Il clima è impazzito e fra un tornado e un’alluvione ci dicono che dobbiamo prevenire e adattarci… perché non eliminare le cause? L’impressione è che siamo sempre più come la famosa rana di Noam Chomsky: siamo immersi in una calda, tiepida e rassicurante sicurezza, quando la temperatura dell’acqua sarà più alta non ce ne accorgeremo perché saremo lessati
L’adattamento è il meccanismo di sopravvivenza che ha permesso all’uomo di evolvere e porlo sulla scala più alta dei viventi.
Fino all’inizio del secolo scorso, l’adattamento era riferito, sostanzialmente, al rapporto uomo natura. Il progresso socio-economico, successivamente, ha creato relazioni sociali e urbane che, con invenzioni sempre più efficienti, ha collegato luoghi del pianeta lontani facilitando le relazioni. Le strutture abitative e le città, hanno modificato il vivere dell’uomo, creando un ambiente differente e con nuove leggi.
Tutto ciò ha però avuto alcuni effetti collaterali.
L’uomo è stato messo difronte a scelte profonde, ed il dibattito è ancora aperto. Ma mentre si parla la «macchina» dell’inquinamento globale procede.
Il nodo della scelta è costituito da quella parte della società che gestisce il business. Le zeppe che si mettono per imbrogliare il discorso, da un lato, sono sempre le stesse: non si può fermare il progresso, non si può chiudere la fabbrica che dà lavoro, non si può tornare alla candela… Dall’altro lato si creano bisogni con lo scopo di rendere migliore la vita, affinché non ci si ponga il problema che un altro modo per fare le cose sia possibile.
Per tenere tutto ciò, si è ripescato il concetto dell’adattamento, familiare atavicamente all’uomo. Così si convive con una qualità dell’acqua e dell’aria, inferiore a quella che la natura potrebbe offrirci, aggiungendo altri effetti collaterali come l’inquinamento elettromagnetico, i sempre più probabili e presenti incidenti chimici, petroliferi, nucleari, e quelli derivati dalle sperimentazioni di nuovi prodotti cui siamo sottoposti a causa di una accelerazione ingiustificata perché nessuno ci impone di correre tranne che per l’interesse commerciale e la velocità di una concorrenza che mette in secondo piano il bene comune.
Insomma è il «delitto perfetto» che permette di «adattarsi» anche ai cambiamenti climatici le cui cause sono note a tutti ma che per ora devono essere accantonate perché siamo impegnati sul fronte economico con crisi sempre più ravvicinate che diventeranno endemiche come le guerre.
E continua così la trasformazione dei viventi persino in quello che è di più universalmente comune come la procreazione e la sessualità. Sì, perché le notizie sulle conseguenze dell’inquinamento ambientale sulla sessualità filtrano col contagocce e si cerca bene di tenerle separate e, soprattutto, di non fare un discorso globale.
Stiamo insomma creando un castello con i fiammiferi e si sta ben attenti all’equilibrio architettonico. Nel momento in cui si romperà quest’equilibrio non possiamo immaginare le conseguenze. La fiction ha già ipotizzato vari scenari, ma la domanda è: perché non tentare un restyling della nostra esistenza?
Non sappiamo che uomo vivrà sul pianeta, né se vivrà un uomo. Ma se resistiamo ai tentativi di addormentamento della ragione e rinunciamo a qualche nuovo giocattolo forse ce la facciamo.
Sempre sperando di essere in tempo perché sembra ormai che sia stato trovato lo strumento di distruzione di massa definitivo, l’adattamento, che passa dalle crisi economiche alle guerre.
L’appello al fabbisogno energetico, si rivela sempre più come un alibi che scricchiola di fronte al veloce progresso tecnologico. Ormai gli oggetti che usiamo quotidianamente hanno bisogno di sempre minore energia, luce, tv, cellulari, tablet, pc, riscaldamento solare… tutto va a corrente continua eppure ci convincono che senza il gas, il petrolio, lo shale gas, le trivelle in mare la nostra società si ferma.
L’impressione è che siamo sempre più come la famosa rana di Noam Chomsky: siamo immersi in una calda, tiepida e rassicurante sicurezza, quando la temperatura dell’acqua sarà più alta non ce ne accorgeremo perché saremo lessati.