Un convegno scientifico specifico discute e rende visibili i risultati di una importante sperimentazione sugli attivatori enzimatici e il loro ruolo, si è tenuto a Tor Vergata. Il tema, il cui focus è insieme nuovo e antico, partiva da una domanda: alcuni integratori possono essere utili in stati fisiopatologici?
Nel Dipartimento di Biologia dell’Università di Tor Vergata e più precisamente nel laboratorio di Oncologia Sperimentale e Istologia è in corso dal 2011 una ricerca coordinata dal professor Beninati che testa le proprietà antiossidanti del Citozym.
La sintesi di queste ricerche è stata resa pubblica l’8 marzo in un seminario scientifico che ha visto tra gli altri in primo piano il nutraceutico biodinamico Citozym, nel contesto di un focus sugli integratori alimentari di nuova generazione, tra cui anche un integratore proveniente da Kiev presentato dal prof. Konstantin Apykhtin, e, infine, sono stati illustrati diversi casi clinici, tra cui quello di un grande medico romano colpito da un’ulcera perimalleolare, presentato dal suo allievo Vincenzo Valenzi, che è guarito con annessa regressione della placca carotidea dal 70 al 30 % di ostruzione, risultato che ha lasciato sorpresi un po’ tutti. Altri casi analoghi sono stati riportati dal dottor Carlo Zaccagna di Torino, e dal dottor Paolo Rossaro di Padova. Dall’ambulatorio medico di frontiera, alle ricerche cliniche di Tor Vergata sembra emergere una capacità degli integratori biodinamici di correggere alcune deviazioni del metablismo lipidico e glicidico, che dovranno essere studiate ulteriormente sia in laboratorio sia nella Clinica.
Nel Convegno si è parlato di Citozym ma non solo. Ha introdotto i lavori la professoressa Antonella Canini, direttore del dipartimento di Biologia e specialista nella tecnica di estrazione di cellule bioattive dalle piante. Se associamo questo dato alle ricerche emergenti sul ruolo del microRNA, sottolineate al convegno dal professor Vittorio Colizzi, ordinario di patologia generale, possiamo comprendere l’importanza, decisamente diversa da quella fin qui sostenuta, dei nutraceutici naturali per la salute e l’organizzazione delle nostre cellule.
Alcune ricerche[1] paiono infatti confermare un reale cross kingdom tra regno vegetale e regno animale. Il microRNA di una pianta pare cioè essere in grado di agire come «architetto» sull’espressione del genoma umano. Possiamo così iniziare a considerare gli alimenti vegetali non più solo come dei mattoni per la costruzioni e la regolazione delle nostre cellule, ma anche come nuovi architetti che entrano nelle reti autopoietiche, ridefinendone l’organizzazione in maniera strutturata e non passeggera.
È in questo contesto che si inserisce l’intervento del professor Simone Beninati, direttore del Laboratorio di Citologia, Istologia ed Oncologia Sperimentale dell’Università di Tor Vergata.
Proprio nel suo laboratorio è in corso dal 2011 una ricerca che testa le particolari proprietà antiossidanti del Citozym e la sua globale funzione di ausilio, per estensione, alla salute umana.
Le ricerche si sono concentrate in questi anni sul melanoma, l’iperplasia prostatica e la steatosi epatica evidenziando, come ben documentato dal professor Beninati durante il convegno, interessanti elementi di riflessione sulla capacità del Citozym sia nel coadiuvare i trattamenti farmacologici classici, sia di supporto importante, come nel caso della steatosi epatica.
Ulteriori studi sono in corso nell’Università sulle placche aterosclerotiche e l’epatite C.
Gli integratori alimentari non sono tutti uguali ma sembrano, semmai, una costellazione, come rappresentato durante il convegno dalle relazioni del Gruppo del prof. Antonino De Lorenzo, e che con Myrta Mazza e Laura di Rienzo ha mostrato gli effetti positivi dell’acido lipoico nell’obesità, e del prof. Davide Lauro, che ha parlato del ruolo dello stress ossidativo sul diabete (stress ossidativo che sembra essere contrastato dal Citozym, come riferito da Colizzi e Beninati nei loro rapporti sui risultati di laboratorio).
Essi danno, inoltre, origine ad un mercato che in Europa registra un volume di vendita pari a 7,5 miliardi di Euro e che sembra crescere regolarmente, come risulta da una recente ricerca Eurisko per FederSalus.
In Italia il giro di affari si attesta sul valore di 1,9 miliardi di euro e, sempre dalla stessa fonte, sembra che 3 italiani su 4 affermino di aver fatto ricorso nel 2013 ad almeno un prodotto/integratore per il benessere personale e per gestire piccoli disturbi.
Gli integratori si vanno affermando come complemento primario nella prevenzione e nel trattamento integrativo di molteplici patologie, in linea con la direttiva europea del 28 aprile 2010 e relativa all’iniziativa di una programmazione congiunta nel settore della ricerca di una alimentazione sana per una vita sana, che indica, tra l’altro, come «l’eliminazione di fattori di rischio comuni connessi allo stile di vita, ed in particolare all’alimentazione, consentirebbe di evitare l’80% delle cardiopatie, degli ictus, dei casi di diabete di tipo 2 nonché il 40% dei tumori».
L’auspicio emergente dalle conclusioni del prof. Beninati e del dottor Antonelli è che dalle forze della Natura possano emergere principi attivi utili alla promozione ed al mantenimento della salute umana, ipotesi prospettata anche nel caso del Citozym dal dottor Pasquale Ferorelli e dal dottor Franco Cirone.
Il convegno di sabato a Tor Vergata sembra proprio aprire una nuova finestra nello studio dell’enzimologia e delle memorie biochimiche, dove energia e informazione sembrano giocare un ruolo decisivo nel funzionamento biologico, e nella prestazioni in molti campi della vita umana: quando si gioca per vincere, come quando si lotta per sopravvivere contro le malattie.
[1] Exogenous plant MIR168a specifically targets mammalian LDLRAP1: evidence of cross-kingdom regulation by microRNA – Cell Research (2012) 22:107–126. doi:10.1038/cr.2011.158; published online 20 September 2011