È iniziato il percorso alpinistico che seguirà per la prima volta in continuativa integrale la linea dei cinque fronti di guerra «dallo Stelvio al Mare». Una spedizione di 1.150 km, 90mila metri di salite e discese, 54 tappe, 116 cime, cui seguirà quella escursionistica per toccare tutti i luoghi teatro della Grande Guerra. Una parte scientifica dell’iniziativa a cura del Cnr fornirà in tempo reale i parametri atmosferici e meteorologici
Sono partiti questa mattina dal Lago di Cancano, Comune di Valdidentro (Sondrio) nei pressi di Bormio, per salire la prima delle 54 tappe che li porteranno fino a Trieste, gli alpinisti che percorreranno per la prima volta in continuativa integrale la linea dei cinque fronti della Prima guerra mondiale «dallo Stelvio al Mare», come indicati dagli atti militari ufficiali: Stelvio-Adamello-Giudicarie, linea degli Altipiani, Cadore, Carnia, Fronte Giulia. Un Cammino della Memoria di circa 1.150 km, con 90mila metri di ascese e altrettanti di discese, che toccherà 116 cime.
Comincia così la missione Ta-Pum realizzata per il centenario della Grande guerra dall’omonimo Comitato: a settembre da Trento partirà un secondo team escursionistico, che con un trekking di circa 700 km, suddiviso in 35 tappe, toccherà gli altri luoghi più significativi dopo l’arretramento di Caporetto. I due gruppi si incontreranno a Redipuglia, per percorrere assieme la parte finale del percorso, a metà ottobre.
«Ta Pum è un’iniziativa impegnativa e ambiziosa, sostenuta da volontari e senza fini di lucro: ringraziamo perciò tutte le importanti istituzioni che ci hanno concesso il loro patrocinio, quali la Struttura di Missione per il Centenario della Grande Guerra della presidenza del Consiglio, il Parlamento europeo, la rappresentanza in Italia della Commissione europea, le Regioni Lombardia, Trentino-Alto Adige, Veneto e Friuli Venezia Giulia», dichiara Walter Pilo, promotore di Ta-Pum e presidente dell’associazione L’Uomo Libero onlus.
Una rappresentanza dei locali Gruppi An (Aasociazione Nazionale Alpini) ha accompagnato la partenza degli alpinisti Nicola Cozzio (Presidente dell’Associazione Accompagnatori di Territorio-Trentino) e Giacomo Bornancini: «Siamo estremamente emozionati e consci della difficoltà dell’impresa, sia per la lunghezza, sia per i dislivelli e la difficoltà di alcuni tratti particolarmente impegnativi – dichiarano i due – ma ci spinge la consapevolezza che questa missione ha un particolare valore, che va ben oltre la performance atletica».
La partenza è stata preceduta da una cerimonia presso il Forte Venini di Oga nel Comune di Valdisotto (Sondrio), alla quale sono intervenuti tra gli altri lo storico Giovanni Peretti e Paolo Bonasoni dell’Istituto di Scienze dell’Atmosfera e del Clima del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Isac-Cnr): nello zaino degli alpinisti è infatti contenuta una centralina portatile che fornirà informazioni sui principali parametri atmosferici e meteorologici lungo tutto il percorso in tempo reale.
«Il test permetterà di monitorare concentrazione e dimensioni di particolato atmosferico e black carbon, fornendo inoltre informazioni su temperatura, pressione, umidità relativa – spiega il ricercatore -. Il rilevamento della concentrazione del particolato fine e grossolano consentirà di identificare eventuali trasporti di masse d’aria inquinate o ricche di sabbia sahariana, mentre le concentrazioni di BC individueranno contributi da processi di combustione naturale e antropica. Queste particelle, in grado di assorbire la radiazione solare e di riscaldarsi, una volta depositate sui ghiacciai ne favoriscono la loro fusione».
I test (che seguono quello effettuato all’Osservatorio Climatico Cnr «O. Vittori» di Monte Cimone) assumono particolare importanza poiché eseguiti a differenti altimetrie, dai 100 metri del Garda fino ai 3.851 metri del Gran Zebrù o ai 3.343 metri della Marmolada. La centralina sarà poi utilizzata per studi sull’inquinamento indoor e outdoor in Himalaya, nei pressi del laboratorio Nepal Climate Observatory – Pyramid. «Ta-Pum è una missione sportiva e un progetto di ricerca ma soprattutto un “Cammino della memoria” – conclude Walter Pilo – che abbiamo perseguito con impegno e sacrificio notevoli. Contiamo, dopo la missione compiuta da questi primi gruppi, di coordinare in modo permanente i due percorsi per aprirli a chiunque desideri intraprenderli, ottenendo il riconoscimento come Cammino del Consiglio d’Europa».