Nonostante le lettere già ricevute e le leggi il nostro governo continua ad incartare brutte figure a livello europeo. Come previsto arriva l’ennesimo richiamo europeo sui richiami vivi. E ora il governo cosa decide? se lo chiedono le associazioni dopo la lettera della commissione europea che chiarisce l’illegittimità della cattura degli uccelli
«Cambiare la legge, scrivendo chiaramente che la cattura degli uccelli selvatici con le reti è definitivamente vietata. È l’unica cosa sensata che il Governo può ora decidere, per chiudere il contenzioso comunitario e una lunga storia di illegalità ambientale».
Lo dichiarano le associazioni Lipu, Enpa, Animalisti Italiani, Cabs, Lac, Lav, Oipa, Wwf Italia dopo la lettera inviata nei giorni scorsi dalla Commissione europea alle autorità italiane che boccia il nostro Paese in tema di cattura degli uccelli a fini di richiamo e rimette in discussione il tentativo di sanatoria in atto con il Decreto 91.
«La novità della lettera della Commissione europea – scrivono le associazioni – sta nel fatto che la cattura degli uccelli selvatici a fini di richiamo è giudicata illegittima ai sensi sia dell’articolo 8 della direttiva Uccelli, che vieta l’utilizzo delle reti per catturare uccelli, sia dell’articolo 9, che prevede la possibilità di deroga. Questo significa che è vietato catturare uccelli selvatici a fini di richiamo anche in deroga, perché esistono molte soluzioni alternative alla cattura degli uccelli per farne richiami vivi per la caccia.
La Commissione europea aveva già esposto questo concetto, nella lettera di messa in mora dell’Italia del 21 febbraio scorso, ma ora lo ha affermato in modo perentorio, chiarendo che le eventuali autorizzazioni degli impianti di cattura degli uccelli con le reti «sarebbero illegittime in quanto violerebbero gli Articoli 8 e 9 della Direttiva».
Non solo: la Commissione chiede inoltre all’Italia di intervenire sugli eventuali provvedimenti regionali in modo «costante, tempestivo e rigoroso» per impedire che l’illegittimità delle catture regionali si verifichi ancora.
Fondamentale è inoltre considerare che la bocciatura della Commissione non riguarda un testo specifico elaborato dall’Italia ma l’intera politica italiana sui richiami vivi, «una posizione – scrive la Commissione – già nota alle autorità italiane alla luce della Lettera di messa in mora notificata al Governo italiano in data 21 febbraio 2014».
Cosa può fare dunque, a questo punto, il Governo? La cosa più saggia è quella di modificare l’articolo sui richiami vivi presente nel decreto 91 Competitività, formulando in modo chiaro il divieto di cattura, con le reti e ogni altro mezzo proibito, degli uccelli selvatici a fini di richiamo, considerando che l’attuale testo rimanda tale divieto a un Dpcm che vedrà la luce in teoria fra un anno e che anzi, nei fatti, non sarà emanato mai.
Ci attendiamo dal Governo e dai Ministeri interessati un atto di sensatezza ma anche autotutela, per non restare con il cerino in mano, evitare ulteriori forzature e dichiarare finalmente chiusa la penosissima pagina italiana dei richiami vivi.