Restituita la terra agli indigeni Enxet

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    La foresta del Grande Orso in Canada
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    Firmato uno storico progetto di legge per l’espropriazione di 14.400 ettari di terra a favore di un gruppo di Enxet del Paraguay settentrionale. La comunità Enxet di Sawhoyamaxa ha vissuto per vent’anni in misere condizioni lungo i bordi di una superstrada dopo che il loro territorio era stato comprato dall’allevatore tedesco Heribert Roedel, proprietario della Liebig

    Il Presidente paraguaiano Horacio Cartes ha firmato uno storico progetto di legge per l’espropriazione di 14.400 ettari di terra a favore di un gruppo di Enxet del Paraguay settentrionale. La comunità Enxet di Sawhoyamaxa ha vissuto per vent’anni in misere condizioni lungo i bordi di una superstrada dopo che il loro territorio era stato comprato dall’allevatore tedesco Heribert Roedel, proprietario della Liebig.
    Gran parte della sua fortuna viene da una frode commessa ai danni dei piccoli investitori tedeschi, che Roedel convinse ad investire nei terreni paraguaiani. Con il denaro ottenuto dalla truffa, il faccendiere ha acquistato vasti appezzamenti di terra nella regione del Chaco in Paraguay, sfrattando gli indigeni Enxet che li abitavano da tempo immemorabile. Dal 1991 la tribù rivendica il diritto alla proprietà della sua terra ancestrale.
    Grazie all’aiuto dell’organizzazione locale Tierraviva, nel 2001 gli Enxet hanno portato il loro caso davanti alla Corte Inter-americana dei Diritti Umani.
    Nel 2006, la Corte ha giudicato il governo del Paraguay colpevole di aver violato il diritto territoriale degli Enxet e ha stabilito che i 14.400 ettari dovevano essere restituiti entro tre anni alla comunità di Sawhoyamaxa.
    Otto anni dopo, nel giugno 2014, 150 Enxet si sono recati nella capitale del Paraguay Asunción, per chiedere al governo di firmare il progetto di legge che avrebbe dovuto applicare la sentenza della Corte Inter-americana. Oggi la loro attesa è finita.
    «Ci siamo ripresi la nostra Madre Terra – ha dichiarato il leader degli Enxet Leonardo González a Survival -. Senza di lei non potremmo esistere, essere liberi, camminare né essere felici».

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