Salute – Ogni regione ha il suo stile di vita

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Tutte le regioni sono state passate al setaccio in quanto a prestazioni del sistema sanitario, stili di vita dei cittadini, tendenze nel consumo quantitativo di farmaci, tipologia di assunzione di medicinali, suscettibilità ad alcune malattie, efficienza del sistema ospedaliero. Il quadro che se ne ricava è multicolore e disegna un’Italia che sembra viaggiare su binari diversi per quello che concerne la salute ed i servizi ad essa connessi

Abbiamo parlato dell’ultimo e recentissimo Rapporto Osservasalute nella Pillola della scorsa settimana evidenziando i parametri generali più rilevanti emersi dalla complessa ricerca effettuata dall’Osservatorio nazionale sulla salute nelle regioni italiane. Un quadro articolato e variegato che abbiamo esaminato per ciò che concerne la situazione italiana nel suo complesso, la quale si mostra in movimento sia negli aspetti favorevoli e positivi sia in quelli più ricchi di problemi e criticità.
Vogliamo ritornare sul Rapporto, in quest’occasione, perché un altro aspetto di grande rilievo è dato da quanto emerge a proposito delle condizioni locali, in ambito regionale, e che disegna un’Italia ancora una volta a più velocità, con spunti virtuosi, in alcune realtà e molto lavoro da fare, in altre.
Tutte le regioni sono state passate al setaccio in quanto a prestazioni del sistema sanitario, stili di vita dei cittadini, tendenze nel consumo quantitativo di farmaci, tipologia di assunzione di medicinali, suscettibilità ad alcune malattie, efficienza del sistema ospedaliero (e molto altro ancora). Il quadro che se ne ricava è multicolore e disegna un’Italia che sembra viaggiare su binari diversi per quello che concerne la salute ed i servizi ad essa connessi.
Proviamo a sintetizzare evidenziando per ciascuna regione gli aspetti più importanti ricavati dalla ricerca.
Il Piemonte è la regione col tasso maggiore di gravidanze con procreazione assistita (con un successo pari al 25,8% su 100 cicli con tecniche di Pma) ed è al tempo stesso quella con la più alta percentuale di donne dedite a consumi alcoolici a rischio; la Valle d’Aosta presenta meno fumatori della media ed il numero maggiore di anziani soli; la Lombardia presenta il personale sanitario di età più giovanile ma presenta nel contempo il maggior numero di incidenti stradali; a Bolzano ci sono i ragazzi più magri ma nel contempo si rileva la quota maggiore di consumatori di alcoolici; a Trento vivono le donne più longeve ma l’amministrazione sanitaria è la meno portata ad utilizzare il web per comunicare coi propri pazienti.
In Veneto c’è la minore quota di ricoveri in regime ordinario ma è anche la Regione in cui i cittadini spendono di più per l’acquisto di farmaci; il Friuli Venezia Giulia ha la fortuna di avere meno degenze ospedaliere per malattie cerebrovascolari e ictus; nel contempo è anche la Regione con meno parti da tagli cesarei. I cittadini liguri sono quelli più «in linea» e meno affetti da problematiche di sovrappeso o obesità mentre in Toscana ci sono meno donne anziane ed in salute che vivono sole (ma è la Regione con meno non fumatori); l’Emilia Romagna ha la Degenza media postoperatoria standardizzata più breve d’Italia (a dimostrazione di un’organizzazione ospedaliera efficiente ed appropriata); l’Umbria è la terra con il minor tasso di aborti spontanei ma col minor tasso di donatori (di organi, sangue e tessuti) volontari.
Le Marche utilizzano meglio di tutti gli altri gli organi disponibili per i trapianti dando dimostrazione di efficienza nella gestione degli organi da trapianto utilizzabili; il Lazio cura in day hospital il numero maggiore di pazienti non residenti nella propria regione ma allo stesso tempo evidenzia il più significativo trend di crescita nel consumo di alcool fra i maschi. Fra gli abruzzesi c’è il numero minore di giovani dediti a consumi rischiosi di alcoolici ma il maggior numero di donne che muoiono per tumore e malattie cardiocircolatorie; il Molise vede la maggior riduzione di alcoolici fra i propri cittadini ma contemporaneamente è la zona d’Italia con la maggiore percentuale di persone obese; in Campania si consumano meno antidepressivi che nelle altre Regioni d’Italia ma ha la quota maggiore di bambini in sovrappeso o francamente obesi; la Puglia è la Regione con meno fumatori ma è anche la Regione che utilizza meno organi da donatori.
Le donne della Basilicata sono quelle che hanno guadagnato più giorni di vita negli ultimi cinque anni ma, stranamente ed inspiegabilmente, consumano (insieme agli uomini di quella Regione) meno frutta e verdura (o, almeno, sono meno in linea con il consiglio di consumare cinque pasti al giorno di frutta e verdura); la Calabria ha l’incidenza minore di Hiv ma nel contempo esegue meno trapianti d’organo; la Sicilia è scarsa consumatrice di alcool ma è abituata a fare anche meno sport; la Sardegna è la Regione con meno persone economicamente dipendenti ed ha un tasso particolarmente elevato di incidenti domestici.
Tante Italie, insomma. Per le quali prevedere, probabilmente, un indirizzo più omogeneo in tema di gestione della salute e delle sue politiche guardando un po’ oltre quella divisione federalista e localistica che non sempre riesce a produrre il meglio possibile. Bisognerà rifletterci bene.