Il crollo delle risorse ittiche è in parte imputabile alla pesca illegale. Tale fenomeno sta ulteriormente dilagando anche a causa della crisi economica, che ha ridotto drasticamente le risorse destinate ai controlli in mare, soprattutto nell’Europa meridionale. Tra gli stock demersali maggiormente sovrasfruttati ci sono il nasello, la triglia e il gambero rosa e tra i piccoli pelagici la sardina e l’acciuga
Alla vigilia del semestre italiano all’Unione europea, Legambiente, Marevivo, MedReAct e la Deep Sea Conservation Coalition rivolgono un appello al ministro Martina affinché promuova con decisione misure incisive per la tutela dei nostri mari.
Per il Mediterraneo siamo ormai in allarme rosso. Gli ultimi dati della Commissione europea pubblicati lo scorso 26 giugno «mostrano una situazione disastrosa: almeno il 96% delle specie di fondale è soggetto ad uno sfruttamento eccessivo, mentre per gli stock di acque intermedie come la sardina e l’acciuga la percentuale è pari o superiore al 71%». Tra gli stock demersali maggiormente sovrasfruttati ci sono il nasello, la triglia e il gambero rosa e tra i piccoli pelagici la sardina e l’acciuga.
Il crollo delle risorse ittiche è in parte imputabile alla pesca illegale. Tale fenomeno sta ulteriormente dilagando anche a causa della crisi economica, che ha ridotto drasticamente le risorse destinate ai controlli in mare, soprattutto nell’Europa meridionale.
Nel resto dei mari europei la situazione sembra al contrario in netta ripresa con un deciso miglioramento dello stato degli stock. Nell’Atlantico nord orientale rimane, però, il nodo della pesca a strascico di profondità, pratica altamente distruttiva dei vulnerabili ecosistemi marini presenti negli abissi.
Il semestre europeo costituisce per l’Italia una formidabile opportunità per rimediare concretamente ai guasti del passato e offrire un futuro sostenibile ai nostri mari ed è proprio da questa convinzione che le principali associazioni ambientaliste si sono appellate al ministro Martina per sollecitare il suo pieno impegno su tre obiettivi principali:
– contrastare la pesca illegale sostenendo con decisione in Consiglio Pesca l’interdizione delle reti derivanti nel Mediterraneo;
– proteggere lo stato degli stock che vive una situazione drammatica nel Mediterraneo;
– preservare la fragilità e la ricchezza degli ecosistemi di profondità applicando nuove misure di tutela e il divieto delle pratiche di pesca più distruttive nell’Atlantico nord orientale.
In definitiva, il nostro mare, quella vasta distesa di acqua salata che rappresenta i 2/3 del nostro intero pianeta, deve essere soggetto ad una tutela più spinta viste le condizioni in cui versa soprattutto nelle zone meridionali dell’Europa. Pertanto risulta necessaria una posizione incisiva del nostro governo, e del ministro Martina in primis, in Consiglio Pesca a sostegno di misure di tutela da applicare a questo nostro inestimabile bene.