Clima – Divisi fra altruismo e solidarietà

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Prevenire i cambiamenti del clima o adattarsi al clima che cambia, non è la stessa cosa neppure dal punto di vista morale. La mitigazione e l’adattamento, sono due strategie moralmente ed eticamente diverse, e non solo per le loro differenti modalità di impostazione e di attuazione

Il dibattito

Le due strategie delle Nazioni Unite per combattere i cambiamenti climatici: la mitigazione e l’adattamento, sono due strategie moralmente ed eticamente diverse, e non solo per le loro differenti modalità di impostazione e di attuazione.
La strategia di mitigazione dei cambiamenti climatici (ridurre le emissioni climalteranti per prevenire le conseguenze negative dei cambiamenti del clima) è una strategia globale. La sua attuazione implica un accordo internazionale globale con impegni e obblighi che tutti i Paesi devono ripartirsi in base ad alcuni principi stabiliti (in particolare il principio di responsabilità e il principio di equità).
La strategia di adattamento ai cambiamenti climatici (ridurre le possibili conseguenze negative e i danni derivanti dai cambiamenti climatici) è una strategia nazionale e locale. La sua attuazione implica la definizione e l’attuazione di azioni che proteggano un dato territorio e una data comunità sociale di un dato Paese, comprese le attività socio-economiche di quel territorio, al fine di prevenire o ridurre i possibili effetti negativi e i probabili danni.
La strategia di mitigazione è una strategia altruistica per i Paesi inquinatori che sono i maggiori responsabili dei cambiamenti del clima, nei confronti dei Paesi poveri o non inquinatori che, invece, non sono responsabili ma che sono quelli che, in genere, subiranno le maggiori conseguenze negative e/o i danni dei cambiamenti del clima. Se si pensa, poi, che i cambiamenti del clima produrranno i maggiori effetti negativi sulle future generazioni, gli impegni sulla mitigazione diventano “puro altruismo” di alcuni popoli verso i nipoti e i pronipoti di altri popoli del tutto sconosciuti, cioè lontanissimi sia nel tempo futuro, sia nello spazio sulla superficie terrestre.
La strategia di adattamento è una strategia egoistica per la quale ciascun Paese cerca di proteggere se stesso, modificando le sue infrastrutture e il suo sistema di sviluppo economico, riducendo le vulnerabilità del proprio territorio e delle proprie attività economiche, predisponendo opportuni sistemi di prevenzione e di allarme, ecc. Ovviamente, chi ha maggiori risorse finanziarie, tecnologiche e di know-how si adatterà meglio di chi tali risorse non ha e non ne ha neanche capacità di accesso.
Dunque, mitigazione e adattamento, se non sono attuate con la massima cooperazione internazionale e nel quadro più generale della solidarietà intra-generazionale (cioè tra le attuali generazioni) e inter-generazionale (cioè tra le generazioni attuali e quelle future) diventeranno due strategie la cui attuazione è moralmente deplorevole ed eticamente inaccettabile, oltre che dannosa a livello socio economico perché aumenteranno, invece di diminuire, le differenze tra paesi ricchi e paesi poveri, tra paesi industrializzati e paesi in via di sviluppo, tra paesi tecnologicamente e scientificamente avanzati e paesi tecnologicamente e scientificamente arretrati.

Vincenzo Ferrara, postato su FB