La bomba d’acqua che distrugge un territorio dissestato

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fonte Ispra
La mappa del consumo di suolo
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La tragedia di Refrontolo si colloca al centro di un problema idrogeologico più volte evidenziato e che coinvolge tutta l’area collinare dell’Alta Marca trevigiana. «I terreni che costituiscono l’impianto geologico del Montello, sono resi oggi ancora più fragili dall’azione intensiva dell’uomo, che riscontrandone il pregio sotto il profilo enologico, in particolare per la coltivazione del pregiato prosecco, interviene massicciamente con sbancamenti per nuovi impianti di vigneti»

E si continua a parlare di dissesto idrogeologico in un’estate che non risultava così piovosa dal 1932.
Questa volta colpita massivamente risulta la parte nord est del Veneto e precisamente l’area di Refrontolo, piccolo comune di 1.804 abitanti nella provincia di Treviso.
Paolo Spagna, Presidente dei Geologi del Veneto afferma: «La tragedia di Refrontolo si colloca al centro di un problema idrogeologico più volte evidenziato e che coinvolge tutta l’area collinare dell’Alta Marca trevigiana. I terreni che costituiscono l’impianto geologico del Montello, sono resi oggi ancora più fragili dall’azione intensiva dell’uomo, che riscontrandone il pregio sotto il profilo enologico, in particolare per la coltivazione del pregiato prosecco, interviene massicciamente con sbancamenti per nuovi impianti di vigneti».
Continuando Spagna dichiara: «Se a questo aggiungiamo l’incuria dei boschi e i cambiamenti climatici che portano sempre più spesso ad avere a che fare con le cosiddette “bombe d’acqua”, il pericolo per chi abita quelle zone diventa una certezza».
La cittadella infatti era già stata messa in allarme all’inizio dell’anno quando alcune frane avevano causato l’esondazione del torrente Lierza e l’allagamento del parcheggio del Molinetto. Eventi questi che avrebbero dovuto far riflettere sulla pericolosità dei luoghi e far pensare alla proposta, ormai reclamata da più parti, di istituire la figura del geologo di zona.
Aggiunge Spagna: «Quello che si può fare in questo caso sarebbe predisporre un piano di accertamento e verifica di tutta la fascia pedemontana trevigiana, inserirla in un progetto di sistemazione igrogeologica complessiva e chiedere le risorse necessarie al Governo, nell’ambito dei fondi messi a disposizione per il dissesto idrogeologico».
Nel frattempo, Refrontolo piange le sue morti causate dall’incuria del territorio e chiede a gran voce alla provincia di Treviso e alla regione Veneto di allestire un sistema di monitoraggio delle situazioni franose più pericolose e di predisporre un Piano di Protezione Civile per intervenire sia in fase preventiva sia nell’immediatezza dell’evento.

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