Il mutualismo, la cooperazione, sono strategie vincenti, in evoluzione. Molto più della competizione e della predazione. Nelle nostre cellule ci sono i mitocondri, dotati di un proprio codice genetico. Un tempo erano parassiti all’interno di cellule ospiti, poi trovarono un compromesso e rimasero talmente in associazione che, oggi, i mitocondri non possono vivere al di fuori delle cellule e le cellule non possono vivere senza mitocondri. La stessa cosa avviene con i cloroplasti e le cellule delle piante in cui vivono. Oppure i simbionti algali che vivono nelle cellule dei coralli tropicali. Probabilmente queste storie di cooperazione iniziarono come forme di parassitismo, ma i due interattori, il parassita e l’ospite, trovarono un compromesso e si allearono. Questo aumentò l’efficienza del sistema e questa associazione diventò vincente.
Dobbiamo fare lo stesso. Dobbiamo imparare dalla natura che, spero i filosofi mi perdoneranno (ma se non lo fanno… poco importa), ha molto più da insegnarci di qualunque filosofo. Prima di pensare ad ardite soluzioni, sarebbe bene osservare la natura e trarre da lei insegnamento. Mi spiace per i filosofi: con la natura non ce la possono fare. Noi naturalisti non ci ergiamo a pensatori, siamo solo dei poveri interpreti del disegno naturale. Cerchiamo di capirlo, di descriverlo, e di decifrare i suoi insegnamenti. È in base alle leggi della Natura che funzionano tutti i sistemi che ci reggono. Non possiamo essere talmente arroganti da pensare di inventare le nostre leggi. A meno che non facciamo nostre le leggi della Natura. Ma se le nostre leggi sono contrarie alle leggi di Natura, quali pensate che prevarranno?