinvolto associazioni, aziende, cittadini in un crescendo di consapevolezza dell’immenso patrimonio presente nel Parco. Stiamo lavorando, tutti insieme, per la promozione della «bellezza disarmante» dell’Alta Murgia. Ho scritto un libro proprio per raccontare tutto questo (La bellezza disarmante, Il grillo editore, N.d.R.).
Sono ormai più trenta i siti in Puglia con blocchi o paleo superfici che testimoniano che questa terra, in tempi remoti, era abitata da enormi rettili. Non crede che i tempi siano maturi, prima che questi siti siano danneggiati o distrutti, per creare una rete che, avvalendosi anche della tecnologia avanzata (trattando di esseri viventi ormai estinti da 60 milioni di anni), metta in collegamento tutti i siti pugliesi facilitando il loro inserimento nel circuito nazionale e internazionale di una delle più affascinati singolarità geologiche?
Sì. Come stiamo dimostrando con tutti i progetti del nostro Parco, è indispensabile fare rete e creare un percorso comune per valorizzare l’insieme e non fermarsi al singolo. E Cava Pontrelli, per la sua dimensione e per la ricchezza delle impronte presenti, dovrà essere al centro di questo progetto.