Siamo convinti che i disastri, anche mortali, che si presentano in occasione di alluvioni, di terremoti siano conseguenze di calamità naturali e non appare evidente quanto, invece, siano risultati la cui evidente prevedibilità non viene messa in vetrina: se si costruisce sugli argini o sulle foci dei fiumi, se le acque meteoriche sono incanalate in alvei insufficienti (per destinare ad altri usi i territori così recuperati), se le tecniche di costruzione o la sicurezza degli impianti industriali e delle infrastrutture, non sono adeguate ai rischi (spesso totali, ai quali vengono esposte anche intere comunità di cittadini e le risorse di ampi territori), allora non è, in alcun modo, accettabile che si parli di calamità naturali.
Mentre i sostenitori e gli operatori della globalizzazione chiacchierano sui sedicenti progressi (certamente non umani e forse anche inesistenti per l’economia degli Stati nazionali) che deriverebbero dalla pervasività delle merci, prodotte e diffuse in ogni luogo della Terra, gli stessi non prendono in nessuna considerazione e non rendono trasparenti, le conseguenze ambientali e i loro effetti sulla salute degli esseri viventi. Conseguenze ed effetti, derivanti da un movimento di uomini, animali e cose e dalla trasformazione e destinazione finale in discarica di risorse naturali. Tutte attività, finalizzate unicamente alla crescita dei mercati e dei profitti, che hanno elevati e diffusi impatti socio-ambientali, i cui costi non solo non saranno a loro carico, ma diventeranno anche fonte di loro ulteriori e successivi profitti, che saranno generati dagli interventi richiesti per porre rimedi ai danni, proprio da loro stesse precedentemente procurati.
Oggi, i pericoli di diffusione del virus Ebola non sono dovuti a imprevedibili cause, ma sono l’effetto della sottovalutazione di fenomeni ben noti (epidemie). Il liberismo, detentore di un potere economico globale e assoluto, nel suo mirare al massimo successo dei profitti, ha considerato, questa patologia epidemica, come un pericolo semplicemente estraneo ai suoi interessi. L’ingiustificabile mancanza di fondi ha costretto all’immobilismo l’Oms che ha dovuto lasciare il fenomeno epidemico senza controlli e di fatto affidato solo alle Ong e al volontariato). Ma c’è la piena garanzia che l’interesse dell’economia globale si manifesterà, puntualmente, quando l’epidemia avrà raggiunto un’ampia diffusione e avrà creato un sufficiente mercato per le nuove e lucrose opportunità di profitto che si presenteranno con la vendita di strumenti sanitari, farmaci e vaccini.
Il vetro, anche quello che gode della più completa trasparenza, è pur sempre, fino alla sua rottura, un ostacolo materiale impenetrabile. È una barriera che viene spesso applicata e concettualmente fatta immaginare, come doverosa protezione in difesa di valori, anche se non ben identificati. Una barriera che, in realtà, difende da fastidiose valutazioni critiche e rende inalterabili nel tempo, anche cose immateriali messe sotto vetro in suggestive forme materiali: reliquie che promuovono sentimenti non per un loro meditato senso (che può essere attribuito a un segno e a un significato originale), ma per una sottomissione, a tradizioni e superstizioni, che un potere può imporre agli esseri umani e può orientare ai propri fini; cimeli storici che offrono identità improbabili a nemici immaginari (fino a identificarli come portatori di qualche diversità) che saranno costretti a un mortale e immotivato antagonismo e a distruttive violenze rituali; ma anche cimeli storici che richiamano mitici eroismi e costringono a difendere (con scontri mortali fra etnie diverse e con negazioni oppressive del diritto alla diversità) scandalosi interessi particolari; documenti, forse apocrifi, che testimoniano interpretazioni inviolabili di un nostro passato e che condizionano, in modo deviante, il nostro presente; oggetti e situazioni di varia natura che vengono fatti incidere sull’equilibrio psichico degli individui (favorendo modi di pensare irrazionali e paure istintive), che inducono ad acritiche continuità di subordinazione e che possono portare fino ad accettare come vere le conseguenze di ingiustificabili valutazioni su una propria presunta inferiorità.
Sono, tutte queste, solo suggestive forme materiali e immateriali, messe sotto vetro (espositori, campane, vasi, boccette), addirittura isolate in ambienti inerti, dotati di controllo di temperature, umidità che le preservano dalla degradazione e che offrono solo finestre per una loro inerme osservazione. Dal passato, con alterne fortune, sono giunti, sigillati, fino ai nostri giorni anche vasetti, ampolle e lacrimatoi in vetro. Su di essi si sente, spesso, raccontare, quasi per dare sostanza a un concetto di difesa invincibile, di una perdurante conservazione del loro contenuto originale che induce a immaginare misteriose continuità, fino al nostro presente e forse anche oltre, di cose passate.