Preoccupazione del Comitato Parchi Nazionali e di Maremma Viva per il futuro della preziosa area naturale. Un suggerimento: Se l’Italia volesse iniziare alla grande il suo semestre europeo, la soluzione è a portata di mano. Basterebbe convertire gli Uffici Provinciali che si occupano di ambiente in Agenzie Regionali per la Natura. Senza spese aggiuntive, ma con piena facoltà di avviare auto-finanziamento e volontariato (anche internazionale), miglior impiego dei fondi europei (che non mancano) e sinergie pubblico-private (promuovere l’eco-turismo è interesse di molti)
Si fa un gran parlare della soppressione delle Province, ma il quadro complessivo di questa «riforma», invocata dai più, appare incerto e nebuloso. Si discetta dei futuri benefici (staremo a vedere) e dei notevoli risparmi (piuttosto improbabili), ma ben pochi mettono l’accento sulle conseguenze sostanziali della piccola rivoluzione. Chi si accollerà l’opera iniziata, in certi casi molto valida? Saranno i Comuni (afflitti da crescita esponenziale di compiti, e crollo vertiginoso di risorse), le Città Metropolitane (ancora da valutare in piena azione) oppure le Regioni (già devastate da inchieste su sprechi, violazioni delle direttive europee e croniche incapacità)?
Nel caso della Provincia di Grosseto, che comprende la Maremma più favolosa, l’interrogativo si fa ancora più pressante. Cosa ne sarà delle Aree Protette e della Biodiversità, insomma di quella Natura ancora non violata di cui per anni si è occupato un piccolo Ufficio, con personale e mezzi ridotti, ma con risultati senza dubbio eccellenti?
Non si sa ancora cosa decideranno il Governo, la Conferenza Stato-Regioni e gli altri soggetti coinvolti, ma una cosa è certa. Se l’Italia volesse iniziare alla grande il suo semestre europeo, la soluzione è a portata di mano, ed è sostenuta con forza dal Comitato Parchi Nazionali e da Maremma Viva. Basterebbe convertire gli Uffici Provinciali che si occupano di ambiente in Agenzie Regionali per la Natura. Senza spese aggiuntive, ma con piena facoltà di avviare auto-finanziamento e volontariato (anche internazionale), miglior impiego dei fondi europei (che non mancano) e sinergie pubblico-private (promuovere l’eco-turismo è interesse di molti).
La Maremma potrebbe rifiorire, recuperando l’immagine internazionale su cui si gioca il suo futuro, e l’avvenire dei suoi giovani. E l’Italia cancellerebbe l’impressione di un Paese sempre pronto a derogare alle direttive europee per il voto di scambio, a favore di caccia e pesca eccessive, di cementificazioni dilaganti o di altri danni alla natura. Davvero troppo difficile?