L’ecologia del pensiero e l’ambientalismo moderato

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L’ambientalismo moderato nasce e si sviluppa geneticamente in una mente retta da pensiero ecologico naturale non mistificato da interessi di industrie che inquinano ed industrie che sono addette a ripulire. In mezzo c’è il popolo assoggettato a sopportare gli effetti di questa situazione. Non sempre appare chiaro se gli ambientalisti classici e le loro Associazioni italiane classiche hanno avuto e hanno le idee chiare sulla necessità di una ecologia cristallina del pensiero

Perché questo dibattito on line – Gli interventi di Ugo LeoneWalter GanapiniMassimo ScaliaAlessandro Martelli 

Continuiamo il nostro dibattito sulla situazione italiana e il territorio partendo dalla domanda di fondo: dove sono finiti l’ambiente e l’ambientalismo? Pubblichiamo l’intervento di Giuseppe Quartieri. Un ricercatore molto presente sul panorama divulgativo con notevoli e fondamentali studi soprattutto sulla sicurezza e la qualità. In quest’ambito ha spesso trattato e valutato le costruzioni delle centrali nucleari, e sempre si è battuto sull’onestà divulgativa e sulla obiettiva valutazione scientifica. Non ama i compromossi e gli infingimenti ed è noto per la sua schiettezza.

Nel ruolo dell’ambientalismo moderno ed avanzato si innesca il concetto di ecologia del pensiero. È ben noto che l’ecologia nasce dal significato etimologico greco: oikos, «casa» o anche «ambiente» assieme al λόγος, logos, «discorso» o «studio». In altre parole l’ecologia è quella branca delle scienze naturali che si interessa dell’«Habitat» dell’uomo, del suo modo di vivere e quindi delle buone condizioni ambientali della biosfera o ecosfera terrestre per la garanzia della salute umana. Questa definizione etimologica del termine «ecologia» induce a ricercare una visione più generale possibile su cui bisognerebbe concordare e accordarsi in modo moderno e razionale.
Nel primo tentativo di applicare l’ecologia al pensiero umano ho cercato di sviluppare questo nuovo concetto invertendo l’applicazione: il pensiero diventa ecologico quando, nell’ambito della visione globale, riesce ad armonizzare gli aspetti morali, professionali, etici in maniera sobria propria creando un dialogo equilibrato con la mente e la Natura.
In altre parole, il pensiero ecologico in equilibrio con la mente crea e propone forme di verità, di onestà intellettuale basate sul giudizio ecologico del popolo tutto. Di fatto, il fine primario e prioritario è il miglioramento della qualità della vita dell’uomo.
L’ambientalismo moderato nasce e si sviluppa geneticamente in una mente retta da pensiero ecologico naturale non mistificato da indicibili interessi di industrie che inquinano ed industrie che sono addette a ripulire l’inquinamento prodotto dalle industrie inquinanti. In mezzo c’è il popolo assoggettato a sopportare gli effetti di questa situazione.
Non sempre appare chiaro se gli ambientalisti classici e le loro Associazioni italiane classiche (Wwf, gli Amici della Terra, Greenpeace, Legambiente, ecc.) hanno avuto e hanno le idee chiare sulla necessità di una ecologia cristallina del pensiero.
Una serie infinita di affermazioni non vere sullo stato della ecologia sono state proposte e seguite da una serie di mistificazioni, disinformazioni sulla crisi energetica e la crisi ambientale. «L’inganno del petrolio» di Piero Quercia riesce a dare una piccola idea del fenomeno «crisi vera e crisi inventata» e gestita dalle lobby finanziare mondiali.

In campo energetico e rispetto alle variazioni climatiche spicca, purtroppo, un deserto di nuove idee che crede e si accontenta di risolvere i problemi di inquinamento ambientale con la energia cosiddetta alternativa che, e tutti lo sanno, non potrà soddisfare il fabbisogno nazionale energetico se non, come avviene adesso, con la enorme importazione di petrolio, di gas e di energia nucleare dalla Francia, Svizzera e Slovenia. Gli investimenti in energia solare e campi solari con i grandi finanziamenti a fondo perduto (con i vari conti energetici) da parte dello Stato italiano vengono pagati nella bolletta energetica da tutto il popolo italiano da più di cinque anni. Tutto il popolo paga (Fig. N°1) per gli affari fatti da pochissimi, che hanno avuto furbizia ma anche intraprendenza, commista ad un pizzico di fortuna investendo bassi capitali iniziali nel campo solare ecc. ottenendo dallo Stato italiano (con i vari conti energetici) grandi supporti finanziari ossia una enorme percentuale di finanziamenti a fondo perduto che, nell’ultimo anno è stato trasformato [ad es. per il solare, in parte eolico e biomassa (con il quarto conto energia)] in detrazioni fiscali a fine anno.

Un Paese con un debito pubblico estremamente elevato pensa, stranamente, a finanziare investimenti finanziari nel solare e altre piccole forme di energia alternativa senza alcuna sicurezza di ritorno economico concreto nel lungo periodo. Così, per similitudine e riflessione speculare, sono nate le «lobby» dell’ecologia più o meno riconosciute e certificate all’Establishment politico italiano.

 

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In questa visione, l’ecologia italiana, rivista in termini europei, si affaccia alla realtà con la necessità di un nuovo approccio, un nuovo modello di sviluppo, una maggiore attenzione da pensiero ecologico rivoluzionario.
Di conseguenza, i nuovi responsabili italiani dovranno affrontare il problema della creazione e risposta del nuovo modello di sistema ecologico in grado di risolvere i gravi problemi ecologici che si sono affacciati e posti alla umanità e all’Italia. In particolare va affrontato, con approccio scientifico, la sequenza di azioni poste da:

1. L’incremento di popolazione sulla crosta terrestre (da 7 miliardi a 10 miliardi nei prossimi due decenni). La conseguente necessità di riduzione e gestione della natalità nel mondo.
2. La distribuzione democratica del cibo, ossia, la fame nel Mondo che qualcuno vuole risolvere con gli Ogm, mentre altri vogliono perseguire altre vie (prodotti biologici che più propriamente dovrebbero essere chiamati «naturali») non molto chiare e purtroppo poco soddisfacenti dal punto di vista della quantità.
3. L’inquinamento da motori a scoppio: ogni automobile consuma ed inquina come 5 (fino a 10) dinosauri.
4. La popolazione equivalente rispetto all’inquinamento non è quindi costituita da 7 miliardi di persone, ma a questo numero vanno aggiunti almeno 3 miliardi di automobili che equivalgono, dal punto idi vista della produzione di inquinamento, ad almeno 10 miliardi di dinosauri.

 

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5. Il modello di sviluppo inseguito dai popoli del Terzo mondo è quello occidentale: si propongono sostanzialmente di vivere all’occidentale incrementando, quindi, enormemente l’inquinamento della Terra.
6. Tuttavia, la vita media delle popolazioni del Terzo mondo è di solo 40 anni mentre se riuscissero a realizzare il modello di vita occidentale (europeo o americano) la loro vita media dovrebbe passare da 40 anni ad almeno 60 anni nei prossimi decenni.
7. La correlazione fra sviluppo (o crisi) energetico e variazioni climatiche è lapalissiana. L’ultimo Rapporto Ipcc rallenta leggermente la tensione e presenta alcune variazioni positive del raggiungimento del Piano europeo «Horizon 2020». L’Italia è ben posizionata nonostante tutti i gravi problemi di inquinamento quali Ilva, Terra dei Fuochi e relativa necessità di bonifiche dei rifiuti ecc.
8. La gestione della deforestazione e degli incendi di boschi e foreste a livello mondiale e locale.
9. La gestione di una sorta di inquinamento secondario quale è l’elettrosmog, che ha soluzioni possibili e facilmente affrontabili in un mondo altamente tecnologico, si impone soprattutto rispetto alla forte spinta della banda larga.
10. La revisione dell’impiego della energia nucleare che ha carattere intrinsecamente verde e, come l’esperienza dimostra ha procurato nell’ultimo secolo un numero di morti nel mondo da mille a centomila volte inferiore a quello provocato dalla produzione dei carburanti fossili, dall’incremento dell’anidride carbonica nella biosfera e così via.
11. Nella numerosa e variegata volta celeste degli ambientalisti noti e di riferimento, da Signorino viene citato sostanzialmente solo Barry Commoner! Un biologo, autore delle «4 leggi dell’Ecologia», che, con il suo libro «Il cerchio si chiude», si è scagliato contro l’installazione di centrali nucleari ingraziandosi il popolo poco colto e impaurito da una pubblicità televisiva prezzolata e ignorante, come è possibile verificare controllando le registrazioni dei commenti televisivi del giorno in cui è accaduto l’incidente di Fukushima. Quasi tutti i presentatori televisivi si preoccupavano dei morti che sarebbero avvenuti per la radioattività che sarebbe stata irradiata dalle centrali nucleari negli anni a venire, mentre si dimenticavano di citare gli oltre trentamila morti prodotti dallo tsunami e al maremoto a causa dei deragliamenti dei treni, caduta di tutte le case, navi affondate, autostrade distrutte, ecc. ecc. ecc.
12. Alla stessa stregua va fatto notare che gli unici palazzi rimasti in piedi durante l’incidente di Fukushima furono le centrali nucleari installate lì a Fukushima. Ad oggi, non ci sono stati uomini morti dovuti a radioattività emessa dalle centrali nucleari che avevano subito guasti del settimo livello della scala Ines.
13. Dopo un anno di chiusura delle centrali nucleari in Giappone, il Governo non è riuscito a trovare una soluzione alla richiesta di elettricità (a scopi civili e industriali), così è addivenuto alla recente decisione di riattivare le centrali nucleari sostituendole con centrali moderne a massima sicurezza. Simile decisione è stata presa in Francia, in questi giorni dal governo attuale del Presidente Holland. Tutte le centrali nucleari che hanno superato la vita di 40 anni verranno chiuse e smantellate e sostituite da nuove e moderne centrali di tipo Epr.
14. Tornando a Barry Commoner, bisogna ricordare che a suo tempo si è scagliato pure contro i grandi sistemi complessi a tecnologia avanzata quali le reti di centrali a petrolio oppure reti di centrali a gas e/o a carbone, le reti di sistemi missilistici, le reti di trasporto e sistemi aeronautici ed aerospaziali nonché reti navali, reti di telecomunicazione terrestri e spaziali. Al momento, queste stesse persone applicano gli stessi concetti ad altri tipi di reti, così all’occorrenza si scagliano anche contro la rete Internet, gli «hacker» che penetrano la rete Internet riempiendola di inganni, disturbi, disinformazioni e aspetti tipici e proni alla «Cyber War» e alla «Intelligence War».
15. L’altro effetto importantissimo che contribuisce alla riduzione di ossigeno nella atmosfera è l’emissione di gas esausti dai tubi di scappamento delle automobili a carburanti fossili. I gas emessi dai tubi di scappamento in aria si combinano chimicamente con l’ossigeno circostante e lo riducono in quantità poiché si formano nuove molecole di gas diversi. Come è ovvio, la riduzione di ossigeno avviene soprattutto al centro delle grandi città laddove più frequente e più intenso è il traffico delle automobili.

In questo contesto generale, diventa doverosa la citazione della «Fisica della sobrietà» di Gian Vittorio Pallottino anche come espressione dell’ecologia del pensiero che conduce alla riflessione nei riguardi della forte posizione e potenza dei centri di potere finanziari. Le nuove guerre sono guerre economiche che mietono la popolazione (ad esempio con la vita media di 40 anni nel Terzo mondo come su detto e dimostrato) con metodi economici anti-ecologici, di cattiva distribuzione del cibo e delle risorse di sopravvivenza.

Riscaldamento Globale

Gli ecologi-geofisici e geologi hanno posto l’accento al riscaldamento globale prodotto da fattori ambientali geofisici oltre che spaziali a livello di sistema solare e effetti cosmici proveniente dallo spazio esterno al sistema solare. La ricerca tramite carotaggi (A destra nella Fig. N° 3) ed effetti sull’ambiente chiaramente visibili dall’analisi dell’aria contenuta nei ghiacci polari.

 

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La sintesi dell’analisi delle temperature è riportata nella seguente Fig. N° 4 elaborata da Chiff Harris e Randy Mann, in termini di andamento delle temperature e del CO2, Si notano tutti i cosiddetti periodi sempre citati (il periodo del 2200 prima di Cristo, del Caldo; il periodo molto caldo attorno al 110 prima di Cristo; il freddo nel periodo della Civiltà greca; il Caldo del periodo dell’Impero Romano, la Piccola Era Glaciale attorno al 1660 ecc.).
Si nota quindi che negli ultimi 60 anni gli effetti nell’ambiente prodotti dai gas serra come l’anidride carbonica CO2, il CH4, benzene, PMx sono aumentati enormemente e sono più elevate di quelle che si sono avute nell’ultimo milione di anni.

 

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Si nota quindi l’ultimo incremento di temperatura degli ultimi 60 anni chiaramente ascrivibile a fattori umani o come si usa dire fattori antropici.
Una visione amplificata degli ultimi secoli e soprattutto della perturbazione prodotta dagli uomini e dai propri strumenti e dall’incremento di tecnologia è presentata nella Fig. N° 5.
Dall’elenco su citato si nota anche che uno degli effetti fondamentali è la deforestazione. Ogni anno scompaiono tra 10 e i 13 milioni di ettari di foreste e con esse si riduce la capacità della natura di sottrarre anidride carbonica all’atmosfera e di produrre ossigeno. (Saraceno).
Nel ventesimo secolo, l’umanità ha perso 2 miliardi di ettari, principalmente a causa delle attività umane, soprattutto a causa dell’agricoltura poiché il terreno era stato coltivato in maniera troppo intensa. Si stima che per ogni kg di grano prodotto se ne perdono 1,2 kg per erosione del terreno. Secondo Paolo Saraceno, in 15 anni le riserve mondiali di cereali si sono dimezzate malgrado una crescita della produzione del 20%.
Nella Fig. N° 5 si nota che la produzione di gas serra segue lo stesso andamento dell’incremento di popolazione (Fig. N° 2) e della domanda di prodotti agricoli.
La riflessione semplice impone la considerazione di un piano di azione che riduca la possibilità di effetti negativi di tipo catastrofici prodotti da questi fenomeni molto duri per la Umanità. In due o tre decenni la popolazione umana incrementerà fino a raggiungere almeno i 10 miliardi di persone senza che, in modo proporzionale, i frutti dell’agricoltura possano soddisfare i requisiti di cibo per la stessa Umanità.
L’Establishment politico italiano, europeo e mondiale devono provvedere a questo tipo di esigenza ineluttabile: l’Ipcc serve a questo scopo anche se non convince tutti ed è sempre assoggettata ad una serie enorme di critiche.

 

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La sfida ecologica al pensiero politico

L’ecologia del pensiero deve conquistare il pensiero politico e condurlo per mano alle risoluzioni scientifiche avanzate che diano agli stessi giovani politici moderni un po’ di quella modestia che è stata tipica di uomini come De Gasperi che diventò Presidente ad un certa età intrisa di maturità riuscendo a capire i tempi, a muoversi in sintonia e prevenirli quando era necessario con opere ecologicamente intrinseche, sobrie e pulite.
Il fatto più sintomatico è la nuova posizione del Presidente francese Holland. Per almeno due anni si è parlato di transition énergétique che avrebbe dovuto essere propugnata da Holland per condurre la Francia verso lidi di energia alternativa rinnovabile di tipo solare, eolico e forse geotermico, ed invece, ora, si va verso il consolidamento delle strategie energetiche storicamente definite in suolo francese. L’ala sinistra del partito socialista e l’arcipelago delle formazioni ecologiste sono in imbarazzo. «La transition, spiega “Le Monde”, verrà infatti concepita attraverso la costruzione di un buon numero di centrali nucleari nuove di zecca, con tecnologia Epr di terza generazione e, in un futuro non immediato, di quarta generazione».
La «Energiewend» tedesca, ossia il passaggio alle energie alternative verdi cosiddette rinnovabili, appare uno scherzetto per bambini che condurrà a soluzioni molto discutibili per la Germania. In Italia il gioco comincia adesso a riprendere sul serio.