Nel testo del disegno del decreto legge si propone che la domanda per costruire, riparare e sopraelevare costruzioni in zone dichiarate simiche avvenga con preavviso allo sportello unico. Alla domanda deve essere allegato il progetto il cui contenuto minimo è determinato dal competente Ufficio tecnico regionale. Precisa la proposta che in ogni caso il progetto deve essere esauriente per planimetria, piante, prospetti, sezioni, relazione generale ed… eventuali relazioni specialistiche
Il Consiglio dei ministri n. 20 del 13 giugno 2014, con all’ordine del giorno decine di punti salienti per la vita ordinaria e straordinaria del Paese, sembra abbia approvato anche delle norme sulla «Semplificazioni in materia di autorizzazione sismica». Siamo in una situazione, dove l’esasperazione e le ingiustizie sono all’ordine del giorno e si accumulano sui cittadini, ma alcune semplificazioni possono destare alcune preoccupazioni.
Nella bozza dell’11 giugno entrata in Consiglio dei ministri n. 20 si affrontano le semplificazioni in materia di autorizzazione sismica. Nel testo del disegno del decreto legge (art. 26 punto f) si propone che la domanda per costruire, riparare e sopraelevare costruzioni in zone dichiarate simiche avvenga con preavviso allo sportello unico. Alla domanda deve essere allegato il progetto il cui contenuto minimo è determinato dal competente Ufficio tecnico regionale. Precisa la proposta che in ogni caso il progetto deve essere esauriente per planimetria, piante, prospetti, sezioni, relazione generale ed eventuali relazioni specialistiche. È nell’«eventualmente relazioni specialistiche» che si registra una grande svista del Governo Renzi.
Le relazioni specialistiche sono quelle che definiscono i caratteri del sito dove si deve realizzare e che valutano le interazioni tra opera e terreno. Le relazioni specialistiche sono quelle che definendo il contesto geologico e geomorfologico individuano particolari criticità tale da far prendere accorgimenti al progettista o, in casi estremi, sconsigliare la realizzazione dell’opera.
Lo scorso fine settimana (14 e 15 Giugno, N.d.R.) si è tenuta in 200 Comuni la quarta edizione della manifestazione «Io non Rischio». «Io non rischio» è la campagna nazionale per la riduzione del rischio sismico promossa dal Dipartimento di Protezione civile. Il titolo della manifestazione è un’esortazione a tutelare la propria vita. Negli ultimi mille anni, circa 3.000 terremoti hanno provocato danni più o meno gravi, alcuni dei quali con effetti distruttivi e causando molte vittime. Gli esperti ci ricordano che tutti i comuni italiani possono risentire gli effetti dei terremoti e subire danni.
Sappiamo che per rilanciare il Paese è necessario attivare delle semplificazioni; semplificazioni che spesso sono chieste dai cittadini e dalle imprese, ma ci si aspetta che queste semplificazioni vadano nella direzione di migliorare la qualità della vita e non metter a rischio la stessa vita o le costruzioni realizzate in zone sismiche. Semplificazioni sui contenuti tecnici essenziali per la definizione dei caratteri del suolo che ospiterà un’opera non possono essere utili alla tutela del territorio e dell’opera stessa. Ridurre i contenuti tecnici non può definirsi semplificazione, oggi il governo del territorio richiede cura e attenzioni, certe semplificazioni potrebbero invece danneggiare i delicati equilibri territoriali.
Quando ci propongono una semplificazione che riguarda le nostre case e la nostra vita ricordiamoci delle immagini dei tanti terremoti che hanno interessato la nostra bella Italia, recuperiamo l’insegnamento della prevenzione e potenziamo la pianificazione territoriale.
Le leggi dell’uomo devono trovare le radici prima di tutto sulle leggi della natura e sull’esperienza tecnica e scientifica maturata in secoli di storia. Se questi principi non sono capiti da chi ci governa le loro scelte, saranno politiche e a noi non resterà che dire loro: «capire tu non puoi, tu chiamale se vuoi semplificazioni».