Non c’entra il meteo col calo dei turisti

773
foto di A. Perrini
Tempo di lettura: 3 minuti

Non è colpa del meteo. Il 53% degli italiani risponde alla crisi riducendo viaggi e vacanze. Tra il 2011 e il 2013 gli italiani hanno ridotto i consumi per 5,32 miliardi di euro. Abbigliamento, arredamento, bellezza e tempo libero gli altri settori più colpiti. Meno di un italiano su dieci dichiara di non avere diminuito gli acquisti

Non è solo colpa del meteo se gli albergatori, in questo scorcio d’estate, lamentano una contrazione degli affari. Viaggi e vacanze sono, infatti, la seconda voce di spesa che gli italiani hanno ridimensionato in reazione alla crisi, e la tendenza è iniziata almeno nel 2011.
Secondo il rapporto «La spending review dei consumatori italiani», curato da Enrico Valdani per il Cermes, Centro di ricerche su marketing e servizi dell’Università Bocconi, solo l’8% degli italiani dichiara di non avere ridotto gli acquisti nel periodo 2011-2013, ma di avere semplicemente cambiato abitudini d’acquisto e negozi (5%) o risparmiato di meno (3%).
La categoria merceologica più colpita dai tagli dei consumatori è l’abbigliamento (il 60% degli italiani ne acquista di meno), seguito da viaggi e vacanze (53%), arredamento (42%), bellezza e fitness (42%) e hobby, sport e tempo libero (40%). I settori relativamente meno colpiti risultano essere internet e telecomunicazioni (14%), salute (16%), assicurazioni (17%) e alimentari e bevande (18%). Anche la voce computer ed elettronica, fino a oggi in buona salute, è stata ridimensionata dal 34% degli italiani.

Nel periodo 2011-2013 i consumatori italiani hanno reagito alla crisi riducendo i consumi per 5,32 miliardi di euro e modificando profondamente il modo in cui fanno la spesa. Il passaggio da marche più costose ad altre più economiche ha influito per 1,81 miliardi, la maggiore attenzione alle promozioni per 566 milioni, i maggiori acquisti ai discount per 450 milioni e gli acquisti di marche private (quelle con il marchio dei supermercati) per 365 milioni, ma la voce più consistente rimane la riduzione dei volumi, con un taglio di 2,13 miliardi.

«La ricerca mette in mostra un consumatore consapevole, attivo, che reagisce al deterioramento macroeconomico cercando soluzioni originali, che vanno dall’esplorazione di nuovi canali distributivi, all’attenzione spasmodica per le promozioni, all’approfondimento della conoscenza di internet», afferma Valdani.
La riduzione di consumi delle famiglie residenti, negli ultimi anni, è stata più forte della riduzione del Pil: nel 2012, a fronte di una contrazione del Pil del 2,4%, i consumi sono scesi del 4,5%, nel 2013 il Pil si è ridimensionato dell’1,9% e i consumi del 2,6% e per il 2014 si prevede che il gap si ridurrà, ma rimarrà comunque intorno allo 0,2%.
Il cambiamento di abitudini più diffuso tra gli italiani, secondo la rilevazione del Cermes su 2.000 consumatori, è la maggiore attenzione a sconti e offerte, seguito da un rinvio degli acquisti di abbigliamento in attesa dei saldi e da un maggiore sfruttamento delle promozioni per le spese alimentari. Gli italiani di ogni età, compresi ormai quelli tra i 55 e i 64 anni, utilizzano, inoltre, sempre più spesso internet per cercare i prezzi migliori di un prodotto.
Gli italiani hanno scelto strategie diverse a seconda del tipo di acquisto, come evidenzia il confronto tra l’alimentare e l’abbigliamento. Nell’alimentare il consumatore è a caccia di promozioni e volantini e così il maggiore utilizzo di discount, supermercati e ipermercati nell’ultimo anno va a discapito non solo dei negozi tradizionali, ma anche dell’online, mentre nell’abbigliamento l’online è in leggera crescita e il canale ipermercati/centri commerciali arretra, a favore di outlet e discount.

LogoABB