Lo scorso anno si sono verificati circa 3.000 eventi in più rispetto al 2013, in media 66 terremoti al giorno, quasi uno ogni 20 minuti, anche se due terzi del totale di bassissima magnitudo. Solo il 3% dei terremoti registrati nell’anno è stato risentito dalla popolazione. La fascia appenninica centrale è stata l’area con il maggior tasso di sismicità di tutto il territorio nazionale per numero di eventi
Sono 24.312 i terremoti localizzati nel 2014 dalla Rete sismica nazionale (Rsn) dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv), circa 3.000 eventi in più rispetto al 2013, in media 66 terremoti al giorno, quasi un terremoto ogni 20 minuti. Sono solo alcuni dei dati pubblicati sul blog INGVterremoti dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia nello speciale «Italia Sismica, i terremoti del 2014». L’articolo, appuntamento consueto di ogni inizio anno, illustra la situazione della sismicità in Italia dell’anno precedente, utilizzando i dati provenienti dalla Rsn.
«Dall’indagine sulla sismicità 2014», afferma Franco Mele, sismologo del Centro nazionale terremoti dell’Ingv (Cnt-Ingv), «emerge che i terremoti di magnitudo 1,5 o superiore sono stati meno di un terzo del totale, ben 7.169. Mentre eventi da magnitudo 2,5 in su (quelli per i quali l’Istituto effettua una comunicazione al Dipartimento della protezione civile – Dpc), sono stati in tutto 731 (3% del totale) con una media di 2 comunicazioni al giorno».
Nonostante il numero di terremoti nel 2014 sia stato maggiore degli anni precedenti, non sono stati comunque registrati eventi di magnitudo superiore o uguale a 5,0. Due invece quelli di magnitudo più alta, Mw 4,7, entrambi rilevati nel mese di aprile a distanza di tre giorni, localizzati rispettivamente nel Mar Ionio a largo della Costa calabra orientale (5 aprile) e nelle Alpi Cozie (7 aprile).
«Per seguire l’andamento spazio-temporale della sismicità dello scorso anno è stato realizzato un video che mostra, settimana per settimana, la distribuzione degli oltre ventiquattromila terremoti registrati dalla Rsn», aggiunge Mele. «Il video evidenzia che anche nel 2014 la maggior parte della sismicità si è manifestata attraverso centinaia di sequenze sismiche: di queste, 100 costituite da almeno 5 eventi ciascuna, alcune caratterizzate da pochi eventi di breve durata, altre con durata di diversi mesi, e oltre un migliaio di terremoti registrati».
La fascia appenninica centrale, che si estende verso nord a partire dalla città dell’Aquila, lambisce la provincia di Rieti e prosegue negli Appennini umbro-marchigiani fino a Città di Castello (PG) e Sansepolcro (AR), è stata l’area con il maggior tasso di sismicità di tutto il territorio nazionale (come numero di eventi).
«In questo settore appenninico la sismicità ha avuto un’attività quasi continua concentrata nella sequenza sismica di Gubbio (PG), che ha avuto periodi di grande attività soprattutto nei primi mesi dell’anno. In totale sono stati oltre 12.000 i terremoti registrati in quest’area, la metà di tutti gli eventi registrati dalla Rsn, sebbene la grandissima parte di questi abbia avuto una magnitudo molto bassa», commenta Maurizio Pignone, geologo del Cnt-Ingv.
Novità di quest’anno, conclude Pignone, «un Map Journal, in grado di raggruppare tutti gli articoli Italia Sismica del 2014 grazie ad un’applicazione che integra le mappe interattive dei terremoti (con varie funzionalità di visualizzazione e interrogazione degli eventi sismici e delle relative informazioni su magnitudo, data\ora e profondità) con i contenuti (foto, testi, immagini) dei singoli articoli».
Il «Map Journal» della sismicità del 2014 è direttamente raggiungibile in Rete.