Farmaci in… vacanza

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Portare «in valigia-vacanze» i farmaci è consuetudine diffusa che però non di rado comporta rischi di inappropriatezza comportamentale che possono determinare situazioni sgradevoli e qualche volta rischiose: proviamo quindi a fare qualche veloce riflessione sull’argomento

Se è sempre vero che i farmaci vanno maneggiati con cautela ed assunti secondo modalità ed indicazioni precise e condivise con un medico è ancor più vero che l’estate porta con sé alcune problematiche alle quali spesso si pone insufficiente attenzione. Ad esempio quando ci si deve spostare e si deve portare con sé la piccola o grande scorta di medicinali ai quali far ricorso in caso di necessità oppure quotidianamente, nel caso in cui fossero presenti quelle patologie croniche che vanno trattate diligentemente per non incorrere in problemi, riacutizzazioni o complicanze.
Portare «in valigia-vacanze» i farmaci è consuetudine diffusa che però non di rado comporta rischi di inappropriatezza comportamentale che possono determinare situazioni sgradevoli e qualche volta rischiose: proviamo quindi a fare qualche veloce riflessione sull’argomento.
Innanzitutto prima di partire è sempre meglio verificare le scorte dei medicinali in maniera da non incorrere nella condizione di interruzione di terapie croniche (si pensi agli ipertesi o ai diabetici) che, specie nel caso in cui le abitudini di vita o di alimentazione dovessero mutare considerevolmente rispetto alla quotidianità, portano a squilibri o malesseri. Controllare le scadenze è un altro passaggio di rilievo: stare lontani da casa per poco o molto tempo può comportare la condizione di portarsi appresso farmaci che non usiamo di solito e che sono conservati nell’armadietto di casa, magari da molto tempo e magari con scadenze che non sono più in linea con le indicazioni previste.
Quindi, la valigia. Ricordiamo che non sempre essa viene riposta in luoghi consoni alla miglior conservazione dei principi chimici presenti nei farmaci specie se, come quasi sempre succede, essa viene riposta nel cofano e non nell’abitacolo. L’alta temperatura estiva, ad esempio, può trasformarsi in un pericoloso elemento di degradazione dei medicinali con la possibilità di una perdita d’effetto anche rilevante (quando non peggio). Buona norma, quindi, è quella di trasportare il farmaco in un contenitore termico (in maniera da preservarlo anche dall’esposizione alla luce) scegliendo di allocarlo nell’abitacolo anziché nel vano portabagagli, così l’aria condizionata può svolgere un ruolo favorevole alla sua migliore conservazione.
Ricordiamo peraltro che anche una condizione di eccessivo freddo può essere poco utile e anzi può determinare una modificazione dannosa dei medicinali: lasciar congelare l’insulina, ad esempio, può rappresentare, per i diabetici che devono poi farne uso, un elemento di possibile riduzione d’effetto della molecola e per tale motivo non deve essere esposta a temperature inferiori ai 2°C. Ciò vale anche per le comuni striscette di misurazione della glicemia, assai sensibili sia alle variazioni di temperatura ambientale sia alla presenza di umidità in eccesso, pena l’alterazione della funzione di misurazione esatta dei livelli di glucosio nel sangue.
Altri farmaci assai sensibili a queste alterazioni termiche sono quelli per la tiroide ed i contraccettivi che potrebbero, se conservati malamente ed esposti a brusche variazioni di calore, perdere le proprie capacità terapeutiche.
Se possibile, ed in presenza di più tipologie di preparazioni dello stesso farmaco (compresse, sciroppo, supposte e così via), è sempre meglio preferire quelle di tipo solido, più resistenti alle modificazioni di temperatura e meglio indicate a spostamenti ed esposizioni alla luce. Stesso discorso per le formulazioni in spray poiché le bombolette, esposte al caldo, potrebbero riservare sgradevoli sorprese causando non pochi problemi.
Infine ricordarsi sempre di controllare in qualche modo le caratteristiche delle medicine che si vanno ad assumere: cambi di consistenza, di colore, di odore o altro rispetto al solito debbono essere sempre poste in relazione alla possibilità di una loro degradazione e quindi di una modificazione d’effetto e perdita di efficacia.
Buon viaggio sì, quindi, e buona salute anche spostandosi di casa. A patto sempre di ricordarsi di seguire tutte le norme che presidiano la migliore appropriatezza anche nel trasporto di ciò che, quando serve, può consentirci di conservare uno stato di benessere e fare di una vacanza una buona vacanza.

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