La proposta scientifica di Ventrelli «Rubi Antiqua, un nuovo sguardo su archeologia e collezionismo nel XIX secolo tra Italia meridionale e Francia». I fondi messi a disposizione dal programma consentono di proseguire le ricerche nell’ambito del centro Anhima (Anthropologie et histoire des mondes antiques), prestigioso dipartimento archeologico parigino, che a sua volta integra anche competenze del Cnrs
Dopo duecento anni, un fil rouge torna a collegare Ruvo di Puglia, piccolo centro dell’Alta Murgia barese, alla capitale culturale d’Europa. E diventa un caso, perché segnala alla ricerca italiana che, anche nel tempo della crisi e nel bistrattato settore delle discipline classiche, si possono trovare sbocchi inaspettati e opportunità di sviluppo.
L’opportunità è quella che ha saputo cogliere Daniela Ventrelli, giovane ma già affermata archeologa della Magna Grecia che qualche anno fa, appena laureata, si è imbattuta in una rara raccolta di reperti provenienti dal sito di Ruvo di Puglia, di cui seppe apprezzare il valore scientifico (mai pienamente emerso) e l’interesse storico e di costume, legato all’impatto che quei vasi, terrecotte e monete avevano avuto sul collezionismo ottocentesco europeo.
Era infatti il 1820 quando improvvisamente si scatenò nell’antico centro agricolo pugliese che i romani chiamavano Rubi, una vera corsa all’oro, a seguito della scoperta di un vasto patrimonio vascolare, sepolto da duemila anni nelle campagne del territorio.
Tra le famiglie ruvesi, quella degli Jatta-Bonelli, che con entusiasmo si dedicò agli scavi creando una raccolta di notevole importanza: migliaia di esemplari di produzione greca e apula, tra cui grandi vasi a figure rosse su fondo nero, risalenti a un periodo compreso tra il VII e I secolo a.C. Oggetti di tale importanza e bellezza da accendere l’immediato interesse di appassionati e di antiquari in particolari d’oltralpe.
Parigi divenne allora la meta di un considerevole flusso di esportazioni e la sede di numerose aste, che rapidamente arricchirono raccolte pubbliche e private, confluite poi nel complesso museale del Louvre e del Cabinet des Médailles.
Come due secoli fa, oggi le nuove scoperte e le ricerche di Ventrelli sui tesori dell’agro di Ruvo, risvegliano subito l’interesse dei francesi. L’approfondita conoscenza di questo originale segmento di storia europea, in cui si combinano archeologia, arte, cultura, costume, collezionismo e mercato, ha permesso alla studiosa italiana di partecipare al concorso «Emergences» che la Mairie de Paris organizza annualmente per attrarre nell’area metropolitana iniziative di ricerca sperimentale, innovativa e suscettibile di business.
Così la proposta scientifica di Ventrelli «Rubi Antiqua, un nuovo sguardo su archeologia e collezionismo nel XIX secolo tra Italia meridionale e Francia» sbaraglia 90 concorrenti e si aggiudica il massimo finanziamento previsto. I fondi messi a disposizione dal programma consentono a Daniela di proseguire le sue ricerche nell’ambito del centro Anhima (Anthropologie et histoire des mondes antiques), prestigioso dipartimento archeologico parigino, che a sua volta integra anche competenze del Cnrs (corrispondente all’italiano Cnr). Tra i partner, il Louvre, il Petit Palais, la Sorbonne e le università italiane di Milano e Bari: un’alleanza forte e prestigiosa, che all’équipe Ventrelli permette di guardare con fiducia ai prossimi traguardi, vale a dire alla realizzazione di un archivio digitale e un docu-film destinato al Festival Paris Science, e soprattutto un expo grand public dedicata a immagini e miti di questo lontano passato, intorno a cui sono evoluti gusti, interessi, scambi economici e culturali tra sud e nord Europa dall’Ottocento ai giorni nostri.
Tutto ciò è stato al centro dell’incontro franco-italiano svoltosi presso il Castello Svevo di Bari cui hanno preso parte Martine Denoyelle (Institut National d’Histoire de l’Art), Paulette Le Pelletier Hornby (Petit Palais), François Lissarrague (Ecole des Hautes Etudes en Sciences Sociales), Silvia Godelli assessore al Mediterraneo della Regione Puglia, il Rettore dell’Universita degli Studi di Bari Antonio Felice Uricchio, il soprintendente per i Beni archeologici della Puglia Luigi La Rocca, Annamaria Lorusso direttrice del Castello Svevo e Vito Nicola Ottombrini Sindaco di Ruvo di Puglia.
Le Istituzioni coinvolte
– Museo del Louvre / INHA, Istituto Nazionale di Storia dell’Arte di Parigi (Programma di ricerca «Répertoire des ventes d´antiques à Paris au XIX siècle»)
– Museo del Petit Palais
– C2RMF, Centro di Ricerca e di Restauro dei Musei di Francia
– Museo Archeologico Nazionale di Napoli
– Museo Archeologico Nazionale Jatta
– Soprintendenza Archeologica della Puglia
– Université La Sorbonne
– Università degli Studi di Bari